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20 Gennaio 2025

Ictus cerebrale. Come riconoscerlo velocemente

Il tempo di intervento è tutto in questa malattia acuta
Ictus cerebrale. Come riconoscerlo velocemente
Foto di Alana Jordan from Pixabay
Prima si interviene e più probabilità ci saranno che il paziente possa recuperare le sue funzioni. Ecco i sintomi.
È fondamentale che tutti siano consapevoli dei fattori di rischio dell’ictus e di quanto sia importante il riconoscimento tempestivo dei sintomi per sapere cosa fare in caso di loro comparsa.
L’ictus è infatti una patologia “tempo dipendente”, che richiede cioè una attivazione immediata del sistema di soccorso: prima si interviene con le terapie adeguate, più cellule cerebrali si possono salvare, migliore sarà la ripresa e minori le disabilità residue. Come per tutte le patologie “tempo dipendenti” e per tutti i percorsi di emergenza, è il lavoro di squadra che fa la differenza: chi è vicino alla persona colpita da ictus deve riconoscerne precocemente i sintomi e chiamare tempestivamente il 112, perché la rapidità dell’intervento può davvero salvargli la vita. In caso di comparsa di sintomi riferibili all’ictus è assolutamente necessario non aspettare di vedere se i sintomi migliorano spontaneamente, non recarsi dal medico di medicina generale o dalla guardia medica o al pronto soccorso con mezzi propri, per evitare di presentarsi in un ospedale dove non sia disponibile almeno il trattamento trombolitico per via endovenosa.

Come intervenire

I protocolli di trattamento dell’ictus sono ormai collaudati e il nodo cruciale resta la fase territoriale, cioè il precoce riconoscimento della patologia neurologica acuta da parte del paziente e dei suoi famigliari che, a cascata, innescherà i successivi interventi fino al neurologo della “stroke unit”, in grado di predisporre il trattamento adeguato all’arrivo del paziente.
L’ictus cerebrale rappresenta nel nostro paese la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa di invalidità (la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche gravi). Il fenomeno è in crescita a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e per il miglioramento delle terapie attualmente disponibili.
Un ruolo fondamentale all’interno della squadra che combatte l’ictus è svolto poi dagli specialisti che si occupano del post ictus. Il trattamento riabilitativo dovrebbe iniziare in ospedale quanto prima, non appena il paziente mostri segni di recupero fisico, e proseguire in modo continuativo. Il recupero può avvenire rapidamente, tra il primo e il terzo mese dopo l’ictus, ma alcune persone continuano a migliorare anche dopo questo periodo, soprattutto per quanto riguarda il linguaggio.

Attenzione a questi sintomi

L’ictus è una malattia cerebrovascolare acuta che può essere causata dall’improvvisa ostruzione, da parte di un trombo o di un embolo, di un vaso del circolo cerebrale (nell’ictus ischemico) oppure dalla rottura di un’arteria (nell’ictus emorragico).
I sintomi da riconoscere sono: 
- improvvisa confusione mentale, difficoltà a parlare o a comprendere;
- forte e improvviso mal di testa, diverso dal solito;
- bocca storta, più evidente quando si prova a sorridere;
- perdita di motilità e di forza, di grado variabile, della metà inferiore del viso, braccio e gamba di un lato del corpo, con incapacità a sollevare un braccio o di mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro;
- improvvisa visione offuscata da uno o entrambi gli occhi;
- comparsa improvvisa di difficoltà alla stazione eretta e alla deambulazione, vertigini, perdita di equilibrio o della coordinazione.