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18 Settembre 2024

Crisi idrica: la soluzione che nessuno vuole ascoltare

Basta con inutili colate di cemento. È tempo di sperimentare opere che valorizzino elementi naturali generando energia pulita.
Crisi idrica: la soluzione che nessuno vuole ascoltare
Foto di Nathan Dumlao
Molte aree in Italia e nel mondo stanno affrontando una crisi idrica senza precedenti, caratterizzata dalla siccità durante la stagione estiva e dagli allagamenti durante l'inverno. Spesso le misure attuate si rivelano inefficaci e costose. L'associazione "Vita nel Territorio APS" propone una soluzione alternativa: la creazione di bacini a rilascio controllato in quota, che non solo accumulano acqua, ma contribuiscono anche alla produzione di energia pulita.
Ho letto con interesse il ben documentato articolo di Antonio Chiarenza sulla grave crisi idrica in Sicilia, che descrive perfettamente il problema siccità in quella regione, che è comune a molte altre aree italiane. Tra le criticità si rileva giustamente che bisogna andarci piano con i prelievi in falda per i costi economici ed energetici e le conseguenze negative che possono avere. 
Le soluzioni della Regione Sicilia sono quelle che si propongono di solito in questi casi e che a fronte di tanti costi e criticità sono poco risolutive. Da segnalare il fenomeno dei bacini idrici sotto utilizzati, anche per mancanza di manutenzioni. Queste manutenzioni in realtà sono molto onerose perché si tratterebbe di rimuovere i milioni di metri cubi di ghiaie e detriti, che le piogge abbondanti si portano giù nel greto dei fiumi nei tempi delle piene e vanno a riempire i bacini artificiali, che di fatto diventano un semplice e costoso innalzamento del letto del fiume, pieni di ghiaia anziché di acqua. 
La nostra associazione “Vita nel Territorio APS” sta approfondendo da anni le modalità di custodia e gestione dell’importante risorsa “acqua”. Serve una soluzione a monte: il rilascio lento in quota.
L’acqua va custodita fin dalle sorgenti dei fiumi: va gestita in modo che possa scendere a valle in tempi più lunghi come facevano, ahimè, nevi e ghiacciai. Lo si può fare con bacini in quota, medio- piccoli, realizzabili con terrapieni a rilascio controllato, utilizzando i detriti dei fiumi stessi. 
Questi bacini hanno una triplice funzione: 
  1. trattengono e accumulano acqua utile per la siccità e per prevenire le alluvioni.
  2. Inoltre, cosa fondamentale, fermano a monte i detriti che altrimenti vanno a riempire i bacini a valle, mettendoli fuori combattimento. 
  3. Se l’intervento viene fatto bene si può ottenere anche molta energia elettrica ad accumulo, la stessa che chiediamo alle batterie con ben altre criticità. 
I crescenti problemi che abbiamo con l’acqua e con l’assetto idrogeologico del territorio ci stanno dicendo che serve un approccio diverso e questo lo è: intervenire a monte piuttosto che a valle. Con opere che valorizzano elementi naturali, piuttosto che con poco funzionali colate di cemento. Con sistemi che generano energia pulita piuttosto che consumarne inutilmente grandi quantità.  
Sono disponibile per indispensabili approfondimenti, allego un semplice disegno che illustra sinteticamente il rilascio lento da posizionare preferibilmente in quota. 
ortesino