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2 Ottobre 2024

Beato Antonio Chevrier

Il 2 ottobre la Chiesa ricorda il prete che si fece povero fra i poveri in un quartiere operaio alla periferia di Lione
Beato Antonio Chevrier
«Seguire Gesù Cristo più da vicino: ecco la via dell'efficacia e della fecondità pastorale»
Nasce il 16 aprile 1826 in Francia a Lione da una modesta famiglia. Entra in seminario a 17 anni e nel 1850 viene ordinato sacerdote. Inizia la missione pastorale in una parrocchia operaia delle periferia di Lione. Nel 1856 lascia la parrocchia per insegnare catechismo ai bambini poveri della “Città del Bambino Gesù”. Nel 1860 acquista una malfamata sala da ballo denominata “Prado” per trasformarla in un centro di formazione cristiana per bambini e ragazzi poveri che restavano ai margini o non si inserivano affatto nei percorsi ordinari della pastorale parrocchiale. Con una dozzina di questi ragazzi mette le basi della “Società dei preti del Prado” per diventare «preti poveri in mezzo ai poveri».
Convinto che «è meglio vivere 10 anni in meno lavorando per Dio, che 10 anni di più senza far niente» si sottopone ad un ritmo di lavoro davvero spossante. Lascia questa terra il 2 ottobre 1878, ad appena 52 anni. È stato beatificato il 4 ottobre 1986 da Giovanni Paolo II. La sua festa ricorre il giorno della sua nascita al cielo, il 2 ottobre.

Antonio, da prete novello, viene inviato a la Guillottière, un quartiere della periferia di Lione contrassegnato dall’industrializzazione della prima metà dell’Ottocento e dalla condizione di grande povertà della popolazione. Antonio rimane sconvolto dalla miseria in cui vive la gente del suo quartiere. In questo contesto si attua la forte esperienza che vive nella notte di Natale del 1856. Contemplando il presepio e meditando sulle parole del Vangelo: «Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi», vide l’immenso amore di Gesù per l’umiltà e la povertà. Di conseguenza comprende che se voleva annunciare il Vangelo nel mondo del lavoro doveva condividere la vita degli operai e diventare povero come loro. Nei giorni seguenti si reca ad Ars da Jean Marie Vianney. Appena gli spiega il suo desiderio di essere un prete povero e di formare preti poveri, il santo curato gli risponde: «Fatelo e diventerete ricco». Trasforma una sala da ballo nel centro del quartiere, un luogo di sbronze e di risse, frequentato da delinquenti e prostitute, in un centro di evangelizzazione. Rifiuta di impiantarvi un’attività lucrativa e non esita a chiedere l’elemosina in ginocchio. Antonio non si è sentito chiamato a fare “delle cose” per i poveri, ma a condurre alla fede in Gesù Cristo i ragazzi abbandonati, i poveri, perché potessero conoscere Colui che li ama d’una passione infinita. Non voleva sviluppare un’impresa sociale in favore dei poveri, ma donare loro il Cristo perché potessero trovare da loro stessi la sorgente della vita e della felicità.
Il Prado da lui fondato si è sviluppato in tutti i continenti, soprattutto vicino alle popolazioni più povere. I preti che vi aderiscono seguono il programma stilato dal loro fondatore: «Il sacerdote è un uomo spogliato (la povertà del presepio); un uomo crocifisso (il Calvario); un uomo mangiato (il Cenacolo)». Essi hanno fatte proprie queste parole di Antonio: «È nella povertà che il sacerdote trova la propria forza, la propria potenza, la propria libertà».