Molti genitori si trovano a confrontarsi, teoricamente ma anche tecnicamente, con questi ragazzotti che – a fronte di una rapida maturazione fisica – non hanno conseguito una adeguata maturazione emotiva e relazionale. A volte, come nel caso di Emilia (non me ne voglia) viene spontaneo chiedersi che cosa ci potessimo aspettare se abbiamo tirato su il figlio “a scuffiotti” e poi diventa troppo alto o grosso per darglieli. Questo è un ottimo spunto per chi i figli li ha più piccoli. Il contenimento fisico (con le dovute maniere) va bene, le botte mai, perché pare che non abbiano alcuna violenza educativa. Certo, sono potute magari scappare qualche volta, succede, ma non è opportuno teorizzarne la legittimità.
È opportuno invece, fin da subito, elaborare strategie alternative di gestione dei momenti critici, in modo di arrivare già preparati ed allenati all’età in cui “fanno paura”.
Innanzitutto ogni genitore può (deve) pretendere da un figlio di qualsiasi età il rispetto di una modalità educata per relazionarsi anche in caso di conflitto. Bisogna riprendere sul nascere parolacce, offese, gesti fisici, ovviamente dando anche l’esempio.
Cioè che cosa possiamo fare quando magari l’adolescente dà segni di non controllarsi?
Occorre depotenziare immediatamente l’energia aggressiva che circola.
La prima cosa da fare è dire, con toni pacati, autorevoli ma non provocatori, che probabilmente quello non è il momento per affrontare la discussione, e proporre di rimandarla ad un'altra volta. Proporre una separazione, di cambiare stanza o che uno dei due può “farsi un giro” per potersi calmare. È molto importante essere leali ed onesti nel fare questa proposta, perché l’atteggiamento di disprezzo o sfida, insieme a parole magari sbagliate, può essere esplosivo. Ad esempio, c’è modo e modo di dire: «Meglio che vai a farti un giro». Può essere un invito impaurito, una frecciata sfidante, o un suggerimento benevolo.
Per il resto valgono queste modalità di buon senso: se lui alza la voce, tu la abbassi; se lui si agita fisicamente, tu cerchi di calmarti; se lui si alza, tu ti siedi.