Tante le attività estive che promuovono la socializzazione e il supporto per i bambini in difficoltà. Sono circa 200mila gli adolescenti che partecipano negli oratori con il ruolo di animatori: il servizio ai più piccoli trasforma i giovani in cittadini responsabili e attivi nella comunità.
Vacanze estive al mare e tra i monti? Per migliaia di bambini e ragazzi l'estate si passa all'oratorio. Milioni di famiglie italiane si trovano infatti ogni anno a dover affrontare il dilemma di
come organizzare il tempo libero dei propri figli dalla fine della scuola fino al suo inizio. E in questo vengono in soccorso
gli oratori parrocchiali, risorsa educativa che talvolta fa una pausa ad agosto per ripartire con attività prescolastiche i primi di settembre.
Secondo i dati più recenti forniti dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI),
in Italia sono attivi circa 8.000 oratori parrocchiali che accolgono in media
oltre 2 milioni di giovani ogni anno, grazie all'impegno di circa 300.000 volontari. Tra le varie esperienze, quella dell'
ANSPI (Associazione Nazionale di San Paolo), impegnata nell'educazione dei bambini e degli adolescenti negli Oratori dal 1963, con più di 100.000 ragazzi iscritti alle attività estive quest'anno, la racconta l'assistente nazionale
don Luigi Pellegrini. «Questo servizio educativo e formativo è una grande risorsa per bambini e ragazzi che necessitano di prospettive positive per il presente e il futuro della loro vita. Il gioco di squadra vissuto in spazi aperti ad esempio aiuta a tornare ad una spontaneità e verità della vita che spesso viene alterato rimanendo in casa in una dimensione solo virtuale».
Oratorio: un luogo di inclusione e socializzazione
L'oratorio è di fatti una risposta di socializzazione e inclusione in molte aree dove mancano parchi, giardini, piazze e centri di aggregazione estivi o non ci sono abbastanza risorse per renderli alla portata di tutti. In questo anno,
si è diffuso a vista d'occhio anche al centro e al sud in Puglia, Sicilia, Sardegna ma anche Umbria, Abruzzo e Calabria che sono alcune delle regioni che hanno scelto la via degli oratori ANSPI, fino a qualche decennio fa esclusiva del Nord Italia, e l’hanno adattata al proprio territorio. «Ogni anno l'estate ANSPI è caratterizzata da un filo conduttore, una storia che accompagna i ragazzi tutta l'estate - racconta l'assistente nazionale. «Quest'anno il protagonista è Ulisse con le sue peripezie durante il lungo viaggio, durato 10 anni di peregrinazioni nel Mar Mediterraneo prima del ritorno a casa. Tema accattivante che ha permesso di valorizzare anche le tradizioni o le opportunità locali. Ad esempio in provincia di Trapani la storia di questo eroe è stata sceneggiata nel parco archeologico di Selinunte quindi nello sfondo dei templi della Magna Grecia. A Matera per esempio gli educatori hanno coinvolto i bambini nella preparazione di piatti della tradizione gastronomica grazie alla presenza di uno chef che ha potuto anche spiegare come alcuni piatti tipici siano piatti contadini che si mangiano quando si fa il raccolto, quindi come una festa tradizionale. In Puglia, gli animatori hanno realizzato una sorta di teatro di piazza e hanno utilizzato il dialetto locale per spiegare il valore dell'oratorio e il tema dell'anno. Quindi esperienze davvero molto originali e creative».
I protagonisti degli oratori: bambini sempre più fragili
Negli ultimi anni, è emersa una crescente consapevolezza riguardo alle fragilità dei bambini. I dati ISTAT mostrano che il 14% dei bambini italiani vive in condizioni di povertà relativa, e il 7% in povertà assoluta, e per questo è evidente l'importanza di avere luoghi come gli oratori, che
possono fornire supporto emotivo, educativo e materiale alle famiglie, che richiedono più spesso attività extracurriculari sicure e accessibili, a costi moderati e l'opportunità di crescere in un ambiente positivo per costruire relazioni significative.
Le fragilità tuttavia non sono solo economiche. Secondo un rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità, il 20% dei bambini italiani soffre di iperattività, non solo di disturbi dell'apprendimento, ma anche disturbi legati all'ansia e alla depressione oppure qualcuno manifesta un disturbo oppositivo provocatorio, spesso aggravati dalla recente pandemia e anche dall'uso sregolato della tecnologia digitale.
«Genitori non mollate!»
«
L'oratorio parrocchiale offre un ambiente più flessibile e con maggiori potenzialità in termini di accoglienza e di cura della dimensione spirituale. I bambini si sentono più a loro agio, a volte si
creano relazioni molto positive di crescita, che si basano sulla gratuità e per questo si rivolgono a noi famiglie di ogni tipo - spiega
Giulia Guidetti, insegnante, mamma, coordinatrice di un Oratorio in provincia di Modena.
«Le famiglie straniere si rivolgono a noi per le difficoltà incontrate nell’inclusione sociale al di fuori della scuola e per affrontare i compiti delle vacanze visto che i genitori anche volendo non sono in grado (a causa della lingua) di aiutare i figli soprattutto alle medie e superiori. Altri ci chiedono quasi di essere il punto di riferimento che non riescono ad essere loro, a causa degli orari di lavoro e della fatica di affrontare da soli le nuove e tante sfide educative del nostro tempo. Il nostro suggerimento è sempre quello di non mollare e
proporre esperienze significative, per esempio uno sport di squadra che non sia solo il calcio, dare dei limiti nell'uso del cellulare e del pc. Insomma a me sembra che ci sia tanto da lavorare sui genitori tanto quanto sui ragazzi. Infine ci sono anche famiglie che abbracciano il progetto educativo dell'oratorio e capiscono anche il valore dell'inclusione e della multiculturalità».
Adolescenti che fanno volontariato: una risorsa straordinaria
Chiusi dentro una camera, con ore e ore di DAD (didattica a distanza) ha portato ad un
isolamento sociale sempre più frequente anche gli adolescenti che però in alcuni casi sembrano in quest'estate 2024 più incoraggiati ad uscire dalla propria tana. «Finita la scuola, stavo quasi ogni giorno sul letto a giocare alla Play, su Instagram e in compagnia di Car Crash. Poi un amico mi ha invitato ad andare con lui in oratorio nella giornata dello sport. E il ping-pong mi ha "salvato" dalla noia». Luca ha 16 anni ed è uno dei
circa 200.000 adolescenti che quest'anno partecipano attivamente come animatori e volontari negli oratori, aiutando nelle attività estive e nel supporto dei bambini più piccoli. Un aspetto particolarmente positivo degli oratori se si pensa che secondo Eurispes, il 35% degli adolescenti italiani ha partecipato a qualche forma di volontariato, e gran parte di loro hanno iniziato proprio negli oratori parrocchiali. Secondo don Luigi Pellegrini «
il volontariato è una scuola di vita per i giovani, un'esperienza straordinaria. Gli adolescenti imparano a mettersi al servizio degli altri, sviluppano competenze organizzative e relazionali e crescono come cittadini responsabili».
E, a fine agosto, molti di loro saranno già pronti per continuare all'insegna della gratuità nelle attività prescolastiche degli oratori, tra doposcuola e laboratori manuali, corsi di italiano e lezioni di musica. L'Oratorio è infatti una "casa" che non chiude mai le porte.