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31 Dicembre 2024
Ultima modifica: 31 Dicembre 2024 ore 07:41

Bergamo: qualità della vita al Top

La provincia lombarda primeggia nella classifica del Sole 24 Ore. Dal dramma del Covid a esempio di eccellenza.
Bergamo: qualità della vita al Top
Foto di ANSA, PHOTO, PWEBEXT
Bergamo conquista il primo posto nella classifica sulla Qualità della Vita 2024 del Sole 24 Ore, grazie a miglioramenti in sport, salute e società. Sul podio anche Trento e Bolzano. Il Mezzogiorno resta indietro, con Reggio Calabria all'ultimo posto, ma mostra segnali di ripresa economica. Le grandi città come Milano e Roma scendono in classifica, mentre le province meno urbanizzate emergono come nuovi baluardi di vivibilità.

A quasi cinque anni dall’immagine simbolica dei mezzi militari che trasportavano le salme delle vittime di Covid-19, Bergamo si riscatta e raggiunge la vetta della classifica annuale sulla Qualità della Vita 2024 stilata dal Sole 24 Ore attraverso 90 indicatori divisi in sei categorie tematiche. Un risultato straordinario per una provincia che, nel 2020, era 52esima e ora primeggia grazie a progressi in sport, salute e società.

Sul podio con Bergamo si trovano Trento e Bolzano, due province abituate ai vertici, mentre la top 10 è dominata da territori del Nord-Est come Monza, Cremona e Udine. Bologna, unica area metropolitana in questa élite, scivola al nono posto.

Tutto il Mezzogiorno nella seconda metà della classifica

Resta invariata rispetto agli anni precedenti la forte presenza delle province del Mezzogiorno nelle posizioni più basse della classifica: il fanalino di coda, quest'anno, è Reggio Calabria, che si conferma all'ultimo posto.

Dal gradino numero 83 in poi, la classifica è dominata dai territori del Sud: città metropolitane come Catania (83esima), Messina (91esima), Palermo (100esima) e Napoli (106esima), insieme a zone meno urbanizzate come il Sud Sardegna (93esima) e le province di Enna (97esima) e Cosenza (102esima). Per quanto riguarda i piazzamenti peggiori del Nord, spiccano due province liguri: Imperia (79esima) e, poco sopra, Savona (69esima).

Se il Mezzogiorno appare, nella fotografia generale, come un malato cronico, alcuni indicatori rivelano segnali di miglioramento: il trend del PIL pro capite che premia città come Palermo, Caltanissetta e Nuoro, e l’incremento delle presenze turistiche, con Isernia, Frosinone ed Enna a registrare i valori più alti.

A questa crescita dell’attrattività economica si affianca una maggiore accessibilità nel mercato immobiliare, sia per gli affitti che per l’acquisto, insieme a un’inflazione più contenuta. Un insieme di fattori che potrebbe creare condizioni favorevoli per il futuro.

Grandi città in discesa

Dalla classifica del Sole 24 Ore si evince come le grandi città soffrano il peso delle disuguaglianze economiche e dei costi della vita, con Milano e Roma che perdono rispettivamente quattro e venti posizioni. Da questo punto di vista, al contrario il Sud mostra segnali di ripresa: Palermo guida la crescita del Pil pro capite, mentre città minori come Trapani e Nuoro attraggono per affitti accessibili e nuove opportunità economiche.

Prendiamo ad esempio il tema degli alloggi: a Roma, il canone d’affitto medio per un appartamento da 100 metri quadrati in zona semi-centrale pesa per l’81% sul reddito medio dichiarato, contro il 13% di Trapani e Chieti. Elevato anche il numero di stipendi medi necessari ad acquistare un bilocale: 164,8 a Roma, contro i 33,4 di Avellino.

Le province meno urbanizzate si affermano così come baluardi di vivibilità, segnando un cambio di paradigma in un’Italia che cerca di ridurre i divari tra Nord e Sud e tra grandi centri urbani e territori periferici.