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9 Luglio 2024

A che cosa stai pensando?

Alcuni spunti su come si gioca la differenza sessuale nel dialogo di coppia
A che cosa stai pensando?
Foto di Sasin Tipchai da Pixabay
Cervello maschile e cervello femminile. Sistematizzazione ed empatia. Fonte di fraintendimento ma anche grande risorsa nella relazione tra uomo e donna
«Riguardo alla nostra relazione – chiede lei – mi farebbe molto piacere sapere che cosa ti passa per la testa».
«Che cosa mi passa per la testa? – risponde lui – Niente!»
Questo breve scambio (reale) potrebbe essere il prototipo di molti dialoghi di coppia.
«A che cosa stai pensando?» «A niente»
«Che cosa stai guardando?» (mentre lui alla TV continua a cambiare canale o naviga al pc) «Niente»
«Come stai?» (piccola variazione sul tema) «Bene», dove quel “bene” si percepisce che non corrisponde allo stato d’animo, ma ad un pensiero strategico che più o meno suona: «Se rispondo qualcosa di diverso da “bene” poi glielo devo anche spiegare, e non ne ho voglia…»

Il cervello maschile sistematizza, quello femminile è empatico

Spesso le donne rimangono basite di fronte ai meccanismi di semplificazione del maschile rispetto alle relazioni ed al mondo interno.
Alcuni scienziati hanno spiegato che questo dipende da una conformazione cerebrale differente che avrebbe origine ancora nel grembo materno, a partire dall’ottava settimana di gestazione, quando il cervello maschile viene a contatto col testosterone.
Ne risulterebbe un cervello “sistematizzante” con la tendenza a mettere in ordine sequenziale i pensieri, e a volte a metterli via del tutto per rilassarsi. Il cervello femminile invece risulta essere “empatico” con la tendenza opposta a far girare continuamente i pensieri per la testa e occuparsi del mondo interno e relazionale.

Incomprensioni di coppia e grandi opportunità

Pur con alcune variazioni individuali, questi aspetti differenziano il maschile dal femminile.
E così lei si lamenta che lui è vuoto, o che non si apre; e lui si lamenta del fatto che lei non lo lascia in pace e si fa mille problemi che non esistono.
In realtà, come abbiamo visto più volte, nella coppia ogni differenza è fonte di tensione ma anche di ricchezza. Ogni differenza ha un’utilità nello sviluppo e nel consolidamento della relazione. E così a contatto con lei, lui può avere accesso ad un mondo emotivo più ricco e fluido, sia per sé che per capire i figli; e a contatto con lui, lei potrà imparare a non farsi travolgere dal flusso dei pensieri ma distaccarsene.
Esercitando sempre la virtù della pazienza e dello sguardo positivo sul partner.

Aspettami, non posso correre…

Nella famosissima fiaba “Il principe ranocchio”, la prima del libro dei Grimm, dopo che il ranocchio ha recuperato la palla d’oro, la principessa corre via al suo castello. Lui le grida: «Aspetta, aspetta! Prendimi con te, io non posso correre come fai tu». Questo passaggio sembra suggerire un arrancare del maschile – soprattutto nella sua fase non evoluta – rispetto alla velocità di elaborazione del pensiero del femminile.
La principessa corre via ma al castello troverà il Re, che rappresenta gli aspetti più nobili, che le dice di «Non disprezzare chi ti ha aiutato nel momento del bisogno».
La relazione si costruisce così: in una magica fusione tra le caratteristiche e i limiti personali, e l’assunzione di responsabilità che li trascende.