650 delegati provenienti da tutta Italia in rappresentanza dei movimenti popolari che lavorano quotidianamente per costruire cultura di pace e società inclusive e non violente si incontreranno oggi, venerdì 17 maggio, in Fiera a Verona per concludere i lavori preparatori di Arena di Pace 2024 che avrà il suo momento culminante all’arena di Verona sabato 18 maggio alla presenza di Papa Francesco.
Gli incontri in Arena sono iniziati negli anni ’80 su iniziativa dei “Beati costruttori di Pace” e dopo una prima fase durata fino al 1993 in cui si realizzavano a cadenza biennale sono proseguiti con una cadenza decennale, l’ultimo incontro si è tenuto il 25 aprile 2014 e aveva come tema “La resistenza oggi si chiama non violenza, la liberazione oggi si chiama disarmo”.
L’arena 2024 avrà per titolo “Giustizia e pace si baceranno” ricollegandosi alla dichiarazione di Paolo VI che non può esserci pace senza giustizia. La presenza di Papa Francesco renderà unico questo momento, infatti per la prima volta un Pontefice si unisce alla grande assemblea dei movimenti popolari per costruire un percorso di pace. Il cammino per giungere a questo momento è stato lungo ed articolato, si sono organizzati cinque tavoli di lavoro sui seguenti temi: pace e disarmo, democrazia e diritti, economia e lavoro, migrazioni, ambiente. Ogni associazione ha iscritto propri delegati ai tavoli di lavoro che avevano lo scopo di produrre documenti condivisi che indicassero priorità per il lavoro da svolgere nei prossimi anni.
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha iscritto 15 delegati ai vari tavoli di lavoro e la proposta principale che è stata portata nelle riunioni on line in preparazione all’assemblea dei delegati di venerdì 17 maggio è stata quella del Ministero della Pace che unirebbe in sé la capacità di organizzare a livello istituzionale tutte le politiche di pace e di realizzare il collegamento con gli altri ministeri. Mai come ora appare chiaro che il paradigma della pace difesa con le armi, del motto latino Si vis pacem para bellum deve essere con urgenza superato. Quando la pace si difende con le armi inevitabilmente sono le armi a prendere la parola. La storia ce lo insegna. La frase di don Oreste Benzi che è diventata lo slogan della campagna per chiedere l’istituzione del ministero della pace “l’uomo ha sempre organizzato la guerra è giunto il momento di organizzare la pace” non è una bella frase ad effetto ma è una grande profezia che segnerà una svolta epocale nella storia dell’umanità. Si vis pacem para civitatem: la pace non è assenza di guerra ma è la costruzione di società non violente ed inclusive in cui nessuno è escluso o lasciato indietro, società in cui la pace nasce dalla giustizia e dalla condivisione nei rapporti sociali e familiari.
La proposta della Comunità in questo percorso si è incontrata e confrontata con molte altre proposte che le altre associazioni hanno portato nei tavoli di lavoro, come quella dell’economia disarmata, della campagna per le scuole smilitarizzate, dell’istituzione di un dipartimento per la difesa civile non armata e non violenta, dei corpi civili di pace, la campagna internazionale a sostegno degli obiettori di coscienza e tantissime altre proposte anche nate da reti locali in cui si evidenziava l’esigenza di mobilitazione dal basso che unisca in momenti comuni di partecipazione attiva tutte le piazze d’Italia. Il lavoro di confronto e di sintesi è durato parecchi mesi attraverso incontri on line che hanno permesso di scrivere un documento conclusivo che sarà ulteriormente arricchito nell’assemblea del 17 maggio e presentato a Papa Francesco in Arena il 18 maggio.
L’Arena 2024 vuole essere non un evento fine a se stesso ma l’inizio di un percorso in cui i movimenti popolari e la società civile si impegnano ad avviare percorsi virtuosi volti alla costruzione effettiva di società pacifiche e non violente, scegliendo insieme delle priorità di azione e dandosi delle scadenze di verifica dei risultati ottenuti. Il desiderio sarebbe quello di riuscire a ritrovarsi in Arena con una cadenza biennale/triennale per verificare gli impegni presi e progettare nuovi percorsi. Papa Francesco è stato il primo a parlare di terza guerra mondiale a pezzi ma oggi siamo drammaticamente vicini ad una terza guerra mondiale globale dove neanche l’utilizzo di armi nucleari appare più un’ipotesi remota, non c’è più tempo da perdere, è ora che i costruttori di pace si alzino in piedi tutti insieme e facciano sentire con forza la loro voce.