Crisi di coppia... che fare? Dieci consigli per capire come superare la crisi di coppia e vivere a pieno la relazione con il tuo partner.
Questa pagina contine un decalogo per aiutare tutti quelli che sono stanchi di un rapporto di coppia in crisi e cercano consigli per trasformarlo in un rapporto di coppia sano. Per lavorare magari su un elemento che guasta l'intimità della coppia.
Oppure per ravvivare il rapporto di coppia se cerchi semplicemente degli spunti di crescita.
La crisi di coppia nasce semplicemente quando uno o entrambi i partner smettono di lavorare sulla loro relazione.
L'amore difficilmente sta fermo. Se non viene fatto crescere in continuazione comincia a calare. E quando cala è facile sentirsi lontani e frustrati.
Ma c'è una buona notizia: la relazione di coppia è una realtà dinamica e trasformabile. Siamo sempre in grado di scegliere di investire e far rinascere l'amore.
È incredibile quante coppie sostengano di non avere tempo per loro, o confondono il tempo di coppia con il tempo che passano insieme ai bambini. Ribadiamolo ancora una volta: il tempo con i bambini è importantissimo ma si chiama "tempo di famiglia". Il tempo di coppia è invece un tempo di qualità che i due partner si dedicano.
Soprattutto quando ci sono bambini piccoli, e in particolare momenti di stress lavorativo, i tempi di coppia non esistono, quindi bisogna crearli appositamente, agenda alla mano.
L'uscita di coppia deve essere qualcosa di speciale: prendetevi il tempo per prepararvi, sia fisicamente che psicologicamente, e predisponetevi a passare un bel momento nel quale - obbligatorio - non si parla di problemi nè di figli.
Siate simpatici come gli amici e dolci come gli amanti.
Chi ha più iniziativa, proponga, e l'altro si impegni a non ostacolare. Non fatevi scoraggiare da partner apatici o lamentosi, superate con uno slancio, e chiedete entusiastica collaborazione.
Da una parte è vero che l'amore trascende di gran lunga l'aspetto e la cura fisica, ma d'altra parte - fidatevi - ne ho sentite davvero troppe per pensare che l'aspetto fisico sia qualcosa di irrilevante.
Ma è giusto soddisfare i gusti del partner o bisogna difendere la propria libertà? E poi, se mi dà fastidio un certo elemento (modificabile) del mio partner glielo posso dire? Come? Se veramente tenete alla vostra coppia, la prima domanda non ve la dovreste nemmeno porre. Una delle caratteristiche dell'amante (= "colui che ama") è quella di sintonizzarsi con i desideri del partner, e trovo che in genere nelle coppie molti siano un po' immaturi quando considerano uno sforzo immenso anche quello di fare dei piccoli passi per far piacere alla persona che hanno accanto. Tua moglie ti vuole fresco e profumato? E fatti una doccia, che ci vorrà mai? Tuo marito ti vuole più in forma? Fatti una corsetta, mangia un po' di meno. Che ci vorrà mai? Non puntiamo alla perfezione, ma ad avvicinarci ai gusti di chi abbiamo accanto. Sulla seconda domanda, lo so, chiedere un cambiamento ad un uomo è faccenda molto più semplice che chiederlo ad una donna! Allora evitate richieste quando siete arrabbiati, evitatele anche quando state vivendo un momento romantico perché rischiate di rovinarlo. Siate gentili e pazienti, il rischio di ferire è molto alto, eventualmente scusatevi.
Siate pazienti con il partner ed esigenti nel vostro essere piacevoli.
Il consiglio per ogni marito: ama tua moglie per come è ma presentati a lei al tuo meglio!
Il consiglio per ogni moglie: ama tuo marito per come è ma presentati a lui al tuo meglio!
Credo che sul dialogo si sia già detto molto e che spesso venga sopravvalutato. Mi spiego: dia-logos, un "discorso fra". Quante volte il dialogo diventa fonte di fra-intendimento piuttosto che di comprensione? Quante volte vorreste spiegarvi e il vostro dialogo si trasforma in un ping-pong tra due sordi? Il rischio che il dialogo diventi l'anticamera di un conflitto è molto alto. Succede quando le parole si mettono - appunto - fra - in mezzo - a voi. Se le parole diventano un muro anziché un ponte.
Credo che il bisogno maggiore sia di confidenza, di intimità psicologica. Il bisogno profondo, nella coppia, è di potersi rivelare, di poter parlare apertamente, e al tempo stesso di riuscire a meravigliarsi per quello che l'altro sta rivelando.
Ecco un piccolo schema per allenarvi a confidarvi:
Questa modalità non va usata per ogni comunicazione della vostra vita, è un momento speciale e come tale deve rimanere.
Se - come capita alla maggior parte delle coppie - c'è stato un periodo in cui vedevate solo rosa e adesso vi pare di vedere solo nero, il problema è che siete stati innamorati. Mi spiego: l'innamorarsi (che gli anglosassoni chiamano più precisamente fall-in-love evidenziandone gli aspetti accidentali) è un momento di forte attrazione (fisica e/o mentale e/o spirituale) verso un'altra persona.
Perché questa attrazione irresistibile? Perché l'altro, l'altra, ha qualche caratteristica della quale mi sento fortemente mancante. Insomma noi saremmo attratti da un bisogno di compensazione.
Magari è la stessa caratteristica che oggi esercita su di me sentimenti contrastanti.
E allora, che fare?
Al netto di quelli che oggettivamente sono dei comportamenti sbagliati, posso cominciare a pensare che proprio quella persona che ho a fianco ha delle qualità - quelle che ora vedo come un problema - estreme ma che mi sono carenti.
Che io posso crescere, attraverso di lui, attraverso di lei, perché posso prendere un pezzettino di quel carisma così estraneo e integrarlo nella mia personalità.
Un esempio è polarizzazione simpatia/seriosità.
INNAMORAMENTO: Mi innamoro perché sono seria e tu sei simpatico e mi alleggerisci la vita (e tu perché sono seria e ti senti pacato)
CRISI: Poi mi infastidisci perché sei "troppo" simpatico, non sei serio, sei irresponsabile (e tu sei una musona pallosa)
AMORE: Sono effettivamente troppo seria, imparo da te ad essere "un pochino" più simpatica, che mi è utile nella vita (e tu impari da me a saper essere serio al momento opportuno).
Spesso i partner faticano a trovare un incontro sulla modalità, sulla frequenza, sul tempo da dedicare alla sessualità.
Qui useremo l'espressione "fare l'amore" non perché mi faccia personalmente impazzire, ma perché trovo azzeccato l'accostamento dei due termini:
Il festeggiamento risponde ad un bisogno di ritualità che serve alla coppia, come a qualsiasi altra relazione umana, per uscire dell'ordinario e creare un tempo stra-ordinario.
San Valentino, l'anniversario di matrimonio, la data in cui ci siamo conosciuti, sono un modo per ritrovarsi e fare festa.
Ma possiamo far festa? Anche se non va tutto bene?
Certo! Proprio perché non va tutto bene è giusto darsi una carica!
Non si festeggia perché va tutto bene, si festeggia perché ci sono - di sicuro - cose che vanno bene, e perché vogliamo che vada ancora meglio.
Pare esserci anche qui una resistenza: la resistenza ad essere felici, quasi che bisognasse "meritarsi" la felicità
E allora volete essere una coppia felice? Volete attraversare ogni crisi?
La coppia è formata da due individui differenti: ci sono un uomo e una donna innanzitutto, poi ci sono caratteri e temperamenti diversi, una storia alle spalle, esperienze, e poi due famiglie di origine, due stirpi con miti e riti propri.
Allora la domanda è: questa differenza è solo fonte di fatica?
La risposta è "fino ad un certo punto".
La prima cosa da capire è che il darsi ragione non avviene perché la pensate allo stesso modo, ma perché assumete un atteggiamento positivo, costruttivo, incoraggiante, nei confronti di chi avete a fianco.
Ecco alcuni semplici accorgimenti che potete usare nella vostra comunicazione di coppia:
Come il bambino che muove due passi lontano dalla mamma e poi si gira angosciato per vedere se c'è, così è l'attuale bipolarismo affettivo tra il bisogno di vicinanza e quello di solitudine.
Perché tutta la vita è un continuo alternarsi di bisogni contrapposti e nella coppia è normale che da un lato si cerchi dipendenza (l'innamoramento in particolare è dipendenza allo stato puro), dall'altro si cerchi autonomia (che porta ad una maturazione della coppia, grazie alla quale ognuno potrà dare un contributo personale più arricchente alla relazione), e dall'altro ancora ci siano delle fughe adolescenziali verso l'indipendenza (voglio - in certi momenti - fare come se tu non ci fossi).
La giusta posizione la si trova in una sorta di dialettica dipendenza-indipendenza-autonomia/interdipendenza, e non vi spaventate se nella coppia si ripropongono ciclicamente questi temi.
Detto in altro modo dovreste trovare una giusta distanza tra l'attaccamento ossessivo simil-infantile e il distacco simil-adolescenziale.
In genere uno dei due è geloso, l'altro no; uno vuole passare tutto il tempo libero insieme, l'altro vuole una sera per uscire con gli amici; uno vuole stare appiccicato sul divano, l'altro su un divano differente.
Sono dinamiche fastidiose ma assolutamente negoziabili:
- se lui volesse uscire sempre con gli amici e lei desiderasse sempre stare con lui, vorrà dire che usciranno insieme ma lui qualche volta uscirà con gli amici (in luoghi compatibili con il matrimonio e la relazione ovviamente!)
- se lei si sente soffocare quando lui vuole stare a guardare il film abbracciati sul divano, vorrà dire che lei starà con lui e poi ad un certo punto con molta semplicità si siederà sull'altro divano
Non è difficile, le coppie in genere risolvono questi atteggiamenti con molta semplicità. L'importante è essere chiari e sereni.
Rispettate sia il vostro bisogno di contatto che quello di distanza. È sano avere bisogno - in una relazione - di tempo per sè, per stare con se stessi, per rientrare e ricentrarsi.
"L'amore non è bello se non è litigarello"
Ma davvero? Io non ci ho mai creduto. Litigare è un pessimo modo per passare il tempo. Almeno cerchiamo di darci una regolata come ho scritto nel mio ultimo libro 3 regole per litigare Quali regole? Eccole in sintesi:
La coppia è il luogo più evidente dove chi vince resta con un pugno di mosche: ottiene una vittoria esterna, e l’altro si allontana interiormente.
Allora, cercate di non ottenere mai una vittoria su tutti i fronti. Accontentatevi che la vostra idea è stata presa in considerazione, che si prenderanno le piastrelle del bagno che piacciono a voi, e siate pronti a fornire qualcosa in cambio, magari una partita a calcetto con gli amici se è per lui, o un fiore se è per lei.
Avere un ring aiuta ad impedire che il conflitto dilaghi, che si trascini negli spogliatoi, o tra il pubblico. Traducendo la metafora, potremmo dire di evitare che si trascini in camera da letto o davanti a figli e parenti.
Idealmente ci sono due tipi di ring, due sistemi di definizione dei confini di ciò che è lecito e ciò che non lo è:
Se il ring non c'è, e non ci sono regole, è più facile e pericoloso scivolare verso il “tutto è permesso”... "se le è volute"... "gliela faccio pagare"... e il gioco diventa per nulla divertente.
È la regola più importante e se proprio dovete scegliere di applicarne una sola, applicate questa. Alcune ricerche hanno dimostrato che non ci sono differenze significative tra le coppie felici e quelle disfunzionali su molti aspetti del conflitto. Non ci sono differenze significative nel numero dei conflitti, nell’intensità e neppure nei temi della contesa. C’è un’unica differenza significativa: il tempo.
Le coppie felici riescono ad aprire e chiudere la litigata in tempi brevi, in quelle disfunzionali la litigata non ha mai fine. Ore e giorni e notti di agonia. Ore e giorni e notti inutili, perché alla fine non si arriva ad un accordo ma allo sfinimento, e magari è già pronto un altro argomento da contendere.
E poi... fate la pace, mi raccomando!
È la sintesi di un libro uscito il 26 luglio 2021 con Sempre Editore.
Racchiude l'esperienza ventennale di Marco Scarmagnani, consulente di coppia veronese.
Linguaggio semplice, a tratti ironico, profondità di analisi, esempi tratti da storie concrete, consigli pratici.
Scopri come averlo!