In un quartiere popoloso di Pechino, dove migliaia di persone vivono in palazzi affollati, la comunità cattolica celebra la Pasqua con riti antichi e gesti semplici come lo scambio delle uova sode, simbolo di vita. Un racconto esclusivo dal cuore della Cina, tra restrizioni e voglia di fede.
Nel cuore pulsante di Pechino, tra grattacieli e traffico congestionato, la Pasqua si celebra con una forza discreta ma intensa. «La Pasqua è una festa grande, molto sentita dai cattolici cinesi», racconta Cristina, che vive in Cina da più di 10 anni. A Pechino sono circa 25 le chiese che accolgono i fedeli per le celebrazioni pasquali, ma non aspettatevi il classico concetto di parrocchia: qui ognuno si sposta anche più di 50 chilometri in città per partecipare alla messa perché al di fuori della città non ci sono molti luoghi di culto.
«Anche chi abita in città – spiega Cristina – non ha un legame particolare con una sola parrocchia, ma sceglie ogni volta la chiesa che più gli conviene, sia per gli orari sia per gli spostamenti da fare». I fedeli possono tenersi aggiornati sugli orari delle celebrazioni e sulle varie iniziative grazie ai
gruppi social delle varie chiese e della diocesi di Pechino.
La settimana santa è scandita da riti importanti, come in tutto il mondo, con qualche particolarità: il mercoledì santo si celebra la messa crismale nella cattedrale di Pechino, mentre il venerdì santo si tiene la via crucis nei vari
luoghi di culto, alcuni dei quali all’esterno sembrano edifici normali, senza l’aspetto tradizionale di una chiesa.
In molte chiese la veglia pasquale si svolge alle 18:30, un orario scelto per permettere anche a chi arriva da lontano con treni o metropolitane di partecipare. «Circa dieci anni fa avevo partecipato a una veglia di Natale che era stata fatta di sera – racconta Cristina. Finita la celebrazione la gente si era fermata a dormire sui banchi della chiesa perché non c’erano più mezzi pubblici per tornare a casa. Col tempo le cose sono cambiate e hanno iniziato a fare le veglie nel pomeriggio, per permettere alle persone di ritornare a casa».
Un momento particolarmente toccante è la notte di Pasqua, quando nelle cattedrali si celebrano centinaia di battesimi, quasi tutti di adulti, perché in Cina i giovani sotto i 18 anni non possono essere battezzati. «Ci sono dei grandi bacini di acqua, addobbano tutta la chiesa, e nelle chiese che hanno un cortile le attività come processioni, fuoco e battesimi si svolgono all’aperto».

Cina: celebrazione solenne il mercoledì santo nella cattedrale di Pechino
Foto di Archivio Sempre

In Cina si celebra la messa in alcuni saloni di edifici privati, se i fedeli sono numerosi, si possono accomodare in salette laterali dotate di schermi.
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Durante la messa in Cina non si passa a raccogliere le offerte: i fedeli possono offrire il loro sostegno alla Chiesa inquadrando un QR code.
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In Cina le celebrazioni liturgiche si svolgono anche in alcuni locali privati adibiti a luoghi di culto. Qui un altare è stato posto in un grande salone che funge da chiesa parrocchiale.
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In Cina molte chiese sono in edifici che ospitano appartamenti e altri esercizi commerciali. Ad esempio in questa foto i locali adibiti a chiesa sono dietro le due vetrate, a destra e a sinistra della croce.
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In Cina si celebra la messa in alcuni saloni di edifici privati, se i fedeli sono numerosi, si possono accomodare in salette laterali dotate di schermi.
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La tradizione delle uova sode è molto sentita: «Sia alla messa della sera, sia a quella della mattina ti regalano un uovo sodo, segno della vita. Chi vuole può andare in chiesa a cuocere e dipingere le uova». Questo è possibile perché le chiese in Cina sono per lo più edifici “normali”.
«La chiesa che frequentiamo di solito è inserita in un edificio polifunzionale lungo 500 metri, a 3 piani, dove si trovano, oltre agli appartamenti abitativi, un bar, una scuola di danza, un negozio di moto e un ristorante.
Ci sono vari spazi che appartengono alla parrocchia: un salone in cui le persone vengono accolte, dove il parroco ha messo anche un distributore di snack e merendine per i bambini e una macchinetta del caffè. Lo spazio di culto vero e proprio è nel sotterraneo, dove c’è un grande salone, affiancato da altre due salette con schermi che permettono di seguire la messa anche a chi non trova posto vicino all’altare. A Pasqua e nelle altre feste importanti ci sono moltissimi fedeli che vogliono partecipare alla messa e a volte si devono sistemare nel salone al piano superiore, dotato di schermo, perché se non arrivi per tempo non trovi posto. Quindi succede che, ad esempio, durante l’atto penitenziale il sacerdote debba andare anche al piano superiore per benedire tutti con l’acqua santa».
L’anno scorso, racconta Cristina, si sono benedette anche bottigliette d’acqua che i fedeli portano a casa per berla, un gesto di fede e speranza.
Il quartiere Cristina partecipa alle celebrazioni liturgiche, situato alla periferia nord di Pechino, è considerato il più popoloso di tutta l’Asia con circa 750mila abitanti (ed è solo un quartiere!). Qui la comunità dei fedeli è viva e giovane, composta da cristiani da generazioni e da convertiti adulti.
La Chiesa cattolica in Cina non è nascosta, ma opera nei luoghi adibiti al culto, rispettando le regole che vietano di fare processioni per le vie cittadine o manifestazioni pubbliche troppo vistose. Ogni confessione religiosa ha i suoi spazi e la convivenza è regolata con attenzione.
«Qui in Cina la religione va bene, ma non è un “prodotto” che puoi pubblicizzare, non si può sbandierare», spiega Cristina. «L’altro giorno sono andata in un negozio e la negoziante stava ascoltando la radio; ho sentito la preghiera del Credo e ho capito che stava ascoltando la messa presieduta dal vescovo. Allora le ho chiesto se era cattolica e lei era un po’ titubante a rispondermi, perché ero una straniera che le chiedeva una cosa strana. Quando le ho detto che anch’io ero cattolica, si è un po’ rilassata. Le ho chiesto dove andava a messa lei, per capire se magari c’era una chiesa vicina. In realtà mi ha confermato che, anche se a 15 km da casa nostra c’è una cittadina di 200mila abitanti, non c’è nessun luogo di culto. Per trovare una chiesa bisogna andare a Pechino. Lei per lavoro non riesce ad andare e quindi ascolta la messa per radio».
La Chiesa cattolica, pur con le sue limitazioni, continua a crescere e a rinnovarsi: «A Pechino c’è una chiesa antica che ormai non era più agibile e per tanti anni è stato utilizzato un capannone costruito lì vicino. Ora verrà ricostruita: il governo ha autorizzato la ristrutturazione di questo edificio storico, che diventerà un monumento all’interno di un parco, rendendo la presenza cattolica ancora più visibile in città».
In questo grande Paese, colosso dell'economia mondiale, la fede si fa strada con discrezione ma con grande forza. «La nostra parrocchia è piena di giovani», conclude Cristina, segno che la tradizione continua a vivere, anche in un contesto così complesso come è quello cinese.