Il Burundi, sotto la guida di Évariste Ndayishimiye, mostra segnali di miglioramento nella situazione politico-sociale, anche se la situazione dal punto di vista dei diritti umani resta difficile.
In Burundi la situazione politico-sociale è in netto miglioramento, tanto che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, si è impegnato per sostenere il ritorno in patria, in sicurezza, di 200 mila rifugiati provenienti dai Paesi confinanti, e la loro reintegrazione nella vita del Paese.
L’impegno del Governo dovrà proseguire con l’aumento delle possibilità di accesso ai servizi e ai mezzi di sostentamento nelle comunità di ritorno, che dovranno essere integrate nei piani e nelle iniziative di sviluppo nazionali. Anche l’Unione Europea ha deciso lo stanziamento di 40 milioni di euro nei prossimi anni destinati ai diversi partner che sostengono soluzioni positive per il Burundi.
Il Paese rimane attanagliato dalla crisi economica e politica scoppiata nel 2015; lo guida oggi Évariste Ndayishimiye, ex generale dell’esercito eletto nel 2020 in una tornata elettorale segnata da un’ampia campagna di repressione. Ndayishimiye si è impegnato a recuperare parte della credibilità mostrando aperture nel rispetto dei diritti umani, che andranno verificate, rispetto ai suoi predecessori. Il Burundi sta anche ospitando 80.000 rifugiati congolesi.