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21 Ottobre 2024

150 miliardi di motivi: l'azzardo tenta gli italiani

Gioco d'azzardo: una dipendenza silenziosa che attira sempre di più i giovani, soprattutto online
150 miliardi di motivi: l'azzardo tenta gli italiani
Si continuano a sottovalutarne i rischi sul piano psicologico, relazionale e affettivo che il gioco d'azzardo patologico può creare, senza parlare del forte impatto sociale ed economico, spesso condizionato da influssi di denaro anonimi in mano alla malavita. La rete GAP entra nelle scuole per parlare proprio di questo, coinvolgendo i ragazzi con "Gaming out": una lezione-spettacolo alla scoperta del gioco d'azzardo patologico
Qual è il volume di gioco speso dagli italiani lo scorso anno rispetto al gioco d’azzardo? 150 miliardi. Questo in un’Italia che si colloca terza economia al mondo per giro d’affari legati a una vera e propria industria. Un’industria drammatica che continua a costruire dipendenze senza limiti di età, ceto sociale, confini geografici
L’offerta di gioco aumenta sempre di più. Il lockdown ha senza dubbio favorito la crescita esponenziale della dimensione on-line del fenomeno, con la conseguente aumentata fruizione da parte dei giovani, nativi digitali abituati ad accedere al mondo virtuale senza difficoltà. Tra le attività dalle quali sono attratti, c’è tutta l’offerta del gambling on-line, fortemente sponsorizzata e di facile accesso. 700 mila sono infatti i minorenni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno, di cui 70 mila problematici. 

Azzardo: un gioco che non è un gioco

Una dipendenza, dunque, sotto gli occhi di tutti di cui si continuano a sottovalutarne i rischi non solo sul piano psicologico, relazionale, affettivo per chi ci si ritrova coinvolto, ma anche per il suo impatto sociale ed economico, spesso condizionato da influssi di denaro anonimi in mano alla malavita.
Un tema complesso a 360 gradi su cui urge intervenire a partire dal favorire un approfondimento culturale sul disvalore del gioco d’azzardo e dall’urgenza di “fare sistema” tra le parti sociali, educative, politiche, comunicative, nel tentativo di contrastare e prevenire il gioco d’azzardo che spesso può sfociare in una vera e propria dipendenza patologica.
Questi sono gli obiettivi che stanno cuore al nuovo percorso realizzato nell’ambito del Piano Locale contro il Gioco d’azzardo del Distretto socio sanitario e del Comune di Rimini: «Quando il gioco non è un gioco». Una rete il cui obiettivo è quello di fare sistema tra associazioni pubbliche e private del territorio nel tentativo di realizzare azioni di informazione, prevenzione e intervento destinate a una vasta platea di destinatari.  
Un’ azione capillare che oltre a garantire uno sportello ad hoc dove i giocatori possono rivolgersi per ricevere supporto psicologico e di carattere legale, realizza insieme a tutte le associazioni coinvolte, attività trasversali rivolte adulti, anziani, ragazzi, inclusi i giocatori nonché gli insegnanti, il personale sanitario, sociale, educativo e delle associazioni, con particolare riguardo ai contesti scolastici.

Una lezione-spettacolo mette in scena storie vere sull’azzardo

spettacolo gaming out
La lezione-spettacolo Gaming out che aiuta i giovani a capire i rischi legati al gioco d'azzardo
Foto di Emanuela Frisoni

Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII è particolarmente impegnata nell’ambito della “Rete Gap” (Gioco Azzardo Patologico) riminese attraverso molteplici azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza con un’attenzione particolare ai giovani.
Tra queste, la realizzazione di una lezione-spettacolo dal titolo “Gaming out”.Alla scoperta del mondo del gioco d’azzardo patologico. Tante le repliche già realizzate durante lo scorso anno scolastico pronte ad aumentare a fronte delle richieste già pervenute in varie scuole superiori di Rimini e dintorni.
Chi sono i giocatori d’azzardo? Misteriosi eroi del tavolo verde? Gente di malaffare? Ricchi e astuti frequentatori di roulette? Quando si diventa giocatori d’azzardo o si corre il rischio di diventarlo?
Queste ed altre, le domande a cui lo spettacolo tenta di dare risposta portando voci e suggestioni sul tema in modo dinamico ed interattivo coi ragazzi. In scena un attore: Denis Campitelli e un educatore. 
gaming out
La rete GAP (Gioco Azzardo Patologico) di Rimini propone diverse iniziative, tra le quali la lezione-spettacolo "Gaming out"


È un giocatore problematico quello che viene messo in scena, un padre di famiglia che fatica a pensarsi al di fuori della sala slot, nonostante i debiti e le conseguenze familiari e professionali. La sceneggiatura scritta da Emanuela FrisoniLorenzo Colonna attinge da storie vere raccolte da interviste fatte ad ex giocatori d’azzardo, ma anche da esperienze di psicoterapeuti, educatori da tempo impegnati nel settore.
Un viaggio nella dipendenza da gioco che da iniziale abitudine innocente si trasforma in comportamento problematico fino a diventare vera e propria malattia con sintomi del tutto uguali ad altre forme di dipendenze, l’occasione per parlare coi ragazzi, svelare i meccanismi, le trappole del gioco e dell’industria che c’è dietro. A fine spettacolo è previsto un momento di dibattito tra attori/educatori e pubblico con possibile presenza di esperti, operatori del settore.
Il confronto, tra sondaggi in diretta sul tema, visione di filmati, e testimonianze, punta ad offrire un ragionamento a 360° sul rischio di una dipendenza spesso sottovalutato e che porta con sé tante inquietudini e tematiche complesse, con le quali, soprattutto in età adolescenziale ci si trova a fare i conti. Inevitabile in tal senso sono i ragionamenti su temi quali: 
  • il senso della sfida, 
  • il bisogno di gratificazione a tutti i costi, 
  • il pensiero magico, 
  • il tema dell’abilità rispetto a quello della fortuna, 
  • la sottovalutazione del rischio. 
Lo spettacolo si rivolge alla fascia di età tra i 15 e i 19 anni (triennio) ed è adatto anche per associazioni e gruppi educativi.
Se conoscete una scuola a cui proporlo, oppure volete consigliarlo a un’associazione o a un gruppo, scrivete a eventi@dipendenzepatologiche.apg23.org o mandate un messaggi whatsapp al 347:4174176833.

A cura della Redazione del sito dipendenzepatologiche.apg23.org