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30 Novembre 2022
Ultima modifica: 30 Novembre 2022 ore 09:58

Il plebiscito in Cile visto dai disabili

Non tutti hanno potuto esercitare il diritto al voto
Il plebiscito in Cile visto dai disabili
Foto di Elvis Gonzales
Lo scorso 4 settembre in Cile c'è stato un plebiscito per approvare o respingere la nuova costituzione. Il voto era obbligatorio e chi non andava a votare veniva multato. Le persone disabili hanno potuto usufruire del "voto assistito", ma alcuni hanno riscontrato delle difficoltà nell'esprimere il loro voto. Vi raccontiamo le loro esperienze.
Prima del plebiscito costituzionale, le organizzazioni, le istituzioni e le famiglie che sostengono o fanno parte delle associazioni di inclusione della disabilità erano preoccupate per come sarebbe stata la giornata della votazione per le persone disabili in Cile. 
Davvero tutti sarebbero stati in grado di esercitare il loro diritto di voto in condizioni di pari opportunità?
 
Data l'importanza di questo momento, a differenza delle ultime votazioni nel Paese per le quali il voto era volontario, questa volta si è optato per il voto obbligatorio. 
Di conseguenza i soggetti che avessero deciso di non presentarsi al voto sarebbero stati multati. 
Andrés Tagle, presidente del Consiglio di amministrazione di Servel (Servizio elettorale del Cile), ha descritto in questo modo il plebiscito del 4 settembre 2022: «Abbiamo chiuso una giornata storica con una partecipazione senza precedenti: 13.021.063 persone si sono presentate alle urne per esprimere la loro preferenza» (Servel, 2022)
 
Lo Stato del Cile dichiara che chiunque abbia più di 18 anni può esercitare il proprio diritto di voto. 
La Convenzione internazionale sulle persone con disabilità stabilisce che le persone con disabilità hanno la capacità giuridica di svolgere le stesse azioni in condizioni di parità (art 12, comma 2), esclusi i soggetti dichiarati interdetti, intendendo con concetto «l'atto giudiziario che definisce una persona incapace di agire nella vita giuridica. La persona interdetta non può quindi assumere obblighi da sola, ma necessita sempre l'autorizzazione di un'altra persona (il curatore)» (ONU, 2008).
 
Le persone con disabilità, se richiesto, possono esercitare il loro diritto di voto attraverso il cosiddetto “Voto Assistito”che è nato nel 2007 e mira a promuovere la partecipazione delle persone con disabilità che hanno bisogno di aiuto, nonché le misure e le informazioni necessarie al momento del voto.
Tutto questo meccanismo ha una serie di indicazioni e definizioni per effettuare il suffragio, tra le quali troviamo le seguenti: 
  • «Essere assistiti da una persona maggiorenne e di fiducia»; 
  • «Essere assistiti dal Presidente dell'Ufficio di presidenza, che rimarrà fuori dalla cabina elettorale per piegare e chiudere la la cartella di votazione»; 
  • «Se la persona non può entrare in cabina elettorale, il tavolo deve prendere le misure necessarie per mantenere la segretezza del voto» e
  • «Le persone sorde o con altre disabilità uditive, che desiderano avvalersi del voto assistito, possono esprimersi attraverso la lingua dei segni cilena o per iscritto».

Votazioni in Cile: i disabili raccontano la loro esperienza

Chiarite le basi e le strutture in modo generale possiamo approfondire ora come è stato per le persone con disabilità partecipare a queste votazioni. 
Andiamo ad incontrare le persone che hanno esercitato il diritto di voto per la prima volta nella loro vita. 
Inizieremo con Anastacia, una donna di 31 anni con di Sindrome di Down che per la prima volta ha esercitato i suoi diritti di cittadina del Cile attraverso il suffragio. 
Anastacia riporta che, essendo la sua prima volta, si sentiva nervosa prima della votazione, però grazie al voto assistito e alla presenza del suo compagno e riuscita a svolgere con tranquillità la procedura di votazione, portando a termine felicemente questa esperienza.
Jorge (42 anni), compagno di Anastacia, con di Sindrome di Down dice di sentirsi molto tranquillo e motivato per la sua prima votazione 
Anche lui si è avvalso del voto assistito svolgendo l'intero processo in autonomia e ha incontrato alcune complicazioni solo nel ripiegamento della cartella. Nonostante ciò ha concluso positivamente l’esperienza, contento di aver preso parte alla votazione.
In ultimo incontriamo Rubi, donna sorda di 36 anni che ha partecipato alle votazioni con la madre: riporta di aver assistito ad un episodio di conflitto tra due donne nella sede del seggio elettorale, ma anche lei ha votato senza problemi e non si è avvalsa dell’uso del voto assistito.

Votazione disabili in Cile
Cile, 4 settembre 2022. Una donna in sedia a rotelle esce dal seggio elettorale dove ha potuto votare la nuova Costituzione. In tutto il Paese sono stati approntati circa 3000 seggi elettorali per più di 15 milioni di abitanti.
Foto di Camilo Tapia


Dopo aver raccontato le prime esperienze di votazione, proseguiamo con le persone che avevano una precedente esperienza in questo ambito. 
Matilde, una donna sorda di 63 anni, ha svolto la votazione come le altre volte accompagnata da suo marito. I due hanno camminato fino alla sede a loro assegnata e nonostante i dubbi che avevano riguardo al voto, lo hanno fatto rapidamente e senza problemi. 
Lucia, donna sorda di 43 anni, per esercitare il suo diritto di voto si e dovuta recare alla sua città natale, Chillan, nel sud del Cile poiché lì si trovava la sua sede elettorale, nonostante al momento vivesse a Santiago e fossero state apportate le modifiche mediante georeferenziazione (processo che indica la sede più vicina al luogo di residenza). 
Siccome questo processo non aveva apportato modifiche, Lucia ha colto l'occasione per visitare la sua famiglia, accompagnata dalla figlia di 8 anni e dalle sorelle. Anche lei ha portato a termine il processo elettorale abbastanza rapidamente e senza complicazioni. 
Emma, una donna sorda di 40 anni, è andata con la madre e il compagno alle votazioni ed ha vissuto un’esperienza tranquilla poiché non ha avuto difficoltà nello svolgere la procedura in modo indipendente e senza assistenza. 
Infine troviamo Luis Miguel, il marito di Lucia, con una problematica di salute mentale e perdita dell'udito: anche lui ha esercitato il suo diritto di cittadino senza difficoltà, ma riporta di essere rimasto deluso dall’esito delle votazioni.
 
Sulla base di tutte queste esperienze tratte dai racconti dalle persone con disabilità, possiamo concludere che questo processo storico ha segnato una pietra miliare nella loro partecipazione, che è stata incoraggiata dalla condizione di obbligo di votazione. 
È importante notare che per molti di loro è stata un’esperienza positiva grazie al voto assistito, vitale per le persone che hanno bisogno di un accompagnamento. 

Alcuni disabili non sono riusciti a votare 

Ci sono state anche esperienze negative: alcune persone con disabilità si sono trovate limitate dal loro ambiente fisico a causa dello scarso adattamento di seggi elettorali (molti di questi erano edifici scolastici). Ci sono stati ad esempio problemi con l'ingresso in sedia a rotelle: alcune persone non hanno potuto accedere alla stanza a causa delle dimensioni dell’ingresso e non hanno dunque potuto esercitare il loro diritto di voto. 
Il fatto che le barriere architettoniche siano presenti in edifici scolastici accentua la gravità della situazione poiché significa che le stanze non sono in grado nemmeno di ricevere bambini o insegnanti che si trovano nella stessa situazione di disabilità fisica.
Un altro aspetto negativo è rappresentato dalle difficoltà nella comunicazione, a causa della scarsità di informazioni circa le diverse disabilità che esistono in Cile. 
Ad esempio il nostro campione di studio di persone sorde si è trovato in svantaggio rispetto a persone con altre disabilità a causa della difficolta di comprensione di cosa significasse avere una nuova costituzione, delle leggi che la proposta costituzionale ha sollevato e degli argomenti proposti dalle due parti (rifiuto e approvazione).
 
In sintesi, nonostante i progressi che sono stati raggiunti nel corso degli anni, è fondamentale continuare ad approfondire questi aspetti, tenendo presente in ogni momento l'esistenza della popolazione con disabilità in Cile sia per quanto riguarda gli eventi specifici come questo processo elettorale (valutando le questioni di accessibilità ai luoghi e alle informazioni) sia gli aspetti più generali come le leggi che esistono nel paese e la loro messa in pratica.
 
Traduzione di Eva Montanari, casco bianco in Cile