La due giorni doveva tenersi a Cesena ma è stata spostata a Rimini dopo l'alluvione. Si alterneranno momenti di confronto, celebrazioni e atti giuridici. A votare saranno i delegati indicati da tutte le Zone della Comunità attive in Italia e nel mondo.
Oggi 27 e domani 28 maggio si tiene un evento importante per Comunità Papa Giovanni XXIII, l'associazione internazionale fondata da don Oreste Benzi e riconosciuta dalla Santa Sede: l'assemblea generale dell'associazione, composta dai delegati che arriveranno da tutti i Paesi del mondo in cui l'opera è presente, dovrà
eleggere il nuovo, o la nuova, responsabile generale.
È un fatto per certi aspetti
ordinario – lo Statuto attuale prevede che l’elezione avvenga ogni sei anni (scadenza che il nuovo Statuto, che verrà approvato a breve, ridurrà a cinque) – e allo stesso tempo
straordinario: al tempo di don Oreste Benzi la sua rielezione era scontata, e quando l’associazione ebbe il riconoscimento pontificio (ad experimentum nel 1998, in via definitiva nel 2004) la Santa Sede chiese di inserire nello Statuto la clausola che
il fondatore fosse responsabile generale a vita.
Il successore di don Oreste Benzi
Con l’improvvisa morte di don Benzi, il 2 novembre 2007, la scelta cadde sul vice,
Giovanni Paolo Ramonda.
Piemontese di Fossano, Ramonda aveva conosciuto la Papa Giovanni a 19 anni, e dopo una prima esperienza a Rimini era tornato nella sua terra dove, con il placet di don Benzi, assieme ad altri giovani - tra cui la futura moglie Tiziana Mariani - aveva avviato la prima casa famiglia in Piemonte, favorendo l'espansione della Comunità in quella regione, oggi tra quelle in cui l'opera di don Benzi è maggiormente presente.
Ramonda aveva fatto parte del Consiglio dei responsabili di zona dell'associazione fin dalla sua istituzione, nel 1981. Nel 1998 era poi divenuto vice responsabile generale. Una lunga esperienza che lo aveva finora accreditato come la persona più qualificata per continuare a guidare e sviluppare l'opera avviata dal fondatore. Il mandato, infatti, era stato rinnovato nelle due successive elezioni, avvenute ogni sei anni.
Il Decreto sull'esercizio di governo nelle associazioni di fedeli
Ma ora le cose, per le associazioni internazionali di fedeli riconosciute dalla Santa Sede, sono cambiate. Il Decreto dell’11 giugno 2021 emanato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, sull’esercizio di governo di queste associazioni, stabilisce:
-
che i mandati nell’organo centrale di governo possono avere durata massima di cinque anni;
-
che la stessa persona può svolgere l’incarico al massimo per dieci anni consecutivi, poi deve saltare almeno un turno prima di essere rieletta;
-
che il moderatore (figura che nella Comunità Papa Giovanni XXIII coincide con il responsabile generale) può essere eletto indipendentemente dagli anni già trascorsi nell’organo centrale di governo, ma può esercitare tale funzione per un massimo di dieci anni nella sua vita.
Un periodo di tempo che Ramonda ha già superato, per cui non potrà essere rieletto.
Quindici anni straordinari
Non è solo un fatto giuridico. Per la Comunità Papa Giovanni XXIII si sta per chiudere un’epoca unica nella sua storia: quella del “successore”. Un tempo in cui i “figli spirituali” di don Benzi si sono trovati all’improvviso la responsabilità di dover proseguire la sua opera senza poter contare sulla sua rassicurante presenza. Nonostante questa perdita, tuttavia, il carisma trasmesso dal fondatore in questi quindici anni e mezzo non solo si è conservato ma ha dato nuovi frutti:
se nel 2007 la Comunità era presente in 25 Paesi del mondo, oggi i Paesi sono 42.
Molte sono inoltre le nuove forme in cui la scelta di condividere la vita degli ultimi ha trovato attuazione in questi anni: dalla nascita delle Cec, comunità educanti con i carcerati, alla presenza presso la sede ONU di Ginevra; dal Poliambulatorio gratuito alla Scuola del gratuito. Sperimentazioni che - come racconta Giovanni Paolo Ramonda nel libro intervista
La condivisione salverà il mondo, accreditano la Comunità Papa Giovanni XXIII come un laboratorio in grado di fornire
nuovi modelli di sviluppo per affrontare sfide ed emergenze attuali come la guerra, le disuguaglianze sociali, la crisi ambientale.
I numeri della Comunità Papa Giovanni XXIII
Vengono presentati oggi anche alcuni dati estratti dal bilancio sociale dell’associazione, relativi all’anno 2022.
Al 31 dicembre 2022 i membri giuridici della Comunità Papa Giovanni XXIII risultano essere 2.029, con un prevalenza della componente femminile: 1.110 femmine, 919 maschi.1.172 sono residenti in Italia, 307 in altri Stati del mondo dove il carisma di don Benzi ha messo radici.
Per quanto riguarda l’età, si va dai 27 ai 99 anni, con una prevalenza della fascia compresa tra i 41 e i 65 anni alla quale appartengono i 3 quarti dei membri.
Numeri più bassi, quelli della Papa Giovanni, rispetto ad altri movimenti ecclesiali, ma con un tipo di adesione che si traduce spesso in una scelta di vita totalmente dedicata alla condivisione con gli ultimi.
Colpisce infatti, se paragonato al numero di aderenti, il fatto che l’associazione gestisca ben 488 sedi operative (383 in Italia, 105 in altri Stati), il 94% delle quali (459) è dedicato all’accoglienza di persone povere ed emarginate, o con qualche forma di disabilità o dipendenza patologica.
4.292 sono le persone accolte nel corso del 2022 (2.795 in Italia e 1.497 in altri Stati) e per il 90% si tratta di accoglienze residenziali.
Per quanto riguarda il tipo di problematiche che hanno determinato la condizione di bisogno, sono riconducibili prevalentemente a disagio sociale (35%), flussi migratori (20%), disabilità (19%), tratta di esseri umani (17%), pene alternative al carcere (6%) dipendenze patologiche (2%).
Solo per il 52% di queste accoglienze la Comunità percepisce una retta dall’ente pubblico o almeno un contributo dalla persona o dalla famiglia; mentre per il 48% delle accoglienze non percepisce alcun sostegno economico. Una scelta, quella di accogliere comunque, a cui la Comunità riesce a far fronte grazie all’impegno diretto degli associati e alle attività di fundraising che trovano il sostegno di donatori che credono nella mission dell’associazione.
Va precisato che i dati presentati all’assemblea si riferiscono solo alle attività gestite direttamente dall’associazione ecclesiale, la “casa madre” riconosciuta dalla Santa Sede. Per avere un quadro completo di cosa significhi oggi l’opera di don Benzi, bisognerebbe considerare anche le attività e le strutture gestite dagli altri 35 enti giuridici promossi dalla Comunità, in particolare le 15 cooperative sociali che gestiscono decine di attività lavorative ed educative sempre ispirate alla logica dell’inclusione e dell’azione per rimuovere le cause dell’emarginazione (info: www.apg23.org).
Come avverrà l'elezione del nuovo responsabile generale
Ma chi voterà il nuovo o la nuova responsabile generale e come avverrà l'elezione?
L'Assemblea generale si riunirà, in presenza, il 27 e 28 maggio. Doveva tenersi presso i padiglioni della fiera di Cesena ma l'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna ha costretto a un cambio di programma dato che la struttura della fiera è stata adibita all'emergenza.
Anche la Comunità è stata colpita in maniera forte dall'alluvione, con molte strutture di accoglienza inondate ed evacuate, tanto che sono stati attivati un
numero verde e una raccolta fondi per fronteggiare l'emergenza.
Pur con queste preoccupazioni nel cuore, i delegati si incontreranno per due giorni a Rimini, presso la struttura Stella Maris, per vivere nei due giorni momenti di confronto e celebrazioni, ma anche adempimenti normativi, come l'approvazione del
Bilancio consuntivo dell'Associazione per l'anno 2022.
L'attesa maggiore, però, è per il pomeriggio di domani, domenica 28 maggio, quando verrà convocata l'assemblea che dovrà
eleggere il nuovo o la nuova responsabile generale.
Ad avere diritto al voto saranno
208 persone: oltre al responsabile generale e ai responsabili di zona, voteranno infatti i delegati (o vice delegati in caso di loro impedimento) che a loro volta sono stati precedentemente eletti dalle zone, secondo quanto prevede lo Statuto.
Nel corso delle prime due votazioni verrà eletto chi otterrà la maggioranza assoluta dei voti (almeno il 50% + 1). Se ciò non dovesse verificarsi, al terzo turno si procederà al ballottaggio tra i due nomi che al secondo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, verrà eletto il più anziano anagraficamente.