61° anniversario della nascita in terra di Sandra Sabattini. Le parole del parroco di San Girolamo dove è custodita l'unica reliquia della Beata riminese.
Si presenta a tutti l'occasione di incontrare chi ci farà scoprire cosa c'è al di là della porta stretta. Sandra, una ragazza come tante, ha colto il bisogno di infinito che c'era in lei guardando negli occhi l'umanità ferita.
La Messa per il sessantunesimo anniversario della nascita della Beata Sandra Sabattini, 20 agosto 2022 alla chiesa di San Girolamo a Rimini, è stata l’occasione per mostrare in pubblico per la prima volta dopo la beatificazione l’unica reliquia rimasta del suo corpo: un capello.
La reliquia, di proprietà della Comunità Papa Giovanni XXIII, ma data in custodia alla parrocchia di San Girolamo a Rimini, verrà mostrata in occasioni particolari, anche su richiesta, in attesa di una sistemazione che ne consenta la visione e ne garantisca la sicurezza.
La porta stretta: non perdere l'unica occasione per incontrare il Signore
Nell’omelia del 20 agosto, il parroco, don Roberto Battaglia, ha commentato che per ognuno di noi c’è un’occasione d’incontro che è la “porta stretta”, l’opportunità unica da non perdere per incontrare il Signore. Per Sandra l’occasione è stato l’incontro avvenuto proprio a San Girolamo con don Oreste Benzi, invitato dallo zio don Giuseppe, primo parroco di San Girolamo, a cui è seguita l’esperienza travolgente del primo campo in montagna con gli amici dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Ringraziando Dio per il dono della nostra Beata nel 61° anniversario della sua nascita in terra, noi
Don Roberto ha sottolineato che nel Vangelo sono tante le storie di incontri che hanno segnato la vita delle persone dando anche un’impronta particolare alla vita di Fede. Citando Sandra ha detto che per riconoscere la “porta stretta” occorre prendere sul serio «il bisogno di infinito che è dentro di noi e che non possiamo far finta di ignorare» sottolineando che «l’infinito è lì che ci aspetta ogni volta che cadono le “posticce” risposte che abbiamo dato al suo bisogno». (Diario, 7 agosto 1981)