Sto riflettendo sul fatto che questa giornata tanto importante e significativa sia partita da un piccolo Paese come l’Italia (prima del 2016 era solo giornata Nazionale in Italia) e ancora da una più piccola città come Bologna, e ancor di più (come continuando ad aprire una matrioska) da un piccolo gruppo di famiglie, aggregate da una famiglia che ha visto risvegliarsi dopo 8 mesi di coma il proprio ragazzo.
Ecco allora che vorrei rifare questo percorso non più a ritroso ma in avanti e auspicare che da giornata Europea un giorno, presto, possa diventare giornata Mondiale, affinché tutto il mondo civile, sociale e scientifico possa sostenere e dare speranza a queste persone che si affacciano ad una nuova vita, difficile, ma pur sempre vita. Spero che tutto il mondo possa iniziare a godere della presenza di queste persone e viceversa.
Tutte le mattine facciamo l'esperienza del risveglio e sappiamo bene quanto la qualità del nostro risveglio dipenda anche e soprattutto da chi ci troviamo intorno, dall’affetto del primo buongiorno e da dove ci troviamo, dal calore che quel posto emana, le luci, i suoni, i colori. Da questo spesso dipende lo svilupparsi della giornata che ci attende, che spesso a sua volta dipende dagli incontri che facciamo e dalle attenzioni che riceviamo e che abbiamo l’occasione di dare e restituire. In una parola il nostro risveglio e la nostra vita dipendono dalle relazioni.
È inevitabile la sofferenza di una persona che si sveglia in uno stato di grave malattia, dolore e deficit psicofisico, immobilizzata a letto, con i vari supporti per respirare e alimentarsi; quello che è evitabile però è la solitudine.
Tocco con mano ogni giorno la dedizione del personale sanitario che si prende cura di queste persone, oggi opportunamente addestrato grazie anche e soprattutto alle associazioni che si occupano della sensibilizzazione su questo tema.
Vedo i passi della scienza che ha dimostrato quanto e come spesso queste persone possano sentirci, percepirci e avere un mondo interno anche se quando non danno segni di contatto con il mondo esterno. Ma vedo anche ogni giorno quanto ancora tutto ciò non basti, quanto sia importante vigilare, stare svegli, aprire gli occhi su una realtà che chiede di essere guardata, studiata, compresa e soprattutto accolta e accompagnata.
Mi sento di dire grazie a tutti coloro che camminano in questa direzione.
Auspico che i governi e i governanti siano sempre più sensibili e che supportino sempre di più il miglioramento della qualità di queste vite, finanziando la ricerca e supportando i centri di riabilitazione e la domiciliarità delle cure.
Il 7 ottobre è anche la Madonna del Rosario.
Penso a Maria, madre di Gesù in croce, che ha sostenuto quella croce con il figlio, in comunione con Lui. Ha vegliato sul figlio ogni istante e ha partecipato, nella preghiera, al suo risveglio.