In questo periodo molti genitori si chiedono come spiegare la guerra ai loro figli. Come educare alla pace per prevenire le guerre?
Francesco, 6 anni, preoccupato chiede: «Cos’è la guerra?». Domanda complessa che genera sgomento e dubbi: cosa dire? Quanto spiegare? Come? In questo periodo molti bambini entrano per la prima volta in contatto con il concetto di guerra, immagini di
distruzionericorrenti in televisione, soprattutto
delle case, luoghi di protezione e sicurezza per i bambini. Le fotografie mostrano anche bambini feriti, in fuga, come se questo evento toccasse in modo particolare proprio loro: i piccoli. Gli effetti della comunicazione mediatica sono forti per la mente dei bambini che provano quindi paura, generata da qualcosa di sconosciuto ma di cui sono visibili le conseguenze che mostrano i media.
Proteggere i bambini dall'angoscia
La prima attenzione è proprio quella di
proteggere i bambini da immagini, video, discorsi tra adulti che hanno l’effetto di generare paura e angoscia di fronte a qualcosa di evidentemente terribile che però non si capisce a fondo. Un altro aspetto importante è che i bambini devono
percepire che gli adulti di riferimento, la loro “base sicura”,
non sono travolti dalla situazione. Il compito è quello di
proteggerli e infondere sicurezza, ascoltare i loro bisogni, lasciando spazio la dialogo, dando un nome alla paura ed ai timori.
Raccontare la pace
Invece di raccontare la guerra si può
raccontare la pace, a seconda dell’età del bambino, cercando stimoli diversi: filastrocche, canzoni, libri, film, racconti, testimonianze e biografie di donne e uomini che hanno costruito la pace nella storia facendo della non violenza una scelta di vita. Con i bambini più grandi si può lavorare sulle
strategie nonviolente, creative, per risolvere piccoli conflitti, mostrando che una via diversa dalla violenza, dalla sopraffazione e dalla prepotenza è possibile e vincente.
Evitare la guerra è il lavoro dei politici, stabilire la pace è il lavoro dell’educazione
Maria Montessori
Costruire la pace nel quotidiano
Nella vita di tutti i giorni è fondamentale trasmettere il valore del rispetto, della gentilezza, rafforzando le azioni gentili compiute durante la quotidianità, ricercando la via della cooperazione e non della competizione. Come diceva
Maria Montessori, la competizione è l’inizio di ogni guerra, quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando alla pace.