Topic:
7 Settembre 2023

Giovanni Cricca: «Canto emozioni, con gli occhi di un bambino»

Dopo aver partecipato alla trasmissione "Amici", i follower continuano ad aumentare, come pure i concerti in giro per l'Italia. Ma lui sembra essere il ragazzo di sempre: gentile e solare. Caratteristiche che ha sviluppato grazie a una storia familiare davvero singolare.
Giovanni Cricca: «Canto emozioni, con gli occhi di un bambino»
Lo spirito di accoglienza lo ha imparato dalla sua famiglia, dove c'è sempre posto per per gli altri. Questo stile di vita lo ha fatto diventare la persona che è oggi. «Io sono molto grato alla mia famiglia e anche alla Comunità Papa Giovanni XXIII.». Presenta il suo nuovo Ep "Cricca" e racconta l'amore. Anche quello che sta vivendo.
È entrato ad Amici, è uscito da Amici ed è rientrato ad Amici – unico caso nella storia della nota trasmissione condotta da Maria de Filippi – arrivando ad un passo dalla semifinale, raggiungendo la quarta posizione tra i cantanti nell’edizione 2022.  

È il traguardo tagliato dal giovane cantante, chitarrista e pianista romagnolo Giovanni Cricca.
A giugno è uscito il suo nuovo Ep, Cricca, che contiene 6 canzoni. «Brani che parlano di me, c’è dentro la mia vita, quello che ho vissuto fino ad oggi». 

Cricca durante un'esibizione ad Amici 22

Chi è e da dove arriva Giovanni Cricca?

20 anni compiuti l’8 di agosto, con un diploma al liceo linguistico di Rimini in tasca, si è contraddistinto tra i concorrenti di Amici per la sua gentilezza e umiltà. Faccia pulita, sguardo positivo, solare, leggero ma non per questo superficiale. Qualità apprezzate anche dalla stragrande maggioranza delle decine di migliaia di follower – in continua crescita, 166 mila al momento – di “@cricchetto”, nome della sua pagina Instagram. 

Riccionese, Cricca è cresciuto in una grande famiglia multietnica che ha aperto il suo sguardo al mondo degli ultimi, dei poveri, dell’accoglienza. 
I suoi genitori si sono conosciuti e innamorati mentre erano in missione in Zambia come operatori umanitari della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal sacerdote riminese don Oreste Benzi. Dopo varie vicissitudini, sono rientrati in Italia, dove è nato Giovanni, che all’età di 5 anni vola in Australia con tutta la famiglia per una nuova missione. Ed è lì che inizia a cantare, nel coro giovanile di Sidney
Rientrato in Italia all’età di 8 anni, è stato un po’ difficile per lui ambientarsi, dato che, racconta, ormai aveva imparato a pensare e parlare in inglese più che in italiano. Ma l'essere venuto in contatto con culture diverse, e l’attenzione respirata fin da piccolo ai bisogni di chi fa più fatica, lo hanno reso un ragazzo aperto alla vita, libero da pregiudizi, capace di provare e raccontare emozioni. 
Così gli è sembrato naturale, quando c’è stata l’alluvione in Romagna, andare a spalare fango: «Non volevo dimostrare niente a nessuno. C’era bisogno e sono andato a dare una mano in una casa della Comunità Papa Giovanni a Faenza, insieme anche a mia sorella più grande Naomi».
Dopo il successo di Amici, in questa rovente estate 2023 Cricca sale e scende dai palchi delle piazze italiane portando i suoi brani e ricevendo in cambio affetto dal pubblico. 


Lo raggiungo con una video call in una pausa dal suo lavoro. 
Gli chiedo come sta. «Bene, dai! È uscito il mio primo EP, quindi sono molto indaffarato. Se si lavora significa che le cose stanno andando bene», risponde con quell’entusiasmo cristallino tipicamente romagnolo. 

Cricca: Australia, dove tutto ha avuto inizio

Un EP che porta tuo cognome, “Cricca”. Perché un titolo così identitario?

«Volevo un titolo che mi rappresentasse e ho pensato che non c’era niente di meglio del cognome. I brani che lo compongono mi identificano, contengono diverse sfumature di quello che sono. Mi piace sempre dire che il Cricca artista è in linea con il Cricca persona. Non voglio creare un personaggio, sono proprio io.»  

Sei canzoni in cui parli di te. Una scelta coraggiosa, data la tua giovane età.

«Io parlerei di voglia di comunicazione. Voglia di connessione con chi mi ascolta e con chi ascolterà il mio EP. Racconto storie che ho vissuto, o che mi sono state trasmesse dagli amici: la fine di un amore, un’emozione e io che, magari ritrovandomi, vorrei far ritrovare tutti quelli che l’ascoltano.» 

“Se mi guardi così”, hai dichiarato, è la canzone più importante della tua vita, almeno fino ad oggi. Cosa ti è successo con questa canzone?

«Di tutto. Sono entrato all’inizio di settembre dell’anno scorso ad Amici, il primo grande passo, e poi sono uscito da Amici sempre con lo stesso brano perché un giudice che era venuto in trasmissione aveva detto che non era in linea con il mercato. Ma poi sono rientrato ad Amici sempre grazie allo stesso brano. Possiamo dire che è il mio cavallo di razza.» 


Cover EP Cricca

Nel tuo album c’è una canzone dal titolo “Australia”. Una terra in cui hai lasciato un pezzettino del tuo cuore. 

«Qui entra in gioco anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, perché grazie ai miei genitori siamo andati tutti in missione in Australia. È stata una fase importante nella mia vita e a quella terra sono ancora legato. Questo pezzo parla della nostalgia per quei luoghi, il senso di libertà che provavo quando stringevo la mano a mio padre. Parla di spontaneità, di leggerezza, della voglia di scoprire il mondo con gli occhi di un bambino, senza pensieri. È un invito a non perdere quello sguardo che solo i bambini hanno.»

È lì che hai mosso i primi passi nel mondo del canto. Come è successo?

«In realtà all’inizio non avevo tanto interesse per la musica, mi sono iscritto al coro di Sidney per seguire una bambina che mi piaceva. Alla fine è stato amore non con la bambina ma con la musica, amore a prima vista. Di fatto poi non ho più smesso.»

Mi sono iscritto al coro di Sidney per seguire una bambina che mi piaceva. Alla fine è stato amore non con la bambina ma con la musica
Cricca

E di questa passione ne hai fatto una professione. Cosa c’è dietro questa scelta? 

«Tantissime cose che in realtà sto scoprendo ora perché io sono un neonato del mondo della musica. Prima facevo i miei concerti, le mie date nel territorio romagnolo, ma era più un hobby, non pensavo che sarebbe diventato un lavoro. Questa estate invece sono partito per il tour, il che significa viaggi, le difficoltà dei continui spostamenti, scaldare bene la voce, e dopo il concerto andare a dormire presto se il giorno dopo hai un’altra data. Magari uno pensa che sei ormai una popstar che si diverte e va in discoteca fino all’alba. In realtà, come in tutte le cose, per ottenere risultati bisogna fare dei sacrifici, che si fanno se c’è veramente amore, passione per il lavoro che vuoi fare.»

Cos'ha di speciale la famiglia in cui è cresciuto Cricca?

Famiglia Cricca
Giovanni Cricca, in basso a sinistra, è cresciuto in una famiglia missionaria, che ha trascorso degli anni in Zambia e in Australia. In alto a sinistra mamma Nadia, Noemi la sorella più grande, il padre Giacomo e al centro Precious.

Sei cresciuto in una famiglia allargata, attenta agli altri. Come la descriveresti?

«Ho sempre parlato bene della mia famiglia, e non potrei fare altrimenti. In questo momento sono poco a casa, perciò non so dirti quanti siamo, ma nella mia famiglia c’è sempre posto per l’accoglienza di persone: alcune di passaggio, altre che stanno un po’ di più. Questo stile di vita, questa apertura è stata molto importante per formare la persona che sono oggi. Ho respirato un grande scambio con diverse culture. Io sono molto grato alla mia famiglia e anche alla Comunità Papa Giovanni XXIII.»

Sono un “figlio di comunità”, come si dice nell’associazione. Ho fatto tante esperienze e sono grato di tutto quello che ho vissuto
Cricca

Perché la tua famiglia ha abbracciato lo spirito di una famiglia ancora più grande, l’associazione internazionale fondata da don Oreste Benzi...

«Io l’ho vissuta tanto, questa famiglia. Sono un “figlio di comunità”, come si dice nell’associazione. Ho fatto tante esperienze, incontri di formazione, i campeggi che si chiamavano “compagni delle stelle”, ho conosciuto tante persone. Ho fatto veramente un sacco di cose. Insomma la Comunità mi ha formato. Io sono veramente grato di tutto per ciò che ho vissuto. Mi ritengo fortunato.» 

Hai qualche ricordo particolare di don Oreste Benzi?

«Ero piccolo ma ricordo che lo chiamavo “nonno Oreste”, lui raccontava anche delle storie a noi bambini. E poi ricordo la sua immagine, lui vestito di nero (portava sempre la famosa tonaca lisa – ndr), le corse con gli altri bambini durante la messa del sabato pomeriggio alla sua parrocchia alla Grotta Rossa di Rimini, in cui tutta la Comunità si radunava.»
 

Cosa significa avere una sorella considerata dalla società “disabile”?  

«Della società sinceramente me ne frego. Siamo cresciuti assieme e per me è un dono, si impara molto da persone come lei. Non so come descrivertelo, ma mi emoziono molto a parlare di Precious. È come se fosse un angelo, ha sempre il sorriso, porta tantissima gioia nella nostra famiglia. Lei non parla ma comunica molto di più di altri che invece la parola ce l’hanno, con sguardi, con un sorriso, è proprio speciale, straordinaria!».

Mi emoziono molto a parlare di Precious. È come se fosse un angelo, ha sempre il sorriso
Cricca

Sei apprezzato per il tuo sguardo puro, l’umiltà. Non sarà facile mantenere queste caratteristiche con il successo che avanza.

«Il futuro non mi spaventa, alla fine non cerco di essere qualcosa di diverso da quello che in realtà sono. Spero di mantenere questa spontaneità, questa educazione che mi ha contraddistinto in questi mesi ad Amici. Non vedo il motivo di montarsi la testa e di diventare spocchiosi.»

Sogna il palco dell'Ariston

Hai già superato diverse tappe nel campo della musica. Vorresti andare al Festival di Sanremo?

«L’Ariston è il palco che tutti sognano. È una cosa su cui sto lavorando, prendendomi del tempo per la scrittura e la produzione di nuovi brani.» 

Artisti a cui ti ispiri?

«Nek è sempre stato il mio cantante preferito. In generale non amo classificare la musica, ascolto tantissime cose: Jovanotti, Dalla… anche se fanno musica diversa mi piacciono tutti. Poi ascolto musica inglese: Chris Martin dei Coldplay è una fonte d’ispirazione, così come Ed Sheeran. Prendo spunto da tanti ma alla fine rimango centrato su quello che sono io.» 

Cosa pensi di trasmettere con le tue canzoni?

«Lascio molto alla libera interpretazione. Racconto storie d’amore con il mio sguardo, ma poi ognuno le vede con il proprio.» 

A proposito di storie d’amore, quella che hai vissuto con la ballerina australiana Isobel, sbocciata ad Amici, sembrava conclusa, poi invece… come è andata a finire?

«Non era andata bene perché in questa “bolla” non era facile, non ci siamo trovati lì dentro. Però sono felice di dire che ci siamo rivisti dopo Amici e che ci stiamo ritrovando. Quindi anche sotto questo aspetto sono molto contento. Finora le cose stanno andando bene.»


Cosa vorresti lasciare ai ragazzi che ti seguono?

«Per rispondere mi ispiro al senso della mia canzone “Supereroi”: è con la fatica che si conquista la felicità. Perché in un mondo come quello di oggi dove c’è il tutto e subito, tutto dopo un po’ diventa noioso, ma se ci si rimbocca le maniche, ci si dà fare, la felicità si può trovare.»