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3 Agosto 2024

Cuba, la crisi senza fine: la testimonianza dei missionari italiani

Mentre il mondo guarda le Olimpiadi, a Cuba si lotta per sopravvivere
Cuba, la crisi senza fine: la testimonianza dei missionari italiani
Foto di Ernesto Mastrascusa
Dopo le ripercussioni devastanti della pandemia dovuta al Covid, ora un altro virus rende ancora più difficile una situazione già drammatica. Ecco il racconto di Mario e Carla, missionari nell'isola caraibica.
Lo scorso febbraio il governo di Cuba, per la prima volta nella storia, ha chiesto aiuto al programma alimentare delle Nazioni Unite (World Food Programme) per ricevere forniture di latte in polvere per i bambini sotto i sette anni. La richiesta è un segno della grave crisi economica che attanaglia l’isola caraibica ormai da anni. 
Mario e Carla Frighetto
 
Carla Simioni e Mario Frighetto sono testimoni diretti della situazione drammatica che la popolazione cubana è costretta ad affrontare ogni giorno. Come missionari della Comunità Papa Giovanni XXIII, hanno vissuto prima in Cile per 25 anni e poi - in seguito ad alcuni viaggi esplorativi - si sono trasferiti a Cuba ad agosto 2021. Mario e Carla hanno visto un peggioramento costante delle condizioni di vita in questi ultimi 3 anni. 

Dopo il Covid-19 ora il virus oropouche mette in ginocchio Cuba

Ora, anche se sembra impossibile, la situazione si sta ulteriormente deteriorando: «La situazione epidemiologica qui sull'isola è terribile» dice con preoccupazione Carla. «Tantissime persone che conosciamo sono state colpite dal virus oropouche, un virus apparentemente simile alla dengue (malattia infettiva virale): il contagio avviene attraverso piccoli insetti, tipo zanzare o moscerini, e quindi, considerando che ci sono montagne di rifiuti da tutte le parti, il contagio finora è stato fortissimo. Il virus oropouche si manifesta come la dengue, quindi con febbre alta, vomito, nausea, cioè una condizione generale di malessere molto forte e i tempi per migliorare la situazione sono lunghi. Inoltre sembra che l’oropouche colpisca particolarmente il fegato, infatti si sono manifestati molti casi di epatite». 
Il quadro è davvero preoccupante, ma diventa ancor più allarmante se si considera che a Cuba la situazione sanitaria è al collasso. 
«Già da tempo qui non si trova nessun tipo di medicina» spiega Carla. «L'altro giorno sono andata in una farmacia che è qui vicino: quando sono entrata, ho visto due persone sedute e dietro di loro gli scaffali erano completamente vuoti. Per poter ricevere una volta al mese le medicine, persone anziane, in condizioni di salute molto gravi, devono fare un giorno di fila sotto il sole cocente per ricevere un numero e il giorno seguente ancora la fila per vedere se per caso è arrivata la medicina. Ma non è detto che sia arrivata! Tutte le persone che hanno l'ipertensione, chi è malato di diabete o ha una malattia cardiaca deve aspettare due giorni sotto il sole per sapere se per caso è arrivata la medicina». 

Niente medicine, cibo, sapone

Non è solo la situazione sanitaria ad essere allo sbando: la popolazione deve lottare ogni giorno per trovare i generi alimentari e altri beni di prima necessità. «La situazione è complicata» continua Carla. «È difficile dire che va sempre peggio, perché uno si chiede fino a che punto si può arrivare. Nel negozietto dove distribuiscono gli alimenti, ora non stanno praticamente più dando niente. La prima volta che siamo venuti qui a Cuba era il 2019. E le cose sono andate di male in peggio, la gente qui soffre, soffre tanto. Non si trova più niente: il sapone per lavarsi, non esiste la carta igienica, gli alimenti sono scarsissimi. Chiaramente se uno ha molti soldi, può trovare alcuni cibi a un prezzo europeo, però è comunque difficile trovare qualsiasi cosa, anche avendo i soldi».
In questa situazione così precaria, Mario e Carla sono una testimonianza per le persone che incontrano: «Cerchiamo di dare speranza alle persone che l’hanno persa condividendo la vita con loro, anche se ci guardano con stupore: abbiamo deciso di vivere qui quando tutti sognano di scappare. Preghiamo per questa gente, per queste persone così coraggiose. Piano piano chi può se ne va e gli altri se ne vanno in ospedale o se ne vanno da un'altra parte perché in realtà non ci sono cure: non ci sono cure palliative per i tumori, non ci sono cure per i malati con problemi cardiaci o di altro tipo; la gente sopravvive finché ce la fa. Vi chiediamo di pregare perché davanti a tanto ingiustizia, tanto dolore, uno non deve perdere la fede. Non c'è una giustificazione per una sofferenza così grande. Non c'è una giustificazione per un abuso così enorme sulla gente».

In questa situazione disastrosa, il governo cubano continua a incolpare le sanzioni statunitensi, ma i critici dicono che è solo colpa della pessima gestione della classe politica, che non ha fatto che peggiorare una crisi economica che dura ormai da trent’anni.
E mentre gli atleti di tutto il mondo lottano per ottenere qualche medaglia alle olimpiadi di Parigi, a Cuba la gente lotta per la propria sopravvivenza.