Il report Mare Monstrum 2024 di Legambiente rivela un aumento del 29,7% dei reati ambientali nel 2023. Il cemento illegale è il principale responsabile di questa devastazione, seguito da inquinamento marino e pesca abusiva. Le regioni meridionali sono le più colpite. Per invertire questa tendenza, Legambiente propone un pacchetto di dieci misure urgenti al Governo e al Parlamento.Per invertire questa tendenza.
Le coste e i mari italiani sono sotto scacco di un’aggressione criminale senza precedenti, con reati ambientali in crescita vertiginosa. È quanto emerge dal report
“Mare Monstrum 2024” di Legambiente, presentato alla vigilia del 14esimo anniversario dell'uccisione di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, che ha sacrificato la vita nella lotta contro l'illegalità e la speculazione sulle coste del Cilento.
Il 2023 si è chiuso con un
incremento allarmante dei reati ambientali: ben 22.956 casi accertati, con un aumento del 29,7% rispetto all'anno precedente. A questi dati si aggiungono le violazioni amministrative, portando la media a 8,4 illeciti per chilometro di costa, uno ogni 119 metri. Il
cemento illegale rimane il principale protagonista di questa devastazione, contribuendo al 45% dei reati totali. Seguono l'inquinamento marino, la gestione illecita dei rifiuti e la pesca illegale.
Il cemento illegale: il nemico numero uno delle coste italiane
Il report evidenzia come il
ciclo illegale del cemento rappresenti una delle principali minacce per le coste italiane. Nel 2023, sono stati accertati 10.257 reati legati all’abusivismo edilizio, con un incremento dell'11,2% rispetto al 2022. La Campania, con 1.531 reati, guida la classifica regionale, seguita da Puglia, Sicilia e Calabria. L'abusivismo edilizio non solo deturpa il paesaggio costiero, ma aggrava anche i problemi legati all'inquinamento, poiché molti immobili illegali scaricano direttamente i propri rifiuti in mare.
L'inquinamento marino è un altro aspetto preoccupante. Nel 2023, sono stati registrati 6.372 reati legati alla mala gestione dei rifiuti e agli scarichi illegali, con un incremento del 59,3%.
Le regioni più colpite sono Campania, Puglia e Calabria, che insieme concentrano oltre il 54% degli illeciti ambientali a livello nazionale. Questo fenomeno è ulteriormente aggravato dalla mala depurazione, che porta il nostro Paese a scontrarsi con le procedure d’infrazione dell’Unione Europea.
Anche le normative che regolano la nautica da diporto (ovvero, la nautica eseguita a scopo sportivo o ricreativo o, più in genere, senza fini commerciali) sono sempre più violate. Nel 2023, sono stati accertati 2.059 reati penali, con un aumento del 230% rispetto all'anno precedente. La pesca illegale non è da meno: con 4.268 illeciti penali, si conferma come una delle attività illecite più diffuse, con Sicilia, Puglia e Lazio in testa alla classifica.
Dieci proposte di Legambiente per salvare le coste
Di fronte a questo scenario allarmante,
Legambiente lancia un pacchetto di
dieci proposte indirizzate al Governo e al Parlamento. Tra le priorità, la lotta all’abusivismo edilizio, la modernizzazione dei sistemi fognari e di depurazione, e l'introduzione di sanzioni più severe per la pesca illegale e la gestione illecita dei rifiuti. L'associazione chiede, inoltre, l'istituzione di zone speciali di divieto di scarico in mare e un potenziamento dei controlli da parte delle agenzie regionali di protezione ambientale.
Per arginare il fenomeno dell’abusivismo, in particolare, Legambiente chiede di
modificare la normativa e rendere più efficace l’art. 10-bis della legge 120/2020, legge che affida ai Prefetti il compito di
demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse, ma non eseguite dai Comuni. In questa direzione va anche la proposta di prevedere il finanziamento, con 100 milioni di euro l’anno, del Fondo di rotazione istituito presso la Cassa depositi e prestiti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione e lo stanziamento di 50 milioni di euro l’anno destinati alle procure della Repubblica, alle procure Generali e alle Prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio.
Insomma, il report Mare Monstrum 2024 offre una visione impietosa ma necessaria della realtà che affligge le coste italiane. Ma è allo stesso tempo un invito per un'azione alle istituzioni, perché intervengano con decisione per fermare il saccheggio del nostro mare e delle nostre coste, e per preservare uno dei tesori più preziosi del Belpaese.