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30 Agosto 2024
Ultima modifica: 31 Agosto 2024 ore 13:25

Camil sfida i propri limiti: record speciale sui rulli

Un giovane con sindrome di Down sale in sella per sostenere un amico
Camil sfida i propri limiti: record speciale sui rulli
Camil Perdoncini, un trentenne di Legnago con sindrome di Down, ha sfidato i propri limiti per aiutare un amico in difficoltà. Con la sua determinazione, ha pedalato per sei ore sui rulli. La sua storia è un esempio di amicizia, coraggio e superamento delle barriere.

A volte “le cose grandi le fanno i piccoli”. È quanto è accaduto nella cittadina di Legnago in provincia di Verona, testimone di un'impresa straordinaria. Una storia di speranza, di coraggio e di amicizia.

Protagonista di questa storia è Camil Perdoncini, un giovane legnaghese di 30 anni con la sindrome di Down che, con la sua determinazione e il suo cuore generoso, ha sfidato i propri limiti per aiutare un amico in un momento di difficoltà.

Un’impresa che ha conquistato le pagine del quotidiano veronese L’arena, creando grande commozione.

L’ispirazione di un amico

Tutto ha avuto inizio nel maggio del 2022, quando Michele Adami di Roverchiaretta, amico di Camil e mental coach, si è lanciato in una sfida ambiziosa: battere il record del mondo di ciclismo su rulli. Dopo tre giorni di sforzi intensi e 1.500 chilometri percorsi, Michele ha dovuto arrendersi al volere dei medici che lo hanno costretto ad interrompere la sfida a causa di sopraggiunti problemi di salute.

Adami, 48 anni, mental coach per sportivi ed imprenditori ha confidato al giornale L’arena: «In quel momento mi è crollato il mondo addosso e sono entrato in un periodo difficile della mia vita». «Mi sono aggrappato a mia moglie Silvia, ai miei figli, alla mia famiglia e ai miei amici più stretti, tra i quali c’è anche Camil».

Una grande amicizia

Ed è proprio in quel momento di fragilità che è nata una nuova sfida, che avrebbe cambiato la vita di entrambi.

Camil, solare e determinato, non si è lasciato scoraggiare dalla apparente sconfitta e con convinzione si è subito offerto di aiutare l’amico Michele dicendo nell'articolo de L'Arena a firma di Laura Bronzato: «Il record del mondo lo faccio io perché sono Down. Ho un cromosoma in più, le gambe buone e il cuore sano. Ce la posso fare, tu mi aiuti e mi prepari con allenamenti, dieta, integrazione e ti prometto che ce la farò».

Adami, che inizialmente aveva sottovalutato le parole di Camil, vedendo la sua determinazione ha deciso di aiutarlo.

La famiglia di Camil

È iniziata così la preparazione atletica raccontata anche da Camil sulla sua pagina Instagram. «Ho installato i miei rulli sulla sua mountain bike e ha iniziato ad allenarsi», ha raccontato Adami a L’Arena. Camil, con una disciplina sorprendente, ha seguito un programma di allenamento rigoroso durato due anni, perdendo peso e migliorando la sua forma fisica sostenuto dal suo team.

Camil vive in una famiglia aperta all'accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi.  Mamma Damiana lo ha adottato quando aveva un anno. Con lui c'è anche Nello, diventato a tutti gli effetti fratello maggiore di "cuore".

«Questa impresa - ci racconta Damiana Perdoncini - nata per consolare Michele, è diventata in realtà una sfida importante per Camil che lo ha aiutato a crescere come persona. Io e Nello ci abbiamo creduto e lo abbiamo sostenuto nel suo impegno.
Abbiamo dato molto valore a questa impresa perché se fare sport lo faceva stare bene, dall’altro lato ha messo in risalto la capacità di Camil, che quando fa una cosa con passione, perché ci crede, riesce a portare a termine con determinazione le scelte fatte».  

Il mental coach a L’Arena: «Camil ha dovuto perdere 10 chili, cosa non semplice per lui che ama pizza, patatine, gelato e tutto quello che è vietato agli sportivi». Ma Camil non si è arreso. «Inviava quotidianamente foto del peso al mattino, di tutto quello che mangiava e video degli allenamenti. Non solo al coach, ma anche a tutte le persone che conosceva. Quando si è sentito pronto, è stato stilato un vero e proprio regolamento, con tanto di timbro del Guinness World Records».

La forza di Camil oltre la disabilità

E così, dopo mesi di preparazione, Camil si è presentato sulla linea di partenza, pronto a scrivere una nuova pagina della sua storia. Con ogni pedalata, ha dimostrato che la disabilità non è un limite, ma un’opportunità per superare se stessi e aiutare gli altri.

«Il "Record del mondo di Camil" - racconta L’Arena, ha avuto inizio sabato 29 giugno, quando è salito sulla sua bicicletta e ha pedalato per un'ora, tutto in diretta Facebook pena l'annullamento della sfida, proseguendo così anche nei giorni successivi. Il sabato seguente, il giovane si è recato a casa di Adami a Roverchiaretta per completare il record, supportato da una trentina di persone tra amici, parenti e alcuni membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, della quale fa parte.

«Gli abbiamo fatto cantare l'inno italiano, con la mano sul petto, prima di partire», ricorda Adami. Anche questa pedalata finale è stata trasmessa in diretta ma, dopo 45 minuti, Camil ha avuto un crollo dovuto all'emozione, è sceso dalla bici e si è sdraiato a terra. Ma non si è arreso e, poco dopo, è risalito in sella e, incoraggiato dal tifo attorno a lui, ha completato con determinazione la prova, con tanto di conto alla rovescia e lacrime di gioia. Il giovane, reduce da sei ore di fatica, ha ricevuto la "Coppa di campione del mondo" dal sindaco di Roverchiara, Loreta Isolani, e la festa è proseguita con una cena».

Damiana non nasconde l'orgoglio per il successo dell'impresa del figlio. «Questa festa creata per lui, ha messo in moto tanta gente. Mi sento di ringraziare in modo particolare Michele Adami e Vanni Beltrame perché si sono presi a cuore in modo molto serio questa cosa, accompagnando Camil non solo fisicamente ma anche nella relazione, nell’amicizia. E poi Valentino e Grazialma, suoceri di Michele, che hanno messo a disposizione la casa dove si è svolta l’impresa, per i quali Camil è parte a tutti gli effetti della famiglia».

«Le cose belle e positive, che fanno star bene, e aiutano a diventare grandi in modo sano e questo vale anche per Nello – precisa Damiana – vanno valorizzate e sostenute e loro come famiglia lo hanno fatto».

Chi è Camil Perdoncini

Leggi l’articolo su semprenews: "La storia di Camil parla di gioia"

Camil, con la sua semplicità e il suo coraggio, testimonia che anche dalle esperienze più difficili può nascere qualcosa di straordinario. Un esempio di amicizia leale.

«Io ho sempre fatto sì - ha sottolineato Damiana -, che i miei ragazzi vivessero la loro normalità fatta di successi ma anche di sconfitte. Credo nell’importanza di aiutarli ad essere più autonomi possibile, in base alle proprie capacità. Camil aveva questo sogno, questo desiderio che poteva sembrare impossibile. Io non ho fatto altro, come in fondo fanno tutti i genitori nei confronti dei figli,  che aiutarlo a realizzare questo sogno».  

Adami a L’Arena: «Grazie a Camil, in questi due anni ho capito che il mio record non è fallito perché il messaggio di forza che ci tenevo a dare è andato avanti. «Ci ha fatto capire che tutto è possibile, che la disabilità non è un limite ma una grande opportunità per chi la vive e per chi ha la fortuna di vivere e di trovarsi accanto queste persone».

Leggi la storia di Camil Perdoncini

La storia di Camil ci ricorda che ognuno di noi, indipendentemente dalle proprie difficoltà, può essere un “eroe”.