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10 Ottobre 2024

Burundi. Un futuro di speranza

Una testimonianza di vita fuori dal coro contro le ingiustizie, per creare una società più equa per tutti.
Burundi. Un futuro di speranza
In Burundi Albert e Daphrose camminano al fianco degli ultimi del loro Paese.
Gitaramuka è un villaggio fuori dal tempo nel nord del Burundi, uno dei paesi più poveri al mondo. Un luogo per certi versi ancestrale, in cui la modernità non ha ancora fatto capolino e le persone vivono alla giornata nelle tradizionali capanne di fango e arbusti.
«La verità è che si tratta di un villaggio ghetto - esordisce Albert -. Qui abitano 280 batwa, meglio conosciuti come pigmei, etnia minoritaria e molto povera della regione africana dei Grandi Laghi».
«Sono fortemente discriminati fin dall’epoca coloniale - prosegue Daphrose - non hanno terre e quindi non possono coltivare quanto è necessario per vivere. Molti producono vasi in ceramica con tecniche tradizionali, ma venderli è sempre più difficile. Finiscono così incastrati in un circolo di povertà difficile da spezzare, anche perché sono stati esclusi per anni dalla scolarizzazione e ancora oggi faticano a mandare i bambini a scuola».

I Pigmei, ultimi tra gli ultimi

Sono gli ultimi tra gli ultimi, come avrebbe detto Don Oreste.
«Abbiamo deciso di aiutarli partendo dal cibo - continua Albert - una pancia vuota non ha orecchie e queste persone non hanno davvero nulla da mangiare».
Da circa un anno, una volta al mese, distribuiscono così aiuti alimentari. Ma non solo.
«Non volevamo che il nostro aiuto si esaurisse nella risposta a un’emergenza di breve periodo - spiega Daphrose -. Abbiamo così avviato un percorso di affiancamento. Per garantire loro le cure di base, li abbiamo sostenuti nella richiesta di accesso al sistema sanitario e abbiamo organizzato una serie di incontri sull’utilizzo consapevole dell’acqua e sull’importanza dell’istruzione. Abbiamo iscritto 80 bambini a scuola perché possano costruirsi una vita dignitosa».
I bambini sono il futuro e investire su di loro significa renderli protagonisti attivi capaci di agire a pieno titolo nella società, anche per rimuovere le cause delle ingiustizie e della discriminazione.
«Oltre a loro, speriamo di poter presto sostenere i piccoli malnutriti del villaggio di Rushubi - conclude Albert -. È una bella sfida, ma è la strada da percorrere per dare un futuro di speranza al nostro paese».

Il progetto. Daphrose e Albert

Daphrose Alliance Maniributse e Albert Ngendakumana sono due membri della Comunità Papa Giovanni XXIII originari del Burundi. 58 anni lei e 42 lui, hanno scelto di condividere la vita con i poveri del loro paese, dai pigmei del villaggio di Gitaramuka ai bambini malnutriti di Rushubi. Oltre all’impegno in Comunità, Daphrose si occupa dei suoi cinque figli, mentre Albert insegna alle superiori.

Aiutateci con le tessere sanitarie

Nel villaggio di Rushubi, Daphrose e Albert hanno incontrato 35 mamme con bambini gravemente malnutriti. Per aiutarle, vorrebbero affiancarle nelle pratiche burocratiche necessarie per ottenere la tessera sanitaria, indispensabile per accedere alle cliniche. Vorrebbero inoltre iniziare un percorso di formazione sulle norme igieniche da seguire per evitare infezioni potenzialmente letali. Con 56 euro potremmo dare loro le tessere sanitarie, con 162 riusciremmo a organizzare lezioni igienico-sanitarie con distribuzione di taniche per l’acqua, sapone e tazze. Grazie di cuore per quanto potrete fare!
Per maggiori informazioni e per contribuire: segreteria.condivisione@apg23.org 0541 50622