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28 Giugno 2024
Ultima modifica: 28 Giugno 2024 ore 13:44

Trump e Biden: chi mente di più?

Migranti al centro del dibattito elettorale USA: tra falsità e politiche controverse
Trump e Biden: chi mente di più?
Foto di Alison Dinner
Da tempo c'è una crisi umanitaria al confine USA-Messico e i candidati presidenziali non hanno perso l'occasione per cercare di trarne vantaggio durante il confronto televisivo appena avvenuto. Biden alcune settimane fa ha ristretto gli ingressi nel Paese, portando ulteriore tensione al confine con il Messico e ora l'UNHCR riporta le sue preoccupazioni per i richiedenti asilo.
Giovedì 27 giugno si è tenuto il dibattito elettorale per i concorrenti alla presidenza degli Stati Uniti, Joe Biden e Donald Trump. Ancora una volta, il tema migrazione è stato più volte al centro del confronto, spesso con dichiarazioni forti e fuorvianti. CNN riporta più di 30 falsità affermate dal presidente Trump durante l’intero dibattito, ma anche Biden non risparmia inesattezze. Trump afferma che Biden ha «lasciato entrare milioni di persone dalle prigioni, e istituti psichiatrici, permettendogli di entrare e distruggere gli Stati Uniti (“our country”)» aggrappandosi alla pericolosa criminalità degli immigrati, anche se uno studio della Standford University ha dimostrato che tale accusa non ha fondamento. Joe Biden, d’altra parte, nega le parole del rivale e si fa orgoglio dei risultati ottenuti attraverso le sue politiche di migrazione, dicendo che gli arrivi al confine sono scesi del 40%.Tuttavia si dimostra poco aggressivo e convincente durante il dibattito. Ma quali sono le politiche di cui parla? Ed è davvero un risultato di cui esultare?

L’ordine esecutivo di Biden

Sono ormai passate tre settimane da quando Biden ha annunciato un nuovo decreto che va a restringere gli ingressi nel Paese, portando ulteriore tensione al confine con il Messico.
Il presidente infatti ha firmato un ordine esecutivo il 4 giugno che limita le richieste d’asilo per le persone non autorizzate. Il nuovo decreto prevede che l’esame delle richieste d’asilo dei migranti irregolari venga sospeso quando ne vengono presentate più di 2.500 al giorno, il che avviene con estrema frequenza ed è accaduto il giorno stesso della firma. Il blocco delle domande d’asilo, che si è attivato quindi al primo giorno, durerà fino a quando il numero di migranti che cercano di entrare scenderà a 1.500 al giorno in modo stabile per una settimana consecutiva.  Durante questa sospensione ogni migrante irregolare sarà respinto, a esclusione di minori non accompagnati e casi particolari. «Gli Stati Uniti devono mettere in sicurezza il loro confine» afferma Biden nella conferenza stampa del 4 giugno, rassicurando «non demonizzerò mai i migranti». In queste tre settimane gli arrivi sono scesi del 40%, annuncia il Department for Homeland Security, arrivando ad una media di 2.400 persone al giorno. Questo numero tuttavia è ancora sopra la soglia decisa (ovvero 1.500 persone al giorno per una settimana consecutiva) per riaprire i confini e accettare nuove richieste d’asilo.  La realtà è che dall’inizio di giugno, più di 24mila persone sono state fermate e rispedite al loro Paese (Spectrum News NY1) e migliaia di migranti continuano ad arrivare, aspettando dall’altra parte del confine. Oltretutto, secondo NPR, il numero delle persone che arrivano al confine sta diminuendo da almeno 5 mesi, volendo dimostrare che questo dato non è un risultato delle politiche degli Stati Uniti, ma potrebbe essere dovuto ad altri fattori esterni.

Preoccupazioni e crisi umanitaria

Mentre secondo Trump le politiche di Biden sono state troppo deboli, lasciando il confine aperto a troppi «carcerati» e «terroristi» (dice durante il dibattito), dalla parte opposta, queste severe misure hanno istillato alcuni dubbi nell’Onu. L’UNHCR in particolare afferma che tale decreto lede gli obblighi internazionali degli Stati Uniti e il diritto fondamentale di poter chiedere asilo. «Le nuove misure negheranno l'accesso all'asilo a molti individui che hanno bisogno di protezione internazionale e che ora potrebbero ritrovarsi senza un'opzione praticabile per cercare sicurezza e persino a rischio di respingimento» afferma L’UNHCR in un comunicato stampa del 4 giugno.
Ciò che dovrebbe preoccupare è il possibile peggioramento della crisi umanitaria che colpisce la frontiera Messico-USA, dove centinaia di persone muoiono ogni anno nel tentativo di migrare a nord. Da un lato un muro, dall’altro il deserto. Disidratazione, calore, violenza dei trafficanti, annegamenti nell’attraversamento del Rio Grande. Il numero di persone scomparse e decedute non è quantificabile, lasciando centinaia, o migliaia di morti nell’oblio. Nel 2023, la rotta che attraverso il Messico giunge fino ai confini degli Stati Uniti è stata definita dall’IOM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione) la rotta via terra più mortale.
La situazione non è migliore una volta superato il confine, dove a lungo si è parlato di crisi umanitaria. L’incapacità di offrire il giusto supporto e le condizioni adeguate a queste persone ha fatto muovere numerose organizzazioni. Ad esempio, preoccupante è la condizione dei minori, soprattutto non accompagnati. Un report dell’Università di Harvard del 2024, annuncia che «I bambini detenuti per un periodo prolungato negli Stati Uniti nei centri di detenzione per famiglie di immigrati sono vittime di violenza fisica e mentale, oltre che inadeguati e inappropriati servizi medici». Le nuove misure adottate da Biden potrebbero quindi dare occasione di migliorare il sistema di accoglienza e fornire un periodo di respiro alla polizia di frontiera, ma potrebbe anche peggiorare le condizioni dei migranti e causare ulteriore sofferenza.