Foto di Viviana Viali
Cristo ci porta ad essere un'unità vivente e quando noi lo siamo realmente allora il mondo si accorge che Cristo è presente, agisce e opera. Ma come si fa a diventare popolo?
Qual è l'attesa più grande del mondo di oggi? I giovani, gli ultimi, i poveri ma anche i cosiddetti grandi della terra attendono la rivelazione dei figli di Dio, però intesi come popolo. Cristo ci porta ad essere un'unità vivente e quando noi lo siamo realmente allora il mondo si accorge che Cristo è presente, agisce e opera. Ma come si fa a diventare popolo?
La coscienza di popolo era molto più forte in passato, oggi tutti hanno l'ansia di vivere per se stessi, ma è necessario che si sviluppi anche l'altra dimensione, quella comunitaria, che sul piano del cammino della storia è fondamentale.
Vi dico perché è importante non perdere la dimensione di popolo. La nuova evangelizzazione si forma e si sviluppa per trapianto vitale. Siamo nella linea di Gesù che è la vita, che dà la vita ed è la luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Dobbiamo seguire Gesù se vogliamo avere con noi la luce della vita. La nostra missione è quella di formare un unico popolo che vive insieme la vita di Cristo Signore. Come tutto ciò si sviluppa sul piano pratico? Facendo diventare di tutti ciò che è di ognuno e facendo diventare di ognuno ciò che è di tutti.
L’urgenza attuale è quella di operare insieme come popolo che porta avanti la salvezza di Cristo che ci strappa alla morte. La salvezza di Cristo ci strappa dalla morte individuale perché siamo rinnovati dalla vita di Cristo, ci strappa dalla morte sociale perché l'amore di Dio è stato diffuso nei nostri cuori e ci strappa dalla morte eterna perché in Cristo Gesù siamo resuscitati anche noi. Pensate che gioia si prova nel portare ai fratelli questa salvezza che il mondo attende!
Concretamente cosa siamo chiamati a fare? Innanzitutto bisogna iniziare da coloro che gridano con il loro modo di esistere che noi ancora non siamo popolo del Dio vivente. Dio ci ha creati come un'unica realtà e Cristo ci ha riportati a quest'unica realtà e perché lo fossimo ci ha dato la sua vita. Però gli ultimi, i poveri, i disperati sono coloro che gridano che ancora il sogno di Dio non si è avverato. Allora è necessario ripartire da loro, dagli ultimi, dai disperati.
(dall’omelia del 15 ottobre 1983)