A Roma, fino al 27 gennaio 2025, è possibile ammirare "La Crocifissione Bianca" di Marc Chagall. L'opera, parte della rassegna "Giubileo è cultura", è visitabile gratuitamente a Palazzo Cipolla. Questo capolavoro, che unisce il martirio cristiano alla sofferenza ebraica, è un simbolo di speranza e dialogo tra culture, temi cari a Papa Francesco.
Se siete a Roma in questo periodo non perdete di andare a vedere l’opera di Marc Chagall “
Crocifissione Bianca”, in mostra a palazzo Cipolla, ancora per pochi giorni, fino a lunedì 27 gennaio 2025,.
"Chagall a Roma” è la quarta mostra della rassegna "Giubileo è cultura” che ha visto per la prima volta a Roma, l’esposizione di questa opera prestata al nostro Paese dall’Art Institute of Chicago.
È gratuita e visitabile tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00.
Guardare questo dipinto è un’esperienza unica di contemplazione artistica e spirituale. Pur nella drammaticità del soggetto, “crocifissione bianca” riesce a trasmettere speranza e amore.
Marc Chagall, nato a Lëzna in Bielorussia nel 1887 e morto nel 1985, è stato un pittore russo naturalizzato francese, riconosciuto come uno dei più importanti artisti del Novecento. Sebbene costretto a lasciare la sua Patria, mantenne un forte legame con le sue origini. La sua opera è nota per i dipinti che rappresentano scenari onirici e fantastici, caratterizzati da uno stile personale che si distacca dalle correnti artistiche del suo tempo, superando le avanguardie.
Il Cristo crocifisso
Crocifissione Bianca, realizzata dal pittore bielorusso di origine ebraica nel 1938, è profondamente collegata alla storia del popolo ebraico, in particolare al contesto di crescente persecuzione e violenza che ha caratterizzato gli anni '30 del Novecento.
L'opera è stata ispirata dalla "Notte dei Cristalli", un pogrom che ha segnato l'intensificazione delle violenze contro gli ebrei in Germania e nei territori occupati dai nazisti
Al centro della composizione si trova Cristo crocifisso, avvolto in un
Tallit, il tradizionale scialle di preghiera ebraico, simbolo che unisce il martirio cristiano alla sofferenza ebraica. Sopra la croce la presenza della scritta in latino "INRI" (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum) accanto a quella in ebraico sottolinea l'identità ebraica di Cristo, elevandolo a simbolo del martirio e della persecuzione. Intorno a lui si sviluppano scene di devastazione: sinagoghe in fiamme, villaggi saccheggiati e figure disperate che cercano rifugio. L’opera non è solo una rappresentazione del dolore, ma anche un grido universale contro la guerra e l’odio, con un messaggio di speranza che trascende il contesto storico.
Il Significato della mostra nel Giubileo
La scelta di esporre “Crocifissione Bianca” durante il Giubileo ordinario 2025 non è casuale. Il dipinto incarna valori di dialogo tra culture e religioni, temi cari a Papa Francesco che considera quest’opera una delle sue preferite. La croce illuminata da una luce divina rappresenta la speranza e la redenzione dopo le atrocità.
Un Viaggio nella spiritualità e nell’arte
L’opera di Chagall è arricchita da riferimenti all’arte italiana del XIV secolo e al Rinascimento, con influenze che spaziano da Michelangelo a Rembrandt. Ogni dettaglio del dipinto contribuisce a un racconto complesso: dalla Menorah ai rotoli della Torah in fiamme, dai patriarchi biblici alle scene di fuga dei rifugiati. La scala appoggiata alla croce simboleggia l’unione tra cielo e terra, mentre la luce bianca che illumina Cristo rappresenta la vittoria della vita sulla morte.
Immergersi in “Crocifissione Bianca” lascia un segno indelebile dentro il visitatore: l’opera è un grido universale contro ogni oppressione e ci invita a riflettere sulla sofferenza, la speranza e la riconciliazione.
Una mostra che non è solo arte ma anche memoria viva per costruire un futuro migliore.