Foto di KarloKolumno da Pixabay
Quando partono per sposarsi non sanno che il loro lavoro in realtà è la prostituzione. Un progetto per cambiare la loro condizione.
In Europa molte donne sfruttate restano invisibili nei centri massaggio. In Svezia, accade alle donne thailandesi che non conoscono il paese, sono inconsapevoli dei loro diritti e possono essere sfruttate dove lavorano, dopo essere arrivate nel paese per motivi matrimoniali. Queste donne che devono sostenere in Thailandia le loro famiglie vivono una totale dipendenza dal datore di lavoro o dal marito svedese o danese a causa del permesso di soggiorno. Ma l'aspetto più drammatico, per me che sono thailandese, è che in molti dei saloni thailandesi a Malmö - città dove vivo e lavoro – sono costrette ad offrire servizi sessuali a pagamento.
I centri massaggio che diventano luoghi di prostituzione
Molti non conoscono cosa succede nei centri massaggio. Per questo quattro anni fa ho iniziato una ricerca, con l'organizzazione antitratta Noomi, per raccontarlo. C'erano 106 saloni a Malmö. L'80% offriva servizi Happy Ending: 255 donne impegnate nei servizi sessuali. Anche in altre città il problema era lo stesso: centri massaggi diventati una combinazione di massaggi thai e prostituzione.
Quando incontro le massaggiatrici mi chiamano semplicemente Yui: si fidano del supporto che offriamo e raccontano come sono arrivate in Europa e perché. In questi ambienti vivono l’isolamento e lo sfruttamento che influisce sulla loro salute, l'autostima e la possibilità di integrarsi. Quando abbiamo presentato lo studio alle autorità locali abbiamo capito che potevamo trasformare quei luoghi di sfruttamento in luoghi in cui le competenze sono certificate, le donne ritrovano dignità e svolgono il loro lavoro terapeutico con informazioni chiare e scopi dichiarati.
Il progetto: da luoghi di sfruttamento a luoghi di lavoro
Il progetto che ne è nato ThaiWISE intende cambiare la loro condizione. Per ridurre lo sfruttamento sessuale, nel 2023 abbiamo aperto il Centro di formazione e certificazione Nuad Thai Nordic il quale assicura che le imprese thailandesi rispettino le leggi svedesi, siano eticamente sostenibili e i dipendenti consapevoli dei loro diritti e adeguatamente formati in Nuad Thai, la pratica tradizionale riconosciuta dall’Unesco nel 2019 patrimonio culturale intangibile dell'umanità.
La sfida per il 2023 è portare questo modello anche in Danimarca, Norvegia e Finlandia per passare dallo sfruttamento alla professionalizzazione della donna.