Ogni anno, tra ottobre e novembre, Bva-Doxa (la principale società di ricerche di mercato italiana) intervista un campione di 2000 italiani sulle loro abitudini di beneficienza e donazione. Ne emerge che un italiano su due fa delle donazioni, che siano ad associazioni, enti o offerte alla Messa.
Poi, nella ricerca Bva-Doxa, si parla anche della propensione ad utilizzare le altre forme di sostegno possibili, tra cui per esempio il testamento solidale o il 5x1000.
La ricerca sulle abitudini a donare degli italiani dice, ad esempio, che sono ancora tanti (18%) quelli che confondono questo strumento con altri simili come l’8x1000 e il 2x1000, o che ne hanno solo sentito parlare (13%), quindi facciamo chiarezza.
Il 5x1000 è una quota delle imposte (il 5‰) che può essere destinata dal contribuente ad un ente a sua scelta, per sostenere una causa a cui tiene. Non è una cifra in più da pagare, è una parte delle proprie tasse, che si verserebbero comunque allo Stato, ma che si può scegliere di destinare a enti o realtà che ci stanno a cuore.
La scelta viene fatta nel momento in cui si fa la dichiarazione dei redditi, compilando e firmando l’apposito modulo presente nei vari modelli di dichiarazione. Per chi si rivolge a Caf o Commercialisti, sono loro che spesso pongono la domanda: «A chi vuole destinare il 5x1000?», a cui basta rispondere con il nome dell’ente e il Codice Fiscale.
Anche chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi può destinare il 5x1000, utilizzando l’apposito modulo allegato alla Certificazione Unica (CU) rilasciata dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico e consegnarlo in un qualsiasi ufficio postale, chiudendolo in una busta su cui va scritto “Scelta per la destinazione del 5×1000 dell’IRPEF” e il proprio nome, cognome e codice fiscale. Saranno loro a recapitarla, gratuitamente, all’amministrazione finanziaria.
Per chi, poi, confonde 8x1000, 5x1000 e 2x1000, ecco un chiarimento: non sono alternativi l’uno all’altro, si possono destinare anche tutti e tre, ma a tipologie di enti differenti.
«Il 5x1000 è un atto semplice che, pur sembrando piccolo, ci unisce in un’unica grande rete di solidarietà, questo ci voleva ricordare don Oreste - spiega Marco Panzetti, responsabile Comunicazione e Raccolta fondi della Comunità - e oggi, che come tutte le realtà che accedono al 5x1000 e sono tenute a farlo sapere, dobbiamo raggiungere più persone possibili, riprendiamo queste sue parole per fare un invito che è anche una promessa: una firma ci unisce».
È una scelta, secondo la Comunità Papa Giovanni XXIII, per contribuire a costruire un mondo dove la povertà e l'emarginazione non trovano più spazio, come non lo trovano nelle sue case e realtà di accoglienza, dove chiunque entra ed è accolto diventa un fratello, un figlio, uno di famiglia.
A questo vengono destinati i fondi che ogni anno l’Agenzia delle Entrate versa alla Comunità Papa Giovanni XXIII sulla base delle firme che ha ricevuto dai contribuenti: «Servono a garantire un pasto caldo, una casa sicura e un'accoglienza che restituisce dignità a chi ne ha bisogno, nelle nostre case famiglia e case di accoglienza - conclude Marco Panzetti - per questo esortiamo soprattutto i tanti che ancora non utilizzano lo strumento del 5x1000, ad approfittare di questa opportunità che a loro non costa nulla, ma si traduce in qualcosa di molto concreto».
Per conoscere le storie delle persone che la Comunità accoglie grazie anche ai fondi del 5x1000 o per avere informazioni su come destinarlo vai su www.5x1000.apg23.org