Foto di Oscar Baffoni
Noi normalmente il Signore prima lo incontriamo e poi lo riconosciamo.
Ai miei fratelli che condividono la vita degli ultimi e dei poveri, dico sempre che sono in una posizione molto fortunata; non dico migliore ma più fortunata. Perché?
Quando Gesù afferma: «Ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e voi mi avete dato da bere», sia i giusti che coloro che invece sono perduti gli rispondono: «Ma quand'è che ti abbiamo fatto questo?», che in profondità significa: «Signore, noi non ti abbiamo riconosciuto!». La risposta di Gesù è: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». In altre parole: voi mi avete incontrato senza avermi riconosciuto, però mi avete incontrato proprio nel povero.
L'incontro con Gesù allora non è simultaneo al riconoscimento di lui e ci vogliono tanti di questi incontri nella nostra vita.
Per questo dico a voi, papà e mamme: non tirate su i vostri figli in un egoismo spaventoso, facendoli pensare solo a loro stessi!
Fate incontrare subito i vostri piccoli con Gesù, fatelo incontrare in colui che ha fame, che ha sete, che è povero, cioè in ogni persona in cui Cristo soffre.
Certo, fate bene ad educarli alla ginnastica, al canto, alla musica… però ricordatevi: un giorno di tutte queste cose i vostri figli non sapranno che farsene, se non avrete insegnato loro la via della vita, la via dell'unione con Dio.
Portateli spesso con voi, perché i vostri figli desiderano andare assieme al papà e alla mamma, almeno fino a che hanno undici anni. Dopo le cose cambiano. Portateli con voi quando una volta alla settimana andate a visitare chi soffre, quando andate a stringere la mano del povero, almeno una volta alla settimana!
Teneteli vicino a voi quando in casa fate i conti e dite: «Mettiamo da parte questa somma per portarla a quella persona in difficoltà o a quella famiglia che non ce la fa ad arrivare a fine mese».
Se siete insegnanti, portateli con voi anche quando andate a far ripetizione ai figli dei più poveri; se poi andate a trovare i nomadi, i disgraziati, quelli che nessuno cerca, anzi, che la maggioranza di noi evita, portateli con voi a questa scuola. Fateli incontrare con Gesù.
All'inizio non lo riconosceranno, ma arriverà il tempo in cui il suo volto si svelerà a loro.
Quando una persona cresce pensando solo a sé, cresce in maniera atea. Voi state tranquilli: se li fate crescere in questo amore al Signore, non mancherà nulla ai vostri figli, perché date loro il senso ultimo, definitivo della vita.