Al cinema il Docufilm sulla beata Sandra Sabattini. Intervista al regista
Si chiama "Il Diario di Sandra", come l'omonimo diario, il docufilm del regista Kristian Gianfreda sulla giovane beata. Prima nazionale a Rimini il 6 maggio.
Dal regista di "Solo cose belle", una storia ambientata ai giorni nostri in cui la protagonista si ritrova tra le mani un misterioso diario. Quali effetti avrà sulla sua vita?
In prima visione nazionale a Rimini, sabato 6 maggio alle ore 18.00 al Cinema Teatro Tiberio,Il Diario di Sandra scritto e diretto da Kristian Gianfreda, un docufilm ispirato alla figura di Sandra Sabattini che la Chiesa ha beatificato il 24 ottobre 2021.
Il titolo prende il nome dall’omonimo “Diario” che racchiude gli scritti della giovane beata riminese scoperti dopo la sua morte.
L’evento si inserisce all’interno di un cartellone di appuntamenti organizzati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e dalla Diocesi di Rimini in occasione della memoria liturgica della giovane Beata, che ricorre il 4 maggio.
La visione del docufilm si concluderà con un momento di approfondimento condotto da Alessandra Vitez, responsabile dell’Ufficio Mostre del Meeting, con il Vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi che Papa Francesco nella Bolla di insediamento in Diocesi ha affidato alla Beata e il regista Kristian Gianfreda.
La storia di una Santa dei giorni nostri
Sentirsi sola al bar anche se si è con gli amici. È quello che prova la ragazza. Si guarda attorno, un’inquietudine senza perché fa breccia nel suo cuore. Poi succede qualcosa. Uno sconosciuto le fa scivolare qualcosa nel suo zaino: è un diario.
La nostra giovane protagonista, nel segreto della sua stanza comincia a sfogliarlo e pagina dopo pagina scopre la storia di una ragazza a lei sconosciuta. Scopre Sandra Sabattini.
Parte così, in un locale dove si svolge la movida di Rimini, il docufilm prodotto da Coffee Time Film, Il Diario di Sandra, del regista e sceneggiatore riminese di Solo cose belle, Kristian Gianfreda. La musica è della cantautrice riminese Chiara Raggi.
Le riprese hanno avuto inizio a Rimini il 1 settembre 2021 e sono durate una decina di giorni. Il Diario di Sandra trae ispirazione dalla storia di Sandra Sabattini, la ragazza riminese discepola spirituale di don Oreste Benzi, diventata beata in seguito al riconoscimento del miracolo di guarigione nei confronti di Stefano Vitali. Nel libro Vivo per miracolo. Così Sandra mi ha guarito, scritto dal protagonista della guarigione, Vitali racconta la sua vicenda personale, l’incontro con la ragazza e come gli ha cambiato la vita.
Il docufilm Il Diario di Sandra, sarà disponibile on line sul sito di Sandra Sabattini dopo la proiezione del 6 maggio a Rimini.
Le parole di Sandra
Sandra Sabattini nata a Riccione è vissuta tra il 1961 e il 1984. Il 29 aprile viene travolta da un'auto mentre si reca ad un incontro della Comunità Papa Giovanni XXIII di cui fa parte.
Anche se la sua vita è stata breve, questa ragazza studentessa al IV anno di Medicina all’Università di Bologna, che sognava di andare un giorno in Africa come missionaria, impegnata nel sociale e per giunta fidanzata, ha lasciato una traccia indelebile del suo passaggio.
Se già chi l’aveva conosciuta aveva percepito la sua forte carica spirituale, la sua morte improvvisa ha portato alla luce ciò che meditava segretamente nel suo cuore attraverso il ritrovamento dei suoi scritti giunti fino a noi, raccolti ne Il Diario di Sandra, Sempre Editore, da cui prende il nome anche la fiction realizzata dal regista Gianfreda.
Le parole di questa piccola ragazza (era alta appena 1 metro e 50) sono più che mai attuali. Hanno la capacità di entrare nel cuore dei ragazzi di oggi, di aiutarli a porsi delle domande e magari, attraverso la sua testimonianza, trovare anche delle risposte: dubbi e tormenti sul senso della vita, i progetti da realizzare senza compromessi, la sofferenza per le ingiustizie, la ricerca di Dio.
Intervista al regista Kristian Gianfreda
Kristian Gianfreda deve la sua carriera di regista all’incontro con Don Oreste Benzi. Aveva 24 anni quando, da promettente studente in Legge, lascia gli studi per andare a vivere in una casa di accoglienza per senzatetto della Comunità fondata dal sacerdote. Ed è lo stesso Don Oreste ad intuire che in questo ragazzo c’era un potenziale comunicativo, tanto da mandarlo a studiare Comunicazione Audiovisiva all'Università Gregoriana di Roma.
Prende così il via la formazione da regista di Gianfreda. «Dal primo giorno in cui mi sono seduto su quella sedia (NdR da cui si seguono le riprese) mi sono sentito a mio agio». Aveva detto il regista all’indomani dell’uscita del suo primo film: Solo cose belle (2019). Una storia di accoglienza e d’amore, di attenzione agli altri, ai fragili che ruotano attorno all’esperienza di condivisione nelle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, realtà di cui quest'anno ricorre il 50° anniversario della nascita. Un film con il quale ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi.
Da allora Gianfreda ha continuato a produrre e adesso presenterà in prima nazionale al Cinema Tiberio di Rimini il docufilm Il Diario di Sandra.
Gianfreda come sarà il docufilm Il Diario di Sandra?
«Sarà una storia ambientata ai giorni nostri.»
Perché questa scelta?
«Per cercare di legare il più possibile il messaggio di Sandra alle nuove generazioni. La protagonista è Sara, una giovane ragazza di 18 anni. Una sfida narrativa, mi rendo conto ambiziosa e rischiosa, ma ripercorrere la strada del classico documentario, con il budget risicato che avevamo a disposizione, credo non avrebbe aggiunto nulla di nuovo a quello che già c’era su Sandra.»
Quindi non si tratta della classica biografia.
«Tutto ha inizio da una giovane ragazza, Sara, che si ritrova tra le mani un misterioso diario...»
Il Diario di Sandra, appunto, che racchiude il pensiero spirituale della giovane Beata riminese. Cosa succede alla protagonista dopo il suo ritrovamento?
«La protagonista si appassiona alla lettura del diario scritto da Sandra. I pensieri, le gioie e le paure di Sandra sono le stesse che prova lei, ma le pagine del diario trasmettono una grande speranza.»
Ricordati sempre, Sandra: chi più ha ricevuto, più è chiamato a dare. E io sento di aver ricevuto veramente tanto sino ad ora, troppo.
Sandra Sabattini
Quali sono le parole di Sandra che catturano Sara, la protagonista?
«Tutte le parole del bellissimo Diario, perché gni parola racchiude un significato profondo.»
3° giorno di riprese. La protagonista incontra Stefano Vitali.
Un viaggio nel mondo di Sandra attraverso la lettura del suo Diario. Cosa scopre la protagonista del film?
«La nostra protagonista trova corrispondenza nelle parole di questa ragazza, Sandra, con il suo modo di essere, in ciò che vive, come lei una ragazza nel pieno dell'adolescenza. Decide perciò che vuole incontrarla e la cerca nei luoghi in cui sa che Sandra è passata, la cerca nelle persone che l'hanno conosciuta.»
Tra gli incontri speciali c’è anche quello con il padre di Sandra, Giuseppe Sabattini, poco prima che morisse. Come è stato quel momento?
«Emozionante perché abbiamo incontrato il papà di una ragazzina che non c’è più. Il rapporto tra padre e figlia è quello di tutti i padri del mondo.»
E l’incontro con il miracolato, Stefano Vitali, guarito da un tumore grazie alla preghiera fatta a Sandra?
«Vitali per me non è un miracolato, è un amico. Ricordo che quando ho saputo della sua malattia ci ho messo un mese prima di andarlo a trovare. Quando lo incontrai fu lui a farmi coraggio, evidentemente il miracolo era già avvenuto.»
Chi è la protagonista della docufiction?
«Swami Fusaroli, una neo attrice, nel pieno degli studi ma con un talento naturale alla recitazione.»
Sandra e i giovani
Vivo questa mia vita, queste mie giornate piene di gioia, di noia, di dubbi, di contrarietà. Perché devo sentire in maniera così tragica lo scorrere del tempo? È la cosa che più mi angoscia l’impotenza dell’uomo di fronte al tempo, è come una rabbia repressa quella che sento in me al pensiero delle cose che dovrei, devo fare, delle decisioni che devo prendere sulla mia vita, mentre il tempo inesorabile se ne va e tu sei ancora lì a pensare senza aver fatto niente. Ma la vita, la gioia non è ricevere, ma è dare, dare, dare…”
Sandra Sabattini
Trasmettere la storia di una santa alla giovane protagonista è stato difficile? Come regista e sceneggiatore cosa le hai chiesto?
«Sì è stato difficile come è difficile parlare a tutti i giovanissimi di oggi di una santa della loro età. Non mi ricordo cosa le ho chiesto, ma non sempre si riesce a far entrare chi recita nella dimensione del ruolo che si interpreta. In questo caso Swami ha fatto un bellissimo percorso ma quanto abbia compreso Sandra bisogna chiederlo a lei.»
Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo lavoro?
«Sandra era una giovane ricca di sogni, speranze, affetti, paure, come i giovani di oggi, di sempre. Questa familiarità di sentimenti e di emozioni è la chiave di accesso al cuore della nostra protagonista, e per questo ci auguriamo possa esserlo per tutti i ragazzi e le ragazze che leggeranno il diario e conosceranno Sandra.»