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22 Aprile 2025
Ultima modifica: 22 Aprile 2025 ore 10:27

Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa

Dal nuovo rapporto sul clima europeo. Ondate di calore record, alluvioni devastanti e ghiacciai in ritirata. Il continente continua a riscaldarsi più rapidamente di tutti gli altri.
Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa
Il 2024 si conferma l'anno più caldo mai registrato in Europa, con temperature da record sulla terraferma e nel Mediterraneo. Il continente è stato colpito da eventi meteorologici estremi come intense ondate di calore, piogge torrenziali che hanno causato alluvioni devastanti in diverse regioni, e incendi di vasta portata. I ghiacciai europei hanno subito una perdita di massa senza precedenti. Questo nuovo rapporto dello Stato del Clima Europeo evidenzia l'urgente necessità di adattamento e azione per affrontare le trasformazioni climatiche in corso.
Secondo il nuovo rapporto Stato del clima europeo 2024 (ESOTC 2024), pubblicato il 15 aprile dal Servizio per i cambiamenti climatici di Copernicus e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), il continente ha vissuto un anno di temperature record, fenomeni estremi e gravi impatti sulla popolazione e sugli ecosistemi.
Con 335 vittime e oltre 413.000 persone colpite da tempeste e inondazioni, il 2024 ha mostrato in tutta la sua drammaticità la vulnerabilità dell’Europa ai cambiamenti climatici. Particolarmente colpita è stata l’area orientale, dove si sono registrate condizioni di caldo estremo e siccità, mentre a ovest il clima è stato più umido ma comunque segnato da fenomeni intensi.

Percentuale del totale attuale annuo di energia generata per l'Europa da diverse fonti
Foto di C3S/ECMWF

Dati senza precedenti

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa, con temperature record su quasi metà del continente. La temperatura della superficie marina è risultata la più alta mai osservata, con punte di +1,2°C nel Mar Mediterraneo.
Piogge intense hanno colpito l’Europa occidentale, dove si è registrato uno degli anni più piovosi dal 1950. Al tempo stesso, il 30% della rete fluviale europea ha superato la soglia di alluvione “elevata”, e il 12% quella “grave”. La tempesta Boris, a settembre, ha provocato morti e danni in Germania, Polonia, Italia e altri Paesi dell’Europa centrale.
Ma è stato anche l’anno della più lunga ondata di calore mai registrata nel sud-est Europa: 13 giorni consecutivi in luglio, con temperature elevate e notti tropicali che hanno colpito il 55% della regione. Lo “stress da caldo” è salito al secondo livello più alto di sempre, con il 60% del continente esposto per più giorni alla sofferenza termica.

I giorni di alto stress da calore e le notti tropicali stanno aumentando in Europa
Foto di C3S/ECMWF

Ghiacciai e incendi in crisi

Tutti i ghiacciai europei hanno perso massa nel 2024. Quelli di Scandinavia e Svalbard hanno registrato la maggiore perdita mai documentata. E a settembre, in Portogallo, un singolo incendio ha bruciato 110.000 ettari in una sola settimana, quasi un quarto dell’intera superficie bruciata in Europa nel corso dell’anno.
Secondo Carlo Buontempo, direttore del servizio Copernicus, «Il 2024 è stato un anno di contrasti climatici e cambiamenti estremi. Lo Stato Europeo del Clima è uno strumento prezioso per comprendere e affrontare le trasformazioni in corso. Imparare a usare questi dati per le nostre decisioni è ormai imprescindibile».

Il cambiamento in 50 anni dei ghiacciai delle Alpi, una delle regioni dove lo scioglimento dei ghiacciai è più veloce.
Foto di C3S/ECMWF

L’adattamento è una necessità

Di fronte a questi scenari, cresce la consapevolezza della necessità di agire. Secondo il rapporto, il 51% delle città europee ha adottato un piano di adattamento al clima, in forte crescita rispetto al 26% del 2018. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha raggiunto il 45%, segnando un record positivo.
Celeste Saulo, Segretario generale dell’OMM, ha sottolineato: «Ogni frazione di grado in più aumenta i rischi per la vita, l’economia e l’ambiente. Stiamo facendo progressi, ma dobbiamo andare oltre, più velocemente e insieme».
Anche la Commissione europea riconosce il valore dei dati forniti da Copernicus, che fanno parte dell’investimento dell’UE in “dati climatici sovrani” per sostenere le politiche di mitigazione e adattamento.

Anomalie ed estremi nel flusso medio dei fiumi Europei, report del 2024
Foto di C3S/ECMWF

Il futuro è nei dati (e nelle scelte)

Per la prima volta, il rapporto ESOTC 2024 include una mappa interattiva che raccoglie buone pratiche di resilienza urbana. Un modo per ispirare altre città ad agire e a prepararsi meglio ai cambiamenti già in atto. Le informazioni contenute nel report sono basate su dati solidi, frutto del lavoro di circa 100 scienziati, e rappresentano una bussola indispensabile per orientare le politiche climatiche dei prossimi anni.
La fotografia scattata dal rapporto ESOTC 2024 non lascia spazio a interpretazioni: l’Europa sta già pagando il prezzo della crisi climatica, e continuerà a farlo se non si interverrà con decisione. I dati scientifici ci sono, gli strumenti pure. Ora spetta alla politica trasformare queste evidenze in scelte concrete, rapide e ambiziose. Perché i numeri da soli non bastano a fermare le emergenze: servono decisioni all’altezza del cambiamento in atto.