Si avvicina il Natale. Prepariamoci non solo comprando i regali e pensando al menù della festa, ma anche preparando il nostro cuore a ricevere Gesù che si fa bambino. Come confessarsi per Natale? Se hai domande o dubbi sul sacramento della confessione, qui trovi tutte le risposte.
«Certi peccati mi fanno stare proprio male e sento un gran bisogno interiore di pulirmi, come se mi dovessi riconciliare con qualcuno – mi scrive Carla – ma sento anche la ripugnanza di affidare ad un essere umano come me la parte più intima del mio essere».
Eppure
è stato Cristo stesso a dire agli apostoli: «I peccati che voi perdonerete in terra saranno perdonati anche da Dio, quelli che non perdonerete non saranno perdonati neppure da Dio». Perché una tale affermazione?
Dio conosce bene i nostri cuori: li ha creati lui! Noi
sentiamo un grande bisogno interiore di essere uniti, in armonia con tutte le persone, con “gli altri”, come normalmente diciamo.
Questi “altri” sono distinti da noi, ma nel medesimo tempo sentiamo che un pezzo di noi è negli altri, che ci apparteniamo, per cui non possiamo vivere senza essere negli altri e gli altri in noi.
Perché abbiamo bisogno del sacerdote per avere il perdono di Dio
Il peccato che commettiamo è una ferita che turba questo bisogno di unità d'amore. Noi sentiamo che il peccato ci separa da Dio, e che la separazione da lui disturba i nostri rapporti con gli altri, ingenera malessere. Sentiamo che
il male commesso ci fa male e fa male anche agli altri. Tanti malesseri, in fondo, sono dovuti alla nostalgia del Cielo soffocata da comportamenti immersi nel peccato. Di qui il bisogno di riconciliazione.
Gesù, dando il potere di rimettere i peccati, ha risposto a questo bisogno struggente di riconciliazione. La resistenza che proviamo, o addirittura la ripugnanza, come dice Carla, è dovuta alla nostra esigenza di circondare di sacro la nostra intimità profonda, e alla non conoscenza di colui al quale ci affidiamo.
Questa resistenza la superi vedendo ciò che veramente è colui al quale confessi i tuoi peccati: è la mano che Dio ti tende, è un cuore che, piangendo i peccati altrui, piange anche i propri. Volere o no, il prete ha dato e dà tutto se stesso per te, anche se ha tanti limiti. È colui che ti ricongiunge con Dio che tu vuoi incontrare. Se apri il cuore di un prete, ci trovi te stesso mentre ti confessi.
La confessione diretta a Dio Gesù l'ha bocciata perché non risponde al tuo bisogno di unione con l'umanità. Confessandoti direttamente a Dio negheresti i tuoi fratelli, li scarteresti, li elimineresti dalla tua vita.
Il sacramento della guarigione
La confessione aumenta la partecipazione alla vita divina che ti è stata data nel Battesimo, o te la ridona se sei in peccato mortale, cioè nel peccato grave che conduce alla morte.
Non restare mai in peccato mortale! L'uomo è più grande del suo peccato, per questo Gesù è venuto in mezzo a noi!
La Chiesa cattolica definisce la confessione come il sacramento della guarigione.
Permettetemi un paragone: come l'uomo cerca il medico quando il proprio corpo si ammala, affinché gli vengano prescritte le medicine idonee per la guarigione, così è anche per l'uomo che si ammala nello spirito.
Anche il malessere dell'anima, infatti, va curato in modo accurato.
Il sacerdote, in questo caso, è il medico a cui bisogna rivolgersi per aprire il nostro cuore. Attraverso il sacerdote è Dio stesso ad agire con potenza, consegnandoci il giusto medicinale per nostra conversione, guarigione e santificazione.
Quattro consigli per vivere la confessione
Il metodo pratico che io suggerisco per vivere una buona confessione è questo.
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Chiediti se sei veramente pentito dei peccati grandi, quelli che, come dice la parola di Dio, conducono alla morte. Se non hai tali peccati, chiediti se sei veramente pentito dei peccati veniali che confessi, almeno di uno.
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Applica la prescrizione che ti dà il sacerdote. Se la prescrizione risulta inefficace, discutine con il confessore.
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Ogni volta che ti confessi, precisati qualche cambiamento, anche minimo, che vuoi realizzare. Il cambiamento sarà il segno che ti sei confessato bene.
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Stabilisci ogni quanto tempo ti fa bene andare dal confessore, scegli con precisione il tempo e mantienilo. Anche se ti sembra di non avere peccati, va’ lo stesso, perché il sacramento ti darà la grazia per andare avanti.
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Testi tratti dalla rubrica "Spiritual trainer" del mensile Sempre, anno 2006