Topic:
16 Gennaio 2025
Ultima modifica: 16 Gennaio 2025 ore 09:33

Il riscaldamento globale ha superato gli 1,5 gradi nel 2024

I dati di Copernicus: ora è ufficiale
Il riscaldamento globale ha superato gli 1,5 gradi nel 2024
Foto di PublicDomainPictures from Pixabay
L'allarme climatico del 2024. Un anno da record per le temperature globali ed europee. Ecco i dati.
Nel 2015, 194 paesi firmavano l’Accordo di Parigi, impegnandosi a mantenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C e a fare ogni sforzo per contenerlo entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali (1850-1900). A distanza di dieci anni, i dati di Copernicus segnano un fallimento drammatico per il secondo obiettivo: il 2024 è stato il primo anno in cui l’aumento medio annuo delle temperature ha superato la soglia di 1,5°C rispetto alla media del periodo preindustriale.

Temperature globali in crescita

Secondo Copernicus, la temperatura media globale nel 2024 ha raggiunto i 15,1°C, registrando un incremento di 1,6°C rispetto alla media preindustriale. Questo dato è superiore di 0,72°C rispetto alla media del periodo 1991-2020 e di 0,12°C rispetto al 2023, anno che fino ad allora deteneva il poco invidiabile record di anno più caldo della storia. Tuttavia, il dominio del 2023 è durato poco: ogni mese del 2024, con l'unica eccezione di luglio, ha segnato un aumento delle temperature superiore a 1,5°C rispetto alla media preindustriale. Nonostante luglio si sia fermato a +1,48°C, il giorno 22 di quel mese è passato alla storia come il più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di 17,16°C.

L’Europa e un nuovo record

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato anche per l'Europa. La temperatura media del continente ha toccato i 10,69°C, superando di 1,47°C la media del periodo 1991-2020 e battendo il precedente record del 2020, che aveva segnato un aumento di 0,28°C rispetto allo stesso periodo di riferimento.
Particolarmente significative sono state le anomalie climatiche durante la primavera e l’estate. Tra marzo e maggio, la temperatura media stagionale è stata superiore di 1,5°C rispetto alla media 1991-2020. Ancora più marcata l’anomalia estiva: tra giugno e agosto, le temperature hanno superato la media di riferimento di 1,54°C, facendo di queste stagioni le più calde mai registrate in Europa.

L’Italia e le sue anomalie

Sebbene il report di Copernicus non fornisca dati specifici per ogni paese, l’analisi delle anomalie della temperatura media rilevate a 2 metri dal suolo offre un quadro chiaro per l’Italia. Non esistono aree del Paese che abbiano registrato una temperatura media annua inferiore alla media del periodo 1991-2020. L’incremento delle temperature varia tra 0,13°C e 2,38°C.
Le zone con i minori incrementi corrispondono alle pianure del basso Piemonte e dell'Emilia Romagna. Al contrario, gli aumenti più significativi si sono concentrati sulle Alpi, in particolare lungo i confini con Svizzera e Francia, e nelle aree montane di Lazio e Calabria. Qui, la temperatura media del 2024 ha registrato le variazioni più marcate rispetto alla media del periodo 1991-2020.

Un futuro sempre più caldo

I dati del 2024 sono un richiamo urgente all’azione. Nonostante ciò non significhi che il mondo abbia superato stabilmente la soglia di 1,5°C, il fatto che questa sia stata oltrepassata per un intero anno rappresenta un campanello d’allarme di portata enorme. Come sottolinea Carlo Buontempo, direttore del servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus, «tutti i dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni nel 1850. L’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi sull’evidenza. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro».
 
È quindi imprescindibile che i governi di tutto il mondo agiscano immediatamente per ridurre i fattori che alimentano il riscaldamento climatico, primo fra tutti l’uso di combustibili fossili. Ogni momento perso ci avvicina ulteriormente a un punto di non ritorno.