Condividere la vita con ragazzi speciali è una lezione straordinaria. Il loro amore, puro e trasparente, non chiede nulla e compie miracoli. Ti cambia e allora capisci di essere parte di un Tutto.
Alla Casa degli Angeli ci si sveglia presto. Alle 4 del mattino c’è già un gran fermento tra docce, colazioni e pulizie.
«C’è tanto da fare e poi qui in Thailandia alzarsi a quest’ora è la normalità».
Lei ormai lo fa da 5 anni, da quando cioè gestisce questa realtà di accoglienza per persone con gravi disabilità donata alla Comunità dalle suore Saveriane. È Andreina Volpi, che fin da ragazza si è interessata alla disabilità facendo volontariato in vari istituti. Nel 1993 ha incotrato la Comunità Papa Giovanni XXIII , diventandone membro nel 2000. Conseguita la Laurea come Educatrice Professionale, ha sentito che lavorare in un centro per il trattamento specializzato di disabili psichiatrici non le bastava più. Nel 2018 così è partita in missione per la Thailandia.
«Al momento condividiamo la vita con 10 bambini e ragazzi e 4 delle loro mamme – racconta – siamo cattolici e buddisti e ogni mattina preghiamo insieme condividendo il profondo».
Un momento intimo, a cui segue l’esplosione delle attività personalizzate con i ragazzi.
«C’è chi ha bisogno di una mobilitazione continua, chi solo di massaggi o di esercizi mirati di fisioterapia. Poi giochiamo, cuciniamo insieme e organizziamo gite, sfruttando ogni occasione per far vedere loro un po’ di mondo e testimoniare il valore della condivisione».
In un attimo si fanno le 16.
«Qui in Thailandia è l’ora di cena. Così mangiamo, chi con le posate chi con il sondino, e dopo le 17:30 ci riposiamo».
Una vita intensa insomma, che però ti regala incredibili storie di rinascita, come quella di Pranit.
«È l’ultima arrivata e ha una malattia neuromotoria – racconta Andreina –. Quando a ottobre siamo andati a trovarla, era accucciata sopra un telo di plastica all’interno di un capanno di bambù e foglie. A 34 anni viveva giorno e notte sdraiata lì dentro. Capiva tutto. I parenti volevano che la portassimo via e così abbiamo fatto».
Dopo le iniziali difficoltà di adattamento, ora Pranit è un’altra persona.
«Gioca con gli altri e si propone per le pulizie. Ama sentirsi utile ed è generosa. Quando le chiediamo a chi vuole bene, risponde a tutti noi, allarga le braccia più che può e ride forte».
Quella di Pranit non è che una delle esistenze che la Casa degli Angeli custodisce.
«Giorno dopo giorno i nostri ragazzi rifioriscono – conclude Andreina – e le mamme imparano a dedicarsi con competenza e amore alle loro creature ferite nel corpo. Ecco perché, al di là della fatica, ne vale la pena.”
Vuoi venire qui?
Andreina sta cercando persone di buona volontà disposte a trascorrere periodi di volontariato di medio/lungo corso alla Casa degli Angeli.
Un fisioterapista sarebbe prezioso, sia per la riabilitazione degli accolti sia per la formazione delle mamme e degli operatori. Potrebbe anche fare sessioni di fisioterapia ai poveri del quartiere colpiti da ictus o da altre patologie che non riescono a pagare le cure.
C’è inoltre tanto bisogno di giovani e meno giovani desiderosi di sperimentarsi nella condivisione e nelle attività con i bambini accolti e del quartiere. Grazie a chi vorrà metterci la vita! Per maggiori informazioni e per contribuire potete trovare qui tutti i contatti