Alle soglie del 10° anniversario dell'inizio del pontificato di Papa Francesco, diciamo un grazie di cuore a questo successore di Pietro che ha fatto incontrare Gesù nei poveri, che vuole una Chiesa povera, che lotta contro gli abusi sui piccoli e si fa pellegrino di pace e di giustizia.
Dal papa teologo al papa pastore. Il gesto inaspettato delle dimissioni di Benedetto XVI ha aperto la strada allo Spirito Santo per dare alla Chiesa e al mondo intero, il 13 marzo 2013, un vescovo di Roma con l’odore delle pecore. La stima reciproca manifestata tra i due in questi dieci anni mette i denigratori a servizio del divisore nell’angolo, e fa splendere l’unità di una Chiesa sbattuta sì dai venti degli scandali di alcuni suoi rappresentanti, ma che continuamente si mette a servizio degli uomini a partire dagli ultimi.
Papa Francesco, in uno dei “Venerdì della Misericordia” ha abbracciato come un nonno 20 giovani ragazze nigeriane, ucraine, albanesi e rumene liberate dalla schiavitù della prostituzione dalla Comunità Papa Giovanni XXII.
Quando ha suonato il campanello della casa famiglia di via Pietralata a Roma, le giovani, ignare di questa visita, sono scoppiate in un pianto di gioia. L’ascolto delle loro storie, con le violenze subite, ha commosso il viso attento e paterno del Pontefice.
Un secondo incontro è avvenuto in una udienza speciale con 8.000 persone dove abbiamo presentato il carisma della nostra vocazione a servizio dei poveri, e raccontato la vita del servo di Dio don Oreste Benzi e della beata Sandra Sabattini.
Quindi recentemente il bellissimo incontro tra Papa Francesco e circa 800 bambini diversamente abili della Comunità Papa Giovanni XXIII e di tante famiglie amiche impegnate nell’accoglienza.
Il Papa ha ascoltato con attenzione e stupore le parole che gli abbiamo rivolto:
«Alcuni di noi hanno delle disabilità gravi ma anche delle qualità super! Siamo stati per molto tempo in ospedale, negli istituti: i nostri genitori biologici non se la sono sentita di tenerci; non li giudichiamo, anzi, li ringraziamo per il dono della vita. Tanti bimbi non vengono fatti nascere perché sono ciechi, sordi, con trisomia 21 o con spasticità gravi. Eravamo nei campi profughi, oggi con le nostre mamme siamo qui con degli amici, abbiamo la possibilità di andare a scuola, una casa e tante cose belle. Siamo scappati dalla guerra con tanta paura, senza acqua, medicine, solo con i nonni, oggi ci siamo ricongiunti con i nostri genitori. Eravamo nelle carceri con le nostre mamme, oggi siamo qui liberi di giocare e correre e vogliamo che altri bimbi possano uscire: ce ne sono ancora 36 in carcere.»
Diciamo un grazie di cuore a questo successore di Pietro che ha fatto incontrare Gesù nei poveri, che vuole una Chiesa povera, che lotta contro gli abusi sui piccoli e si fa pellegrino di pace e di giustizia.