Sempre è la
testata giornalistica della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.
Racconta il mondo da un particolare punto di vista: quello di chi ha scelto di
condividere direttamente la vita degli ultimi, degli emarginati. Nella convinzione che solo partendo da questo punto di vista si può costruire un mondo migliore per tutti.
Gli esclusi, coloro che solitamente vengono messi ai margini della vita sociale, sono i protagonisti delle nostre storie. Come pure i tanti giovani e adulti che, legandosi a loro, danno vita a quelli che don Benzi chiamava “
nuovi mondi vitali”: nuovi modi di vivere la scuola, il lavoro, l’impresa produttiva, la famiglia, le vacanze, il tempo libero.
Siamo convinti che – come diceva ancora il nostro fondatore – «
un mondo nuovo si costruisce per trapianto vitale», e solo diffondendo i semi di questa nuova società che avanza si può generare fiducia e desiderio di cambiare. Diffondere il bene non significa, tuttavia, fingere che tutto vada bene. Per questo “Sempre” offre anche
un’analisi critica e puntuale sui fenomeni sociali, offrendo chiavi di lettura autorevoli e proposte di soluzione.
Accanto alle storie, con l’aiuto dei nostri
esperti offriamo
chiavi di lettura dei fenomeni sociali e proposte di soluzione.
La storia di Sempre
La testata
esordisce per la prima volta come ciclostilato nel 1975 e diventa un periodico nel 1978.
Erano anni in cui a Rimini il primo gruppo di giovani, sotto la guida di don Oreste Benzi, stava sperimentando nuove vie di presenza nel mondo dell’emarginazione, per tradurre il Vangelo in una esperienza di vita.
Nel 1968 si era svolta la prima vacanza rivoluzionaria: normodotati e handicappati assieme a Canazei, in mezzo ai normali turisti.
Nel 1973 la prima casa famiglia: non una struttura con operatori e utenti ma una casa tra le altre in cui si fa famiglia assieme, 24 ore su 24, con il malato psichiatrico e l’ex detenuto.
Serviva un strumento in grado di raccontare tutto questo e
don Benzi decise di dare vita ad un giornale perché – scrive nel primo editoriale del 1975 –
«il giornale vuole inserirsi dentro questi fatti come una necessaria occasione di riflessione sull’azione e divulgazione dei contenuti che nascono dalle nostre esperienze, come una possibilità di esprimere valutazioni e giudizi su ogni tipo di avvenimenti, come una presa di coscienza delle responsabilità della Chiesa nei confronti dei poveri e degli emarginati, e quindi come strumento di intervento.»
Da allora Sempre ha cambiato più volte formato, grafica, organizzazione dei contenuti, ma è rimasto fedele a questa missione.
Il significato del nome
Sempre nasce da un grido, il grido di Silvio, tra i primi ad essere accolto in casa famiglia.
«Quando si trova con gli altri e vuole manifestare il suo desiderio di partecipazione – scrive don Benzi nel primo Editoriale –
Silvio emetto il grido "SEMPRE": un grido di chi vuol vivere ma non sa trovare da solo le vie per vivere, di chi vuol partecipare ma non trova chi gli dia spazio, di chi vuol parlare ma non trova chi lo aiuti ad esprimersi. Quel grido, che è l'espressione di chi è rifiutato dalla società dei "sani", è divenuto il titolo del nostro giornale.
Per noi la parola “Sempre” non è un programma politico, non è l'espressione di una ideologia; per noi è una persona che ci richiama continuamente coloro che soffrono per le conseguenze di un peccato che essi non hanno commesso ma che è di tutta la società.
È il grido di chi non chiede la carità, la compassione, l’opera buona ma ci chiede di unire la sua vita alla nostra, di essere riconosciuto persona come noi.»
Il significato del logo
La parola
Sempre esprime un concetto per noi fondamentale: stare con gli ultimi non è questione di volontariato o di buone azioni ma una scelta di campo.
Condividere vuol dire esserci, sempre.
Le parentesi rovesciate esprimono la diversità intesa non come errore ma come caratteristica, elemento distintivo, originale, simpatico, interessante.
Sono aperte verso l’esterno perché nessuno si senta escluso.
Sono antenne in grado di captare ciò che accade e rilanciarlo, perché anche tu lo possa conoscere e, se vuoi, condividere. Il logo oggi si presenta con tre declinazioni:
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