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27 Dicembre 2024

Il Natale alla Capanna con i senzatetto

A Rimini, Chieti e Cuneo
Il Natale alla Capanna con i senzatetto
Foto di Luca Fortunato
I diversi momenti organizzati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII insieme ai senza fissa dimora
In occasione del Santo Natale, la Comunità di don Benzi ha organizzato diversi momenti per condividere la festa con le persone senza fissa dimora. Durante tutto l'anno, la Papa Giovanni XXIII gestisce case per l'accoglienza dei senzatetto chiamate "Capanne di Betlemme". Don Oreste Benzi le volle chiamare così, come il luogo che diede riparo a Giuseppe e Maria, mentre stava per dare alla luce Gesù, perché "non c'era posto per loro nell'albergo". La prima Capanna fu aperta nel 1987 a Rimini, dopo aver incontrato questi poveri, spesso invisibili, che vivono negli angoli più bui delle nostre città.
«Saranno momenti di festa rivolti ai nostri amici e fratelli senza dimora – aveva spiegato Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII –, alle famiglie del territorio che vivono un momento di difficoltà, alle persone rimaste sole per queste festività, a chiunque scelga di spendere qualche ora per dare una mano o fare compagnia a chi ne ha più bisogno. Tutti insieme per condividere delle giornate significative dove tutti donano e tutti ricevono. Perché la gioia è piena solo se condivisa.»

RIMINI – Stazione dei treni

Il 24 dicembre, alle 22:30, le Unità di Strada della Comunità Papa Giovanni XXIII hanno organizzato una Santa Messa di Natale in strada, per accogliere e includere chi di solito è dimenticato. Dopo la celebrazione, si è festeggiato insieme in un momento di convivialità.

CHIETI, Capanna di Betlemme, via Gennaro Ravizza 107

Nutrito il programma alla Capanna di Chieti: il 23 dicembre c'è stata festa e cena in strada. I volontari dell'unità di strada hanno invitato tutta la cittadinanza alle 18 alla Capanna di Chieti per portare cibo e amicizia alle persone senza fissa dimora.
Il 24, la vigilia, alle 18 Unità di strada per i senzatetto, alle 20 Momento di preghiera e alle 20.30 Cenone della Vigilia offerto dall'associazione L'Arca di Francesca con la presenza degli chef dell'Unione regionale cuochi abruzzesi che hanno cucinato gratuitamente.
Il giorno di Natale alle 12 c'è stata la Santa Messa alla Capanna di Betlemme, alle il 13 Pranzo di Natale offerto da History Life Onlus, e alle 
19.30 Cena in strada insieme alle persone senza fissa dimora con i pasti caldi e consegna di un dono in strada a cura della Fondazione Vincenzo Casillo.
Luca Fortunato con la felpa:
Luca Fortunato nella Capanna di Betlemme di Chieti
«Il 26 ci riposiamo» ha detto scherzando Luca Fortunato, responsabile della Capanna. Da quest'anno Luca condivide questa missione con la moglie che «grazie a Dio è pazzerella come me - dice - e quindi questa esperienza la possiamo condividere insieme. Non si è in due ma si ha la percezione di essere in tre, dove il tre è il Signore, il progetto di Dio su di noi, che speriamo ci dia sempre le virtù per guardarci con amore e perdonarci».
«Questo Giubileo - continua Luca - è importante perché ci permette di fermarci e di capire che Gesù ci spinge ad esserci per qualcun altro».

CUNEO – Santuario della Mellea, Farigliano

La vigilia ed il giorno di Natale, al termine delle S. Messe, è stato distribuito gratuitamente il miele prodotto dagli ospiti della Capanna di Betlemme presente nel Santuario mariano.

Che cosa sono le Capanne di Betlemme e le Unità di strada

Nelle Capanne di Betlemme della Papa Giovanni sono ospitate persone con problemi di salute mentale, quelle uscite dal carcere, altri usciti da percorsi in comunità di recupero, immigrati irregolari. Ci sono persone che finiscono in strada dopo aver perso il lavoro e, di conseguenza, la casa. In genere, hanno avuto almeno un trauma nella vita che li ha resi soli, senza famiglia, senza nessuno. Sono invisibili agli occhi dei servizi sociali e della gente. Eppure, la maggior parte di loro vorrebbe avere un'abitazione, un lavoro stabile, vivere normalmente, relazionarsi con gli altri.
La Capanna di Betlemme è una realtà di pronta accoglienza dove i senzatetto non trovano solo un tetto, una doccia, un pasto caldo ed un letto dove dormire, ma soprattutto un clima familiare. La cena e altri momenti in casa sono occasioni per instaurare relazioni significative con le persone, ascoltare le loro storie, capire i loro bisogni. Si cerca un aggancio per instaurare una relazione di fiducia che permetta di sviluppare successivi progetti di integrazione e reinserimento sociale.
Oltre alle case, la Giovanni XXIII gestisce anche unità di strada, piccoli gruppi di volontari che escono in strada per incontrare le persone sotto i portici o nelle stazioni.
Don Benzi spronava: «Ci sono tanti poveri che non ci cercheranno mai! Quelli li dobbiamo andare a cercare noi».