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13 Gennaio 2024
Ultima modifica: 13 Gennaio 2024 ore 09:27

Perché papa Francesco apre alla possibilità di benedire coppie irregolari e dello stesso sesso?

La Dichiarazione Fiducia Supplicans apre al dialogo su benedizioni per le coppie in situazioni irregolari e dello stesso sesso, sollevando reazioni contrastanti nella comunità ecclesiale. Scopri i dettagli e le implicazioni della decisione papale.
Perché papa Francesco apre alla possibilità di benedire coppie irregolari e dello stesso sesso?
Foto di Foto di Marcelo Bragion da Pixabay
Cosa racchiude questo gesto d'apertura di papa Francesco nei confronti delle coppie irregolari e dello stesso sesso? Può creare confusione o esprime la volontà della Chiesa di non chiudere le porte a nessuno? Francesco. «Non si intende legittimare nulla ma soltanto aprire la propria vita a Dio, chiedere il suo aiuto per vivere meglio, ed anche invocare lo Spirito Santo perché i valori del Vangelo possano essere vissuti con maggiore fedeltà.»
Non c’è documento di questo pontificato che abbia provocato una marea di critiche e polemiche come la Dichiarazione Fiducia Supplicans. Forse ancor più della "Amoris laetitia".
La Fiducia Supplicans, firmata dal nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, cardinale Victor Manuel Fernandez, e controfirmata da Francesco, ha incontrato le critiche di alcuni episcopati africani e dell’est europeo, ed è stata accolta con perplessità non solo dai settori conservatori e tradizionalisti della comunità ecclesiale, comunque sempre critici nei confronti di Francesco.
È, per dirla in breve, il documento che apre alla «possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio».

La Chiesa può benedire le coppie irregolari e dello stesso sesso?

Su cosa si fonda tale possibilità? Il documento esclude categoricamente che sia messa in discussione la Dottrina cattolica su matrimonio. E infatti conferma che «sono inammissibili riti e preghiere che possano creare confusione tra ciò che è costitutivo del matrimonio, quale “unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli”, e ciò che lo contraddice».
Il documento introduce una distinzione fra le benedizioni rituali e liturgiche e quelle che invece si caratterizzano per un «approccio maggiormente pastorale».
Infatti, «da un punto di vista strettamente liturgico, la benedizione richiede che quello che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa». Quindi, alle coppie irregolari o dello stesso sesso, non si può impartire una benedizione di questo tipo. Se fino al 18 dicembre scorso, data di pubblicazione della Dichiarazione, il discorso poteva dirsi chiuso, la Fiducia Supplicans lo riapre con il via libera alle benedizioni pastorali e spontanee.

Perché il Papa vuole benedire le coppie irregolari e dello stesso sesso?

La ragione profonda del documento sta nella volontà di Francesco di non chiudere le porte della Chiesa a nessuno, nemmeno a chi si trova oggettivamente in una situazione di peccato o di lontananza da una corretta vita morale. È una sensibilità, come precisa anche il cardinale Fernandez, che nasce dall’esperienza di pastore in Argentina e dall’incontro con tante situazioni irregolari che comunque cercavano un rapporto con la Chiesa.
La richiesta di una benedizione è un gesto molto diffuso e bisogna evitare che «sia sottoposto a troppi prerequisiti di carattere morale, i quali, con la pretesa di un controllo, potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio su cui si fonda il gesto della benedizione».
«Papa Francesco – si legge nella Fiducia Supplicans - ci ha sollecitato a contemplare, con atteggiamento di fede e paterna misericordia, il fatto che “quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio”».
La conclusione è che «non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione».
Queste benedizioni pastorali sono però sottoposte a condizioni. Non è ammesso che una coppia vada in Municipio a celebrare l’unione civile e poi passi in chiesa per chiedere una benedizione.
«Questa benedizione mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi».  Nemmeno ci si può presentare a chiedere la benedizione «con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio».

Quando si può benedire una coppia irregolare o omossessuale?

«Tale benedizione può invece trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l’incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio. Infatti, attraverso queste benedizioni che vengono impartite non attraverso le forme rituali proprie della liturgia, bensì come espressione del cuore materno della Chiesa, analoghe a quelle che promanano in fondo dalle viscere della pietà popolare, non si intende legittimare nulla ma soltanto aprire la propria vita a Dio, chiedere il suo aiuto per vivere meglio, ed anche invocare lo Spirito Santo perché i valori del Vangelo possano essere vissuti con maggiore fedeltà».

Le critiche alla Fiducia Supplicans

Nonostante tutti i distinguo e le precisazioni, la Dichiarazione non ha avuto buona accoglienza in molti settori della comunità ecclesiale. L’argomento è che la benedizione data a una coppia irregolare o dello stesso sesso rischia di legittimare una situazione oggettiva di peccato, e pertanto la Chiesa verrebbe meno al suo principale dovere di carità che è quello di proclamare la verità.
Va bene la benedizione alla singola persona, ma alla coppia no. Si può dire che è in generale l’approccio pastorale di Francesco a talune questioni sensibili a provocare l’opposizione di questi cattolici.
Critiche e perplessità sono state lette e ascoltate in Vaticano ed il 4 gennaio il cardinale Fernandez ha diffuso un comunicato stampa per fornire ulteriori chiarimenti. Il cardinale ribadisce i principi che stanno all’origine della Dichiarazione e, in conclusione, per convincere gli ultimi dubbiosi dubbiosi, fa un esempio che in realtà ha scatenato una nuova ondata di polemiche.
«Per distinguersi chiaramente dalle benedizioni liturgiche o ritualizzate, le “benedizioni pastorali” debbono essere soprattutto molto brevi (cfr. n. 28). Si tratta di benedizioni di pochi secondi, senza Rituale e senza Benedizionale». «È solo una questione di velocità, allora?», hanno irriso i critici. Ad essi il cardinale risponde così: «Se si avvicinano insieme due persone per invocarla, semplicemente si chiede al Signore pace, salute e altri beni per queste due persone che la richiedono. Allo stesso tempo si chiede che possano vivere il Vangelo di Cristo in piena fedeltà e che lo Spirito Santo possa liberare queste due persone da tutto ciò che non corrisponde alla sua volontà divina e di tutto ciò che richiede purificazione».