Oltre 52 mila persone vivono nelle carceri italiane. Quando terminano la pena, 3 su 4 tornano a commettere reati anche peggiori. Giorgio Pieri ci fa entrare con lui oltre le sbarre, evidenzia le contraddizioni del sistema attuale, ci dimostra che una soluzione esiste e funziona.
A cosa dovrebbe servire il carcere? A
rieducare chi è stato condannato per aver commesso un reato, dice la Costituzione all’articolo 27. A
proteggere i cittadini onesti dai delinquenti, scrivono molti
libri sul carcere.
In entrambi gli aspetti il carcere è in realtà
un vero fallimento: si stima che circa il 75 per cento di chi oggi esce di galera dopo aver scontato la pena torni a commettere reati, spesso perfino più gravi di quelli per cui era stato incriminato. Una vera scuola del crimine finanziata dallo Stato. Con l’aggravante di alcune situazioni assurde, come la pratica di incarcerare i bambini con le loro madri.
Il libro sulle alternative al carcere
Il libro
Carcere, l'alternativa è possibile può essere acquistato
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Il libro è
disponibile anche in formato ebook. Cercalo su internet e scaricalo dalla piattaforma che preferisci, oppure vai a questi link:
Il libro è stato presentato il
14 aprile 2021 in diretta streaming. Le tesi sostenute da
Giorgio Pieri, coordinatore del progetto CEC - Comunità Educanti con i Carcerati, sono state discusse con
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII,
Raffaella Sette, coordinatrice del Corso di Scienze Criminologiche Università di Bologna. È iltervenuto anche il comico e attore
Paolo Cevoli, che ha raccontato il suo incontro con le CEC, mentre un
recuperando in programma rieducativo ha raccontato la sua storia. Rivedi la presentazione del libro.
L'autore, Giorgio Pieri
Giorgio Pieri, riminese, laureato in Scienze Biologiche, diplomato in Erboristeria e in Scienze Religiose, con il carcere ha un rapporto particolare: da 25 anni, seguendo l’esempio di don Oreste Benzi, va a incontrare i detenuti oltre le sbarre.
Un’esperienza che gli ha permesso di scoprire un mondo nascosto, pieno di contraddizioni e di assurdità.
Ha quindi cercato delle
risposte a tanti perché, e,con la Comunità Papa Giovanni XXIII di cui fa parte, ha
sperimentato delle soluzioni.
Ora tutto questo lo racconta nel libro
Carcere, l’alternativa è possibile (Sempre Editore), disponibile nelle librerie fisiche e on line dal 18 febbraio.
L’autore
ci fa oltrepassare con lui i cancelli degli istituti di pena rivelandoci cosa succede davvero oltre le sbarre, raccontandoci le
storie di alcune delle persone incontrate, mettendo in evidenza elementi che fanno emergere come
questo sistema sia inutile, costoso e perfino dannoso.
Ma allo stesso tempo il libro ci dimostra che un’alternativa c’è e funziona: nelle
Comunità Educanti con i Carcerati – ispirate al modello APAC brasiliano – il delinquente fa un vero percorso di consapevolezza del proprio errore e di rinascita, per cui alla fine è una persona nuova. Non più un pericolo ma una risorsa per la società. Se la ricetta funziona, viene da chiedersi, perché non modificare l’intero sistema?
Chiude il libro una serie di interviste in cui
l’autore interpella esponenti del no profit e delle istituzioni su alcuni temi cruciali: il carcere per i minorenni, i bambini piccoli incarcerati con le loro madri, l’ergastolo ostativo, i diritti delle persone detenute, l’esperienza brasiliana dell’Apac, il ruolo della Chiesa, l’esperienza di chi accoglie i detenuti in famiglia.
Un libro indispensabile per chi si occupa di queste tematiche sociali, ma utile per tutti in quanto affronta temi come il perdono, la riconciliazione, il pregiudizio, la relazione con chi si trova ai margini della comunità civile ed ecclesiale.
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L'autore ha deciso di devolvere i proventi dei suoi libri sul carcere a sostegno del Progetto CEC, Comunità educante con i carcerati.
Articolo a cura di Alessio Zamboni