6 Marzo 2024
Ultima modifica: 6 Marzo 2024 ore 15:45
Intervento all'ONU: «In ogni Stato un Ministero della pace»
Lo ha proposto la Comunità Papa Giovanni XXIII intervenendo a Ginevra alla 55a Sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti Umani.
Foto di Archivio "Sempre"
«Il diritto alla pace è la madre di tutti i diritti umani» ha dichiarato l'Alto Commissario per i Diritti Umani, Volker Türk. Per dare attuazione a questo diritto servono azioni urgenti, ha sostenuto la rappresentante APG23, sostenuta da 15 ONG, tra cui la riforma del Consiglio di Sicurezza, che «così com'è, paralizza le azioni di pace delle Nazioni Unite»
Si è da poco aperta (il 26 febbraio) la 55a Sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti Umani, organismo intergovernativo all’interno del sistema delle Nazioni Unite per la promozione e la difesa dei diritti umani. Il Consiglio, che si riunisce almeno 3 volte all’anno, è composto da 47 Stati Membri e rappresenta un forum internazionale e multilaterale in cui dialogare su problematiche relative ai diritti umani e affrontare le violazioni che avvengono nel mondo.
Anche questo Consiglio, il primo dopo il 75° Anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani, si apre mentre il mondo cerca di fronteggiare una tra le crisi più gravi degli ultimi decenni. Lo stesso Alto Commissario per i Diritti Umani, Volker Türk, durante il suo discorso sulla situazione globale dei Diritti Umani, ha sottolineato come le crisi e i numerosi conflitti che l’umanità sta affrontando stiano «dividendo il mondo e sconvolgendo le speranze di soluzioni multilaterali», richiamando con forza l’importanza di affermare sempre di più il diritto alla pace. «Il diritto alla pace è la madre di tutti i diritti umani. Senza pace, tutti gli altri diritti vengono annullati. È urgente individuare modalità per contrastare … la paura e l’illogicità dell’escalation di odio e ostilità. Dobbiamo ritrovare una mentalità di pace».
In questo contesto, durante il Dibattito Generale con l’Alto Commissario, anche la delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII è intervenuta con un contributo orale sostenuto da altre 15 ONG.
La Dott. Maria Mercedes Rossi, delegata per APG23, dopo aver denunciato le numerose violazioni che subiscono milioni di vittime in questo tempo di crisi globale, ha richiamato con forza la necessità di azioni urgenti: «Abbiamo bisogno di una solida riforma del Consiglio di Sicurezza che, così come è ora, paralizza le iniziative di pace delle Nazioni Unite e abbiamo bisogno della creazione di “misure sostenibili adeguate” per l’attuazione del diritto alla pace come previsto dall’Art. 3 della Dichiarazione sul diritto alla pace del 2016. Il fondatore dell’APG23, don Oreste Benzi, diceva: “Gli uomini hanno sempre, nel corso dei secoli, organizzato le guerre, è ora di cominciare a organizzare la pace”.
Nel concludere il suo intervento la Dott. Rossi ha rilanciato delle proposte concrete per promuovere la pace: «Pertanto incoraggiamo ogni Stato a istituire un’infrastruttura nazionale sostenibile per la pace, vale a dire un Ministero della Pace, che mira al rispetto, alla protezione e alla promozione dei diritti umani, a promuovere la risoluzione pacifica delle controversie all’interno degli Stati, a una cultura ed educazione alla pace, alla prevenzione della violenza e dei conflitti. Infine, suggeriamo di creare un Relatore Speciale sul diritto alla pace».