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21 Settembre 2022
Ultima modifica: 21 Settembre 2022 ore 17:43

Che cos'è l'Alzheimer?

Oggi è la giornata mondiale dell'Alzheimer
Che cos'è l'Alzheimer?
Foto di 💙♡🌼♡💙 Julita 💙♡🌼♡💙 da Pixabay
A quale età viene l'Alzheimer? A che cosa è dovuto? Ci sono farmaci per l'Alzheimer? Ne abbiamo parlato con il neurologo sammarinese Dario Manzaroli
In Italia sono circa 492.000 le persone che soffrono della malattia di Alzhaimer, ma si stima che siano circa 3 milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella cura dei loro cari.

Una malattia dal grave impatto sociale

Sì, perché questa malattia ha un impatto sociale molto rilevante in termini di lavoro di cura, di risorse anche economiche, di relazioni e di emozioni da rielaborare.
In occasione della Giornata Mondiale dell'Alzheimer abbiamo fatto qualche domanda al neurologo sammarinese Dario Manzaroli. Dopo essere stato Direttore Sanitario, da quando è in pensione opera come volontario nel centro La Filigrana.

Che cosa è l’Alzaimer?

Il dott. Dario Manzaroli, Neurologo
«È una forma di demenza, che comporta la perdita progressiva della memoria e della cognizione. Rappresenta l'80-90% delle forme di demenza ed è dovuta ad una degenerazione delle cellule nervose nelle aree cognitive, che vengono sostituite da tessuto amiloide. Ci sono delle fibrille - strutture proteiche - che si depositano all'esterno dei neuroni e creano degli ammassi. È questo che permette di fare la diagnosi precisa di malattia di Alzheimer, perché la demenza in sè è visibile anche con dei test.»

La popolazione sempre più anziana

Di Alzheimer si sente molto parlare ora. Prima non esisteva?

«Occorre innanzitutto considerare dei semplici dati demografici: la mortalità infantile qui è praticamente azzerata, e l'aspettativa di vita è aumentata, situandosi intorno agli 80 anni. Quindi le malattie correlate con invecchiamento ora sono più frequenti. Poi oggi c'è la possibilità di fare più diagnosi.»

L'essere umano è connesso all'ambiente

Quali sono le cause dell'Alzheimer?

«Non sono note, ma ci sono diverse ipotesi. Si parla di predisposizione genetica, di inquinamento, di alimentazione, anche di farmaci, ma non ci sono correlazioni certe, nonostante i grandi sforzi della ricerca negli ultimi anni.
Sicuramente possiamo dire che registriamo un aumento dei casi e quindi che c'è un rapporto con l'ambiente e gli stili di vita. Comunque, in senso lato, non c’è una malattia che non sia correlata con l’ambiente. Crediamo di essere fuori dalle regole della natura, ma non lo siamo. Basti pensare al cambiamento climatico e ai suoi effetti, agli sconvolgimenti sull'ecosisema, sui nuovi tipi di piante che crescono in una zona, e sui differenti microorganismi da cui sono abitate, sui differenti batteri...».

A quale età insorge l'Alzheimer?

«La maggior parte dei casi insorge intorno ai 60-65 anni anche se ci sono dei casi di Alzheimer precoce.»

Ci sono delle cure?

«Le cure cercano di rallentare il processo degenerativo, ma purtroppo non ci sono cure in grado di arrestarlo. Si cerca di intervenire in maniera sintomatica con antidepressivi, farmaci per il sonno. In particolare si usano farmaci che riducono il degrado dell'acetilcolina, un neurotrasmettitore particolarmente carente in questa malattia.»

Parliamo dell'impatto sulle famiglie

«L'impatto sulle famiglie è devastante. Siamo di fronte a persone che perdono autonomia e personalità. Quindi il problema diventa doppiamente doloroso, perché c'è il gravissimo trauma di vedere persona a cui vuoi bene che non ti riconosce più e non interagisce con te come prima.
Il corso della malattia non è tranquillo. Quando nel cervello le parti superiori si degradano, le strutture più primitive emergono, le persone che magari erano tranquille possono diventare aggressive.»

Qual è lo scopo di questa Giornata Mondiale dell'Alzheimer?

«Questa giornata è importante per sensibilizzare l'opinione pubblica, perché come società dobbiamo renderci conto di questi problemi, e dobbiamo fornire supporto al malato perché riceva le cure, e alla famiglia perché non si disgreghi.»