Anna e Paolo Tonelotto. «Nel nostro cuore, il mondo»
È mancata, dopo un periodo di malattia, Anna Bonaldo, 68 anni, di Cittadella (PD), che insieme al marito Paolo Tonelotto ha contribuito a sviluppare le missioni della Comunità Papa Giovanni XXIII oggi diffusa in 42 Paesi del mondo.
Anna e Paolo sono di Cittadella (PD), una delle poche città che conservano integre le mura che la circondano. Ma il loro sguardo è sempre stato oltre quelle mura, verso i Paesi più poveri del mondo. E così, ad un certo punto, hanno deciso di partire.
Si è conclusa stamattina, dopo un periodo di malattia, la vita terrena di Anna Bonaldo, 68 anni, quarantacinque dei quali vissuti come moglie di Paolo Tonelotto. In realtà i due si sono conosciuti fin da bambini, e insieme hanno costruito una storia di coppia e di famiglia che si allarga sia all'interno, accogliendo chi una famiglia non ce l'ha, sia all'esterno, aprendo la strada, nella Comunità Papa Giovanni XXIII, alla scelta di andare in missione come famiglia.
Entrambi sono di Cittadella (PD), una città completamente circondata da mura, e per questo quando nel 2007 hanno deciso di raccontare la loro storia in un libro, l'hanno intitolato Fuori le mura il mondo.
«Il loro cammino è veramente speciale - scriveva don Oreste Benzi nella prefazione -. (...) Fin da fidanzati vivevano in Italia ma avevano il cuore nei Paesi poveri del mondo. (...) La loro vita è fiorita tenendo lo sguardo rivolto al pianto dei bimbi che morivano di fame, tenendo nel cuore il grido dei poveri che sale a Dio, dando se stessi nel modo più svariato per portare la salvezza».
I funerali di Anna si terranno sabato 24 giugno alle ore 10,30 presso il Duomo di Cittadella.
Riproponiamo una intervista che avevamo pubblicato su Sempre nel luglio del 2018, in occasione di 40 anni di matrimonio e 30 di casa famiglia.
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C’era una volta, in una ridente cittadina contornata da mura medioevali, un bambino che sognava di viaggiare per conoscere Paesi lontani. Proprio lì vicino abitava una bambina il cui sogno era quello di diventare hostess e sorvolare il mondo in aereo. I due bambini andavano a scuola insieme, giocavano insieme e crescendo, si innamorano e decidono di mettere su famiglia… E a questo punto la storia sembra rientrare negli argini della normale routine quotidiana: lui trova posto come impiegato in banca, lei lavora in una ditta metalmeccanica; si costruiscono una bella casetta e le loro giornate vengono presto allietate da vispi pargoli. E vissero felici e contenti. Invece la storia non finisce qui, perché Anna Bonaldo e Paolo Tonelotto si sono svincolati presto dall’abbraccio delle antiche mura di Cittadella (PD) per incontrare i popoli del mondo, non solo viaggiando, ma anche aprendo la loro famiglia alla solidarietà e all’affido. Paolo e Anna hanno festeggiato a giugno i loro 40 anni di matrimonio e i 30 anni di casa famiglia, costellati da viaggi in 20 Paesi. Quali sono state le tappe salienti della loro avventura?
1978 – Anna e Paolo sposi
La sensibilità verso i più poveri del mondo è il filo rosso che attraversa tutta la storia di Paolo e Anna: mettendo mano al portafoglio (seppure i debiti per l’acquisto della casa fossero tanti) decidono fin da subito di donare alle missioni il 3% dei loro stipendi. È padre Antonio Alessi, un missionario salesiano originario di Cittadella, a ricevere questa donazione a favore dei bambini dell’India.
1981 – L’India e Madre Teresa
«Dopo un paio d’anni padre Antonio ci fece una proposta inaspettata: “Questa volta tenetevi i soldi e venite con me in India, per vedere con i vostri occhi!”» racconta Anna. «A quel tempo Cristina, la nostra primogenita, aveva 6 mesi, quindi andò solo Paolo. Un viaggio che gli è rimasto nel cuore, soprattutto perché in quell’occasione ha potuto incontrare Madre Teresa di Calcutta! Questo incontro con la povertà ci ha spronato ad andare avanti e ci ha fatti interrogare: perché questa proposta (di donare alle missioni una parte dello stipendio) non la facciamo anche ad amici e parenti? È nata così l’associazione “Una Proposta Diversa” che tuttora sostiene progetti missionari in 13 Paesi del Sud del mondo».
1986 - Nasce la casa famiglia
La vita familiare continua, dopo Cristina nasce Daniele e nel 1985 Paolo e Anna conoscono la Comunità Papa Giovanni XXIII. «Gli “ultimi” che noi cercavamo erano quelli lontani, che vivono nei Paesi più poveri del mondo, ma il Signore ci costrinse prima a confrontarci con i poveri vicini, quelli della porta accanto» racconta Paolo. Da una proposta di Mario Catagini, responsabile di una casa famiglia nel vicentino, parte una nuova esperienza: la famiglia di Paolo e Anna si allarga accogliendo Paolo, un ragazzino autistico di 11 anni, che da vari mesi viveva nella “casa di pronta accoglienza” in attesa che una mamma e un papà si prendessero cura di lui.
1990 – Il Brasile: tutta la famiglia è missionaria
L’esperienza della “condivisione diretta” dà pienezza all’amore tra Paolo e Anna, ma nel loro cuore il fuoco della missione non si spegne: i due sposi si lasciano “tentare” da don Benzi e accettano di fare un’esperienza in Brasile. Era la prima volta che la Comunità mandava in missione una famiglia con i figli.
«Seppure sia stata un’esperienza di soli 3 mesi, è stata importante» dice Anna. «Si pensa sempre alla missione dei religiosi, ma l’esperienza in Brasile come famiglia è stata talmente bella che ci ha fatto capire che tutta la famiglia, in quanto tale, è missionaria! Avevamo pensato di ritornare in Brasile, ma Cristina non voleva perché aveva provato ad andare a scuola là e non le era piaciuta. Don Oreste ci ha detto che non bisognava forzare i figli e che dovevamo aspettare. Così ci siamo aperti ad altre accoglienze e nella nostra casa sono passate persone provenienti dall’Europa dell’est, dal Brasile, dalla Sierra Leone».
1991 – La missione a tempo pieno
«Una svolta grossa è stata la decisione di lasciare il lavoro in banca» ricorda Paolo. «Don Oreste ci propose di seguire le missioni che la Comunità stava aprendo in Zambia, Brasile e in altri Paesi che si sarebbero aggiunti a breve. Molti ci davano dei matti (Anna si era licenziata qualche anno prima per seguire le accoglienze); questa scelta però ci ha permesso di aprirci ad un mondo che altrimenti non avremmo vissuto». Proprio dopo il rientro dal Brasile, Anna rimane incinta e nel 1991 nasce Lucia.
1994 - Cile
Finalmente il sogno di partire per andare a vivere in missione diventa una realtà: le famiglie Tonelotto e Barresi partono alla volta di Santiago de Chile. «Lasciare la propria terra: era entusiasmante leggerlo nella vita di Abramo, ma noi avevamo cinque figli dai 3 ai 15 anni. E non conoscevamo una parola di spagnolo: anche il semplice andare a fare la spesa era un problema non da poco» racconta Paolo. «Però, in mezzo a tutte queste difficoltà, sentivamo di essere nel posto giusto. Furono anni che non scorderemo mai, nei quali vivemmo un’avventura stupenda. Non mancarono le difficoltà, i momenti di sconforto. Però furono molti di più i momenti di certezza nei quali scoprivamo che il Signore fa grandi cose anche attraverso le nostre fragilità». Dopo 4 anni in Cile, Daniele, che aveva terminato le scuole medie, chiede di rientrare in Italia: la nostalgia era tanta ed era giusto rispettare i desideri dei figli. «Fu in verità un lungo travaglio che ci impegnò seriamente per alcuni mesi» ricorda Paolo, «perché dovevamo tenere conto attentamente dei desideri e delle situazioni specifiche di ciascuno di loro».
1998 – La missione continua in Italia
«Quando siamo rientrati dal Cile io sono stata indicata come responsabile della neonata zona Padova, mentre Paolo guidava il Servizio Missioni come animatore e poi è diventato responsabile della Comunità a Belém, facendo la spola tra Italia e Brasile» spiega Anna. «Col tempo abbiamo capito che il Signore si è servito del figlio per farci rientrare perché forse vedeva in noi uno strumento per portare avanti altre cose. A volte il Signore usa queste strategie!»
2007 - Spagna
I figli crescono, la casa famiglia si apre a tante persone in difficoltà, la vita scorre tra mille impegni, ma il richiamo della missione non si è spento. «Paolo continuava ad insistere perché andassimo in Spagna: una destinazione vicina, dove potevamo parlare una lingua già conosciuta» dice Anna. «Ma io ero un po’ titubante, mi sembrava che il tempo fosse maturo perché i figli spiccassero il volo, non i genitori! Così un giorno in cappellina ho detto a Paolo: “Se non c’è un segno chiaro, smettiamo di parlarne”. Due giorni dopo bussa alla nostra porta una missionaria Dorotea per chiederci un aiuto. E guarda un po’: è la superiora della casa di Guadalajara, in Spagna! A quel punto le mie resistenze sono cadute!». La missione in Spagna è l’ultima apertura confermata da don Oreste, che sale in Cielo alla fine del 2007. Sarà Paolo Ramonda a confermare definitivamente questa partenza: «Insieme a noi c’era la famiglia di Matteo Vignato e Paola Zucchi: pochi giorni dopo il funerale di don Oreste siamo partiti per Guadalajara, dove noi ci siamo fermati 6 mesi, mentre loro hanno continuato la presenza missionaria».
2018 - Gerusalemme
Dopo 40 anni di matrimonio e 30 anni di casa famiglia, i figli naturali hanno preso il volo, ed è bello vedere Paolo e Anna col volto gioioso, col cuore pieno di un amore che non tengono gelosamente per loro, ma che continuano a riversare con generosità sui figli, sui nipoti, sulle persone vicine e lontane, con un’attenzione particolare a chi è più in difficoltà. Invece di andare “in pensione”, continuano ad essere disponibili alle proposte (a volte un po’ azzardate) della Comunità: ecco che Anna accetta di aiutare i fratelli che ora sono a Gerusalemme, e chissà quali altre appassionanti avventure li aspettano!