Sant'Ignazio di Loyola e i gesuiti, suoi figli spirituali
Anche Papa Francesco fa parte della congregazione dei gesuiti, fondata da Sant'Ignazio di Loyola. Scopriamo insieme perché fu così importante per la Chiesa.
Ignazio di Loyola si ricorda il 31 luglio. Favorito da grazie eccezionali, fu una figura fondamentale per la riforma della Chiesa, grazie anche alla fondazione dell'ordine dei gesuiti.
Mentre Martin Lutero nella Germania e Zwingli e Calvino nella Svizzera portavano avanti una loro personale riforma in contrasto col Papa, Ignazio di Loyola non pensava a come contrapporsi a loro ma si sentiva spinto ad operare una riforma profonda all’interno stesso della Chiesa con l’esempio di vita e con la predicazione del vangelo. Con gli amici che si era fatto durante gli studi a Parigi, Pietro Favre, Francesco Saverio (entrambi futuri santi), Laínez, Salmerón, Rodrigues e Bobadilla diede vita alla Compagnia di Gesù (cioè i Gesuiti).
Erano legati al Papa con un voto speciale di obbedienza, non vivevano all’ombra di un chiostro, non cantavano in liturgie comuni, non praticavano mortificazioni rigorose, ma erano sempre disponibili per servire Dio e il prossimo. Svolgevano attività prevalentemente itineranti, facendo fronte alle più urgenti necessità di predicazione, di catechesi, di riforma del clero, e nell’evangelizzazione dei nuovi Paesi (Oriente, Africa, America). Favorito da grazie eccezionali, Ignazio divenne maestro di orazione e uno dei più grandi mistici della Chiesa.
Il riferimento per i gesuiti: gli Esercizi Spirituali
La Chiesa del tempo, lacerata dalla Riforma protestante, rispose con la convocazione del Concilio di Trento (1545-64). Ignazio aveva una sua idea su come riformare la Chiesa e lo strumento da lui usato furono gli “Esercizi spirituali” (sua principale opera), manuale di pedagogia spirituale centrato sul seguire Cristo povero e umile.
Ignazio era convinto che tenendo davanti agli occhi il modello di Cristo povero e umiliato a causa della parola di Dio e riformando la propria vita su questo, non si poteva non arrivare necessariamente anche a una riforma delle strutture. Proprio per questo fu uno dei grandi protagonisti della riforma della Chiesa.
Ignazio si era posto aservizio di Cristo e della sua Chiesa “per la maggior gloria a Dio” (motto da lui coniato per la congregazione dei gesuiti) ed è fedelmente seguito da Papa Francesco, il primo gesuita nominato successore di Pietro.
Chi era San’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti
Iñigo Lopez de Loyola nasce ad Azpeitia, un paese basco, nel 1491, ultimo di 13 fratellidi Beltran Ibañez de Oñaz e di Marina Sanchez de Licona. Nel 1506 diventa paggio al servizio del tesoriere del regno di Castiglia. Nel 1517 prende servizio nell'esercito.
Nel 1521 durante l'assedio della fortezza di Pamplona da parte dei Francesi, rimane gravemente ferito alle gambe. Durante la convalescenza trascorre il tempo leggendo una vita di Cristo e le vite dei santi.
Nel 1522 inizia il suo cammino di conversione che lo porterà a fondare una Compagnia di consacrati e ad essere il grande protagonista della riforma cattolica.Nel 1528 si trasferisce a Parigi per studiare teologia dove unisce a sé i primi compagni.
Nel 1537 viene ordinato sacerdote a Venezia. Il 27 settembre 1540 Papa Paolo III approva la Compagnia di Gesù da lui fondata. Muore il 31 luglio 1556.
Fu proclamato beato il 27 luglio 1609 da papa Paolo V e proclamato santo il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV. La liturgia lo ricorda il 31 luglio.
Chi sono i Gesuiti
I Gesuiti sono sacerdoti e confratelli che fanno parte della Compagnia di Gesù, un ordine religioso che conta più di 20mila membri in tutto il mondo. Nel corso della sua vita, S. Ignazio di Loyola raccolse attorno a sé un gruppo di amici, tutti affascinati dalla passione con cui Ignazio cercava di seguire le orme di Gesù e di diffondere il vangelo. Da quel gruppo nacque appunto la Compagnia di Gesù, approvata da Papa Paolo III nel 1540.
La storia della Compagnia di Gesù è ricca e complessa, non solo perché abbraccia secoli, culture e continenti diversi ma anche perché è stata oggetto di giudizi molto contrastanti. Infatti i Gesuiti divennero quasi da subito anche poeti, astronomi, architetti, antropologi, imprenditori teatrali e molto altro, con un coinvolgimento nella cultura laica che non aveva precedenti per un ordine religioso. Tutto questo finì per essere interpretato in modo dualistico: i gesuiti o erano santi o erano demoni.
Anche all'interno della Chiesa stessa i Gesuiti furono a volte osteggiati, tant'è che per un periodo di 41 anni furono soppressi: nel 18° secolo le corti borboniche esercitarono una pressione talmente violenta su Papa Clemente XIV da costringerlo, “per la pace della Chiesa”, a firmare nel 1773 il decreto di soppressione della Compagnia di Gesù. E così, dopo essere stata cacciata dai territori di Portogallo, Spagna, Francia, Napoli e dalle colonie del Sud e Centro America, la Compagnia di Gesù finì per essere soppressa.
Gesuiti, il film Mission
Le ostilità che porteranno alla soprressione della Compagnia, emergono bene nel film Mission (1986) diretto da Roland Joffé e interpretato superbamente da Robert De Niro, Jeremy Irons e Liam Neeson. Il film racconta come i Gesuiti, in piena fase di colonizzazione del Nuovo Mondo, già nel XVII secolo osarono sfidare il potere dei regni di Spagna e Portogallo creando zone franche per gli indios sfruttati dagli europei. La colonna sonora di Ennio Morricone rimane una perla rara della musica del secolo scorso.
Gesuiti, la messa di Ennio Morricone
Nel 2012 Ennio Morriconeaccettò l'invito di padre Daniele Libanori, rettore della chiesa del Gesù a Roma, dove il musicista si recava frequentemente, di scrivere una Messa per festeggiare i 200 anni della ricostituzione della Compagnia di Gesù. Morricone, artefice di più di 500 colonne sonore di film, musicò la sua prima Messa e la dedicò a Papa Francesco: nasce così la Missa Papa Francisci.
I gesuiti secondo Papa Francesco
Jorge Maria Bergoglio è un gesuita. Che cosa significa per lui, che ora ricopre il ruolo di sommo pontefice, essere gesuita? E cosa rappresentano i gesuiti secondo Papa Francesco?
«Se ci interroghiamo sui gesuiti e sulla loro origine, la prima immagine a cui rivolgerci è quella del loro fondatore: Ignazio di Loyola. Addentrandoci nella storia di quest'uomo potremo capire meglio il nucleo ispiratore della Compagnia di Gesù» dice il futuro papa Francesco durante la conferenza tenutasi a Mendoza (Argentina) il 23 agosto 1985 in occasione del IV centenario dell'arrivo dei gesuiti in quelle terre.
«Sant'Ignazio non è uno spirituale isolato e neanche un intraprendente organizzatore - continua Bergoglio -, è un uomo, chiamato da Dio, fedele alla chiamata , che rende possibile il dialogo tra la parola di Dio e la cultura della sua epoca: quel dialogo si fa istituzione. E quell'istituzione è la Compagnia di Gesù».
Bergoglio continua sottolineando luci e ombre della Compagnia di Gesù: «La storia di Sant'Ignazio e dei gesuiti è una storia tragia nel senso etimologico della parola. Lo sanno tutti: gesuita nel dizionario è sinonimo di ipocrita. Problemi ce ne sono stati, e gravi; ci sono stati successi, e notevoli; ci sono stati persecuzioni e fallimenti. Nella storia della Compagnia la tribolazione è pane quotidiano. Tutto questo ci dà sicurezza e ci fa sentire l'appartenenza a un corpo che è più grande di noi e ci dà consistenza».
I santi gesuiti
La Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio di Loyola, si diffuse presto in tutto il mondo e donò alla Chiesa numerosi testimoni, pronti a dedicare la vita ai più poveri ed emarginati.
Ad esempio San Alberto Hurtado, gesuita originario del Cile, diede vita agli Hogar de Cristo, per l'accoglienza dei più emarginati della società.
Forse il più conosciuto tra i santi gesuiti è San Francesco Saverio, di nobile famiglia, che conobbe Sant'Ignazio durante i suoi studi a Parigi e che insieme a lui costituì il primo nucleo della Compagnia di Gesù (i Gesuiti).
Francesco partì come missionario nel 1540: arrivato a Goa, capitale dell’impero delle Indie Orientali, si spinse fino al Giappone, dove fu il primo missionario cristiano. Iniziò ad evangelizzare quelle popolazioni fino alla sua morte, avvenuta nel 1552 proprio di fronte alle cose della Cina. Patrono delle missioni, San Francesco Saverio viene ricordato il 3 dicembre.