La Giornata del Missionari Martiri ricorda coloro che per la fede e per la missione cristiana hanno sacrificato la loro vita. In tutti i continenti, religiosi e laici impegnati nelle attività pastorali continuano ad essere vittime di violenza. Oggi ricordiamo coloro che lo scorso anno hanno perso la vita, divenendo simbolo di fede e coraggio.
Il 24 marzo di ogni anno, la Chiesa celebra la
Giornata dei Missionari Martiri, un giorno di preghiera e memoria dedicata a coloro che hanno sacrificato la propria vita per il Vangelo. L'evento, giunto alla sua
32ª edizione nel 2024, trae origine dalla commemorazione di
Sant’Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador assassinato nel 1980 mentre celebrava la Messa.
Papa Francesco, nel 2015, commemora il Santo dicendo che il martire «non è qualcuno relegato nel passato, una bella immagine che adorna le nostre chiese e ricordiamo con nostalgia».
Per cui, questa Giornata ci invita a non dimenticare questi testimoni e a raccogliere il loro esempio di fede e dedizione. Come diceva Romero: «Se mi uccideranno, risorgerò nel mio popolo». La figura dei martiri, oggi come ieri, continua a essere
d’ispirazione per i cristiani e simbolo di una Chiesa viva nel mondo. L’edizione del
2024 ha come tema
“Un cuore che arde”, ispirato al brano evangelico dei discepoli di Emmaus. La testimonianza dei martiri accende la fiamma della fede in chi resta, spingendo la Chiesa a rinnovare il suo impegno missionario.
Missionari Uccisi: i numeri dei martiri di oggi
Dal
2000 al 2023, sono
608 i missionari e operatori pastorali uccisi nel mondo. Papa Francesco, nella festa di Santo Stefano nel
2023, ha sottolineato il loro valore: «il seme del loro sacrificio continua a germogliare». Oggi vengono considerati
martiri coloro che sono morti in modo violento mentre erano coinvolti in attività ecclesiali e pastorali, senza per forza prevedere il movente di odio verso la fede.
Secondo il report dell’Agenzia Fides, nel
2024 sono stati uccisi
13 missionari cattolici (riporta
VaticanNews), tra cui
8 sacerdoti e 5 laici. Africa e America risultano ancora una volta i continenti più colpiti. In specifico in
Sudafrica sono stati uccisi due sacerdoti, padre William Banda e padre Paul Tat Mothobi; mentre uno è morto in
Camerun, padre Christophe Badjogou Komla. Due laici sono stati assassinati, il volontario 55enne Francois Kabore in
Burkina Faso ed uno nella
Repubblica Democratica del Congo, Tokoa Edmond Bahati. Per quanto riguarda le Americhe, in
Colombia,
Messico ed
Ecuador sono stati assassinati tre preti e due laici in
Brasile e nelle
Honduras.
Anche in Europa ci sono stati degli omicidi violenti. In
Spagna il frate francescano Juan Antonio Llorente è stato assassinato a Gilet, mentre in
Polonia padre Lech Lachowicz è stato aggredito da un uomo con un’ascia.
Il Martirio di Oscar Romero: Una Vita per il Popolo
Oscar Arnulfo Romero nacque il
15 marzo 1917 a Ciudad Barrios, in El Salvador. Dopo gli studi a Roma, fu ordinato sacerdote nel
1942 e nel
1977 divenne arcivescovo della capitale, San Salvador. Scelse di vivere vicino ai malati terminali, incarnando un modello di Chiesa povera e vicina ai deboli.
La sua storia è stata approfondita dall’autrice Viviana Viali, su Semprenews. Poche settimane prima di essere ucciso, affermò: «La persecuzione è la conseguenza della scelta di assumere il destino dei poveri. Quando la Chiesa si organizza e si unisce alle angosce dei deboli, subisce la stessa sorte di Cristo». Il
24 marzo 1980, un killer assoldato dal governo lo colpì a morte mentre celebrava l’Eucaristia.
Nel
2018, Papa Francesco lo ha proclamato santo, e la sua memoria liturgica è stata fissata proprio il
24 marzo, rendendo la sua testimonianza un simbolo di
fede vissuta fino al martirio.