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6 Luglio 2024
Ultima modifica: 6 Luglio 2024 ore 10:03

Cooperative sociali. Un futuro per tutti

Oggi è la Giornata Internazionale delle Cooperative
Cooperative sociali. Un futuro per tutti
«All'inizio facevano lavori semplici. Poi abbiamo scoperto che la tecnologia può generare inclusione» scrive il presidente di un'importante cooperativa del nord Italia
Ogni anno, il primo sabato di luglio, si celebra la Giornata Internazionale delle Cooperative, istituita dall'ONU nel 1994. Quest'anno il tema è «Le cooperative costruiscono un futuro migliore per tutti». Se questo è vero per le cooperative in generale, lo è ancor di più per le cooperative sociali. 
La mia esperienza personale è emblematica. Lavoravo in una grande azienda metalmeccanica quando incontrai don Oreste Benzi, che mi propose di impegnarmi in una cooperativa sociale. Inizialmente ero scettico: nella mia azienda si facevano almeno tre colloqui prima di essere assunti. Don Oreste mi disse: «Noi prendiamo chi il Signore ci manda». Pensai: «Siamo messi male». Invece, scoprii che il Signore non manda solo persone in difficoltà, ma anche individui di grande valore.

Le cooperative sociali non sono aziende marginali

Ciò che deve cambiare è la mentalità che vede le cooperative sociali come aziende marginali, dove si fanno lavori semplici con persone che si accontentano. C'è l'idea che le cooperative si reggano sulla compensazione tra chi ha scarsa produttività e chi ne ha molta. Invece la vera novità è fare imprese dove ogni persona possa generare valore e nessuno sia un peso.
Nelle cooperative ci sono persone che fanno crescere sul piano professionale e altre che fanno crescere in umanità: il connubio tra professionalità e umanità è ciò che le rende forti. La difficoltà di alcune cooperative è che abbondano in umanità ma scarseggiano in professionalità, e questo le espone al rischio di finire in circuiti di sfruttamento.

Professionalità, umanità e partecipazione

Anche nella nostra cooperativa Il Calabrone, a Cremona, siamo partiti da lavori semplici. Poi abbiamo capito che la tecnologia può generare inclusione. Oggi investiamo da 1,8 a 2 milioni di euro ogni anno per migliorare la produzione, con macchine a controllo numerico collegate in rete con un sistema 4.0 all'avanguardia. Questo ci rende competitivi pur avendo circa la metà dei lavoratori svantaggiati, provenienti dal carcere, da programmi terapeutici o da sofferenze psichiatriche.
Un altro punto di forza è l'aspetto partecipativo: io sono il presidente, ma non il datore di lavoro o il titolare. Questo porta la cooperativa a essere un ambiente familiare, il che può comportare anche dei problemi se non lo sai gestire, ma aiuta a crescere nelle relazioni umane.
L'ONU ha proclamato il 2025 Anno Internazionale delle Cooperative. Un'occasione per far conoscere le nostre esperienze e dimostrare che un'altra economia è possibile.