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Via i musi e la pesantezza, la coppia è fatta anche per fare festa. Ritagliarsi uno spazio di qualità insieme per celebrare il proprio cammino
L’arrivo della festa di San Valentino, il 14 febbraio, ci dà come ogni anno l’occasione di ragionare sul senso del festeggiamento nella coppia.
C’è chi si rifiuta di festeggiare il San Valentino per una irritazione e una alternatività rispetto alla deriva commerciale di questa ricorrenza. Ovviamente rispettiamo ogni scelta ma mettiamo in guardia dall’utilizzare queste motivazioni come una scusa per non avere mai occasione di gioire insieme. L’unione tra due persone in matrimonio inizia da sempre con una festa, una celebrazione, e c’è il rischio che la vita a due si trasformi per molti in una sorta di facchinaggio a tirar su figli, lavorare, sbrigare le faccende domestiche, dove non c’è più spazio per festeggiare i piccoli e grandi traguardi che la coppia raggiunge.
Prendersi il tempo per festeggiare
Per questo il consiglio è che almeno in due date l’anno – l’anniversario di matrimonio e la festa di San Valentino – le coppie si ritaglino uno spazio per fare festa.
Non ci sono scuse. Non può essere una questione economica: non serve andare in un ristorante stellato, si può uscire per una pizza insieme. Non può essere una questione di tempo: il tempo per litigare o per lavorare, o per mangiare, lo si trova sempre. Non può essere una questione di figli da accudire: per qualche ora si possono coinvolgere i suoceri, i genitori dei compagni di classe, o una baby sitter.
Si festeggia ritagliandosi uno spazio di qualità insieme, preparandosi con cura e con desiderio per l’incontro. E si vive questo spazio da soli, possibilmente senza parlare dei figli.
Una traccia – senza nulla togliere alla spontaneità – potrebbe essere questa: chi siamo noi l’uno per l’altra? Quali sono i traguardi che abbiamo raggiunto in questi anni? Su che cosa dobbiamo ancora lavorare?
Se si vuole ancora una traccia, per chi ama gli schemi, si può ragionare insieme sulle tre polarità di Sternberg. La passione: come siamo messi con la nostra corporeità? Attraverso quali gesti concreti, fisici, esprimiamo il nostro volerci bene? L’intimità psicologica: ci capiamo? Su che cosa possiamo crescere? Riusciamo a perdonarci quando non ci capiamo? L’impegno: ci ricordiamo che abbiamo un progetto d’amore insieme?
E fare che cosa?
La prima domanda che una coppia poco avvezza a festeggiare pone è: «Per fare che cosa?». Beh, semplicemente per fare qualche cosa di bello insieme; per fare qualcosa di bello che piace a tutti e due. C’è chi ama la classica cenetta fuori, chi la passeggiata mano nella mano, chi la visione di un film. L’importante è non mettersi limiti e sondare quali sono i gusti personali e di coppia, che possono anche cambiare nel tempo. L’importante – vi pare banale? – è tenere uno sguardo sorridente, comprensivo, di complicità, perché nella coppia ognuno vuole sentirsi confermato e – quando si fa festa – e bello donarsi uno sguardo ed un atteggiamento fisico di rassicurazione, di amore.