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4 Gennaio 2025
Ultima modifica: 4 Gennaio 2025 ore 07:02

Don Oreste Benzi: quando verrà proclamato santo?

«Spesso mi dico: Ma qua, se c'è uno che sembra non avere nessuna fretta di arrivare al titolo di santo, è proprio lui, "il Don"»
Don Oreste Benzi: quando verrà proclamato santo?
Foto di Daniele Serafini
Il vescovo emerito di Rimini cita alcune frasi di don Benzi e dice: «parliamoci chiaro: prima ancora, noi cristiani lo possiamo e dobbiamo riconoscere come un profeta. Come il profeta della rivoluzione.»
La domanda scatta inesorabile. Visto che il centenario della nascita di don Oreste coincide con l’anno giubilare in corso, andando in giro a parlare dell’uno e, insieme, dell’altro evento, capita spesso di raccogliere un interrogativo stupito e perplesso: «Ma come mai il Don ancora non viene proclamato santo?». Del resto il grido, ammirato e commosso: «Santo subito!», risuonò ben presto, fin da quando si cominciò a diffondere la notizia del suo “santo viaggio”, avvenuto alle 2.22 di quel 2 novembre del 2007.

Personalmente, del presunto "ritardo" nell’iter verso la beatificazione, mi sono fatto una ragione.
Spesso mi dico: Ma qua, se c’è uno che sembra non avere nessuna fretta di arrivare al titolo di santo, è proprio lui, il Don. Qualcuno penserà che sto… “dando i numeri”. Vero, li sto dando per davvero.
Eccone uno: preciso, esatto, imperdibile. È il numero 81. Lo pesco da quel pregevole "scrigno", il tascabile: Don Oreste Benzi – Aforismi, aneddoti e provocazioni, in cui sono racimolati ben 600 dei suoi detti. Ecco, proprio al numero 81 lui va giù, implacabile: «Non m’interessa il titolo di santo; m’interessa far giustizia».

Ma noi osiamo dirci sicuri: prima o poi don Oreste verrà proclamato prima beato e poi santo. Però, parliamoci chiaro: prima ancora, noi cristiani lo possiamo e dobbiamo riconoscere come un profeta. Come il profeta della rivoluzione.
La rivoluzione evangelica di un mondo altro ed oltre: il nuovo mondo di una società felicemente umana. E dunque tangibilmente giusta. E dunque tenacemente non-violenta.
Setacciamo qualche altro "numero": «Questa società non può essere né cambiata né convertita. Va sostituita» (n. 51). «Va sostituita da un’altra società»: lui la chiamava “Società del gratuito”. Invece «una società, dove pochi detengono il potere e lo usano per opprimere e per dimenticarsi degli oppressi, non è una società umana!»(n. 195).

A questo punto esplodono due obiezioni. La prima: ma perché il Don se la prende tanto con la devozione, come quando dichiara, pungente: «La devozione senza la rivoluzione non serve a niente» (n. 34)? La risposta, più avanti: «La devozione è una cosa molto bella, vuol dire "darsi". Però se la devozione rimane devozione e si perde la rivoluzione, noi tradiamo i poveri e anche i santi»(n. 395).
Ma allora don Benzi, un semplice operatore sociale? No. Basti un ultimo numero: «Non ho mai visto gente tanto impegnata in terra quanto coloro che vivono in Cielo, pur essendo su questa terra»(n. 334).
Roba da matti? Roba da santi.
Cioè da profeti.
Cioè da rivoluzionari d.o.c.