19 Ottobre 2023
Ultima modifica: 19 Ottobre 2023 ore 07:42
Guerra, coscienza e potere: ricostruire la pace su nuove basi
Il conflitto in Israele-Palestina alimenta il dilagare della "guerra mondiale a pezzi". Urgente un Ministero della pace che strutturi una architettura di pace.
Pensare di favorire la pace con la guerra è un paradosso. Dal convegno di Palermo proposte per una nuova politica di pace fondata su basi strutturali. Il presidente dei vescovi: «Disponibili ad essere "usati" per questo scopo»
«Viviamo in una terza guerra mondiale combattuta a pezzi» dice papa Francesco. Le cronache di questi giorni rafforzano ancora di più questa realtà di fatto. Come uscirne?
Lo sviluppo della cultura della pace è un prerequisito per il passaggio dalla forza alla ragione, dal conflitto e dalla violenza al dialogo e alla pace, e rende necessario un approccio della politica integrato e nonviolento; l’unico in grado di realizzare i diritti umani come fondamento delle democrazie.
L’assenza di politiche strutturali di pace nonviolente costruisce il terreno di ogni guerra e di ogni violazione del diritto: il mancato rispetto del diritto internazionale e umanitario, nella guerra in Ucraina, nella terrificante aggressione del terrorismo di Hamas in Israele, così come nell’agghiacciante sofferenza della popolazione palestinese privata di vie di fuga dalla striscia di Gaza, ne sono il prodotto.
Solo un nuovo e radicale approccio strutturale di larga scala per il mantenimento e la promozione della pace, un’architettura sostenibile ed un nuovo assetto dell’organizzazione di governo, europeo e nazionale, quale casa dei costruttori di pace, potranno garantire reali anticorpi contro il virus dilagante della violenza e la resilienza delle democrazie.
Nel solco di questa necessità storica, le associazioni promotrici della Campagna Ministero della Pace – Una Scelta di Governo hanno promosso il 2 ottobre 2023 a Palermo, presso la Sala Piersanti Mattarella di Palazzo dei Normanni, con l’organizzazione e patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) e della Presidenza della Regione Sicilia, il convegno: «Ministero della Pace. La nonviolenza: stile di una politica per la pace».
Sono stati coinvolti relatori ed esperti provenienti dal mondo dell’associazionismo, dei movimenti e delle reti concretamente impegnate a vari livelli nella costruzione della pace positiva. Hanno partecipato all’evento, oltre a diversi Sindaci dei Comuni del territorio provinciale, l’On. Cristina Ciminnisi, il vicepresidente ARS – Sicilia e il presidente ANCI- Sicilia.
Gli interventi a supporto della tesi
«Il ruolo del Ministero della Pace come istituzione governativa dedicata alla promozione della pace e alla prevenzione dei conflitti, rappresenterebbe, unificandole, tutte le componenti del mondo associativo e avrebbe l’importantissimo compito di individuare e analizzare tutte le criticità, utilizzando la diplomazia, l’educazione e l’azione sociale per disinnescare le situazioni più a rischio.» (Anci- Sicilia Paolo Amenta)
«Ora è giunto il momento di passare dalla promozione della cultura della pace alla costruzione vera della pace, sia a livello formale che politico. Un mondo dove il nostro Paese potrà essere protagonista, dove l’Italia può essere mediatrice neutrale e promotrice attiva della pace.» (On. Cristina Ciminnisi)
«Da uomo di solida preparazione scientifica tiro in ballo il magnetismo. Dobbiamo fare in modo che poli opposti si attraggano. Che per la pace si arrivi a una convergenza e un equilibrio per così dire magnetico.» (Nuccio Di Paola)
Le proposte
Ricchi sono stati i contributi operativi proposti dalle esperienze già maturate sul campo dall’artigianato della pace. Diversi gli aspetti sottolineati:
«Chiediamo il Ministero della pace; stiamo già sperimentando che un diverso modo di agire è possibile, nelle nostre comunità È possibile impiantare e far crescere semi di pace che a poco a poco modifichino l’ambiente e il contesto vitale in una nuova società che noi chiamiamo società del gratuito.» (Matteo Fadda, Apg23).
«passare dal movimentismo della pace al progetto politico del Ministero della pace, è un naturale sviluppo e una necessità» (Raffaele Crocco)
«nel 2019 l’ARS ha approvato la legge regionale per la diffusione nella nostra Isola della cultura della pace e questo progetto del Ministero della pace rientra pienamente in questo spirito» (Francesco Lo Cascio)
«La nostra associazione ha aderito alla campagna per la costituzione del Ministero della Pace e continua a farlo con convinzione: siamo convinti che questa campagna porti in sé la forza della profezia e della lungimiranza ... possa aiutare a diffondere buone prassi, ad aiutare le persone a crescere in questa consapevolezza, a dare più forza a chi, pagando di persona, si impegna per la pace con gesti concreti.» (Paolo Seghedoni)
«La proposta di un Ministero della Pace e l’azione nonviolenta per la sua istituzione segnano quindi forse un cambiamento e una sfida quasi paradossale: le stesse “istituzioni” quelle religiose e quelle civili ... che spesso sono le nostre «contro-parti» possono, esse stesse, convertirsi e accogliere dentro di sé l’istanza della pace e della nonviolenza. Iniziare questo percorso, qui in Sicilia a Palermo, nella sede storica del Parlamento più antico d’Europa assume un segno particolare di responsabilità e di profezia.» (Vincenzo Sanfilippo)
«È possibile bandire la guerra dalla storia dell’umanità? La risposta è sì e, in questo, i civili stanno giocando un ruolo fondamentale già da anni. I Corpi Civili di Pace sono nuclei di persone, preparate all'intervento nonviolento, che lavorano per la prevenzione, il contenimento e il superamento dei conflitti armati e sociali acuti. Tra questi, Operazione Colomba.» (Giulia Zurlini)
Le testimonianze e il supporto dei vescovi di Sicilia
Per promuovere una "migliore politica" preziose sono state le testimonianze di condivisione e scambio sui contenuti dell’azione amministrativa dell’assessorato alla pace di Padova e del Coordinamento degli enti locali della pace provinciale di Brescia (Francesca Benciolini e Camilla Bianchi). Le iniziative messe in campo sia dal Comune di Padova che dalla rete di coordinamento di Brescia hanno offerto nuove possibili sinergie e sviluppi con le risorse dei Comuni siciliani presenti e forti di esperienze civiche nonviolente come quella di Danilo Dolci e Pio La Torre.
Illuminante la relazione del Prof. Sergio Tanzarella che con una lucida analisi ha sottolineato i paradossi della politica attuale che vuole fare la pace con la guerra e di come le strade della pace oggi scontino il peso dell’ignoranza della storia e della perdita e carenza della memoria culturale e dell’educazione alla pace.
Occorre fare una inversione demistificando tutte le menzogne della guerra. Ha proposto dieci punti con cui costruire l’educazione alla pace e riproposto la lezione di Capitini: «Il politico dice: prima il potere, poi la coscienza; il nonviolento dice: prima la coscienza, poi il potere».
A Mons. Antonino Raspanti, Presidente della Conferenza Episcopale della Sicilia, sono state quindi affidate alcune considerazioni conclusive: «È necessario accogliere la sfida di tradurre la proposta delle associazioni e dei movimenti in una proposta politica, in una gestione ordinaria che cambi radicalmente la nostra società, e che faccia della pace uno specifico campo di azione dell’attività politica e di Governo» ed ha aggiunto una precisa apertura ai promotori: «Noi vescovi di Sicilia siamo disponibili a capire in che misura possiamo ancora essere più "usati" allo scopo, sia per moltiplicare esperienze, sia a livello superiore per dare forza a questo progetto.»