Fu lui ad azionare il telecomando che provocò la strage di Capaci in cui nel 1992 perse la vita Giovanni Falcone. La vicenda rivela ancor più chiaramente la natura di Cosa Nostra. E indica una strada da seguire.
In questi giorni anch'io ho provato qualche brontolio di stomaco alla notizia della scarcerazione di Giovanni Brusca, boss di Cosa Nostra. Il mio sogno è che le lacrime che 5 anni fa hanno bagnato le sue richieste di scuse e di perdono rivolte ai familiari delle sue numerose vittime, fossero reali, che gli venissero dal cuore.
Definì in quell'occasione Cosa Nostra una catena di morte, una fabbrica di morte. Disse alla TV francese per un documentario, che era arrivato il momento di fare i conti con se stesso e chiedere perdono. Spero che davvero ciò sia vero e sarebbe bello in tal caso che come Stato gli dessimo la possibilità di lavorare per rimediare al tanto male fatto.
Abbiamo tanti dubbi legati anche ad alcuni suoi silenzi... però in ogni caso abbiamo capito ancora una volta che la mafia che ama dipingersi con un codice d'onore proprio non esiste. Quella che qualche marionetta di politico corrotto non tanto tempo fa ha definito come mafia gentile ed educata che difende gli interessi del territorio...
Gli uomini che si definiscono d'onore, ora - anche non fossero sinceri nel chiedere perdono - se la cantano, scendono a patti, atteggiamento impensabile qualche tempo fa. Chiedono di poter usufruire di uno sconto di pena, facendo i nomi per scardinare quell'associazione a cui hanno giurato fedeltà con un rito ridicolo. Ci fanno capire che Cosa Nostra è solo un cercare di arricchire pochi sfruttando il lavoro e la paura di tanti.
La norma che permette a Brusca di uscire dal carcere è una norma voluta dall'altro Giovanni, che lui fece saltare in aria nell'attentatuni. Un Giovanni che invece non ci dà brontolii di stomaco ma l'orgoglio di sapere che chi vive per un ideale di libertà e legalità continuerà a vivere e dare vita.
Quel Giovanni ci ha iniziato a far sentire il dolce profumo di libertà che si contrappone al puzzo dell'illegalità.
Io spero davvero che Giovanni Brusca, così come ogni uomo che ha sbagliato, sia davvero pentito (e non solo collaboratore di giustizia), ma spero soprattutto che come società, come Stato sappiamo seguire chi vive per la giustizia, per la verità, per un mondo più bello.
Sta a noi non riconoscere il potere e la forza di chi opera per il male.
Quel Giovanni che non dà dubbi diceva che se tutti neghiamo il consenso alla mafia, questa sarà subito sconfitta.
Il nostro grande Presidente Mattarella, in un giorno significativo di maggio, ricordandoci qual è il Giovanni da seguire, ci ha detto che o si è contro la mafia o si è complici... non c'è via di mezzo. Buon cammino nei passi dei tanti grandi testimoni!