Nei paesi poveri vengono disperse nell'ambiente tonnellate di plastica. Ma invertire la tendenza è ancora possibile, come dimostra l'esperienza del paese africano.
Lo scorso 8 aprile il Ministro dell’Ambiente January Makamba ha dichiarato in parlamento che entro luglio la Tanzania vieterà la produzione, l’importazione, la vendita e l’uso delle buste di plastica monouso.
La decisione vuole arginare i danni causati all'ambiente e alla salute di persone e animali causati dai rifiuti non non biodegradabili.
È un problema reale: secondo il vicesegretario permanente nell’ufficio del vicepresidente Joseph Sokoine, il Paese produce ogni anno oltre 56.000 tonnellate di sacchetti di plastica, consumandone più di 2 miliardi.
Dal mese di marzo il centro
Ngome della Comunità Papa Giovanni XXIII di Iringa ha anticipato il provvedimento
smettendo di distribuire il supplemento alimentare per i bambini malnutriti in buste di plastica monouso. Al loro posto vengono ora impiegati sacchetti riciclabili cuciti a mano dalle volontarie.
«Volevamo sensibilizzare le mamme sulla tutela dell’ambiente — commentano le tre operatrici del centro — smentendo la credenza che in contesti di estrema povertà come quello in cui operiamo non si possa far nulla. E’ infatti sempre possibile dare il buon esempio, basta volerlo».
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