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4 Febbraio 2025
Ultima modifica: 4 Febbraio 2025 ore 10:51

La Giornata di Prevenzione dello Spreco Alimentare

I nuovi dati e i modi per ridurre lo spreco
La Giornata di Prevenzione dello Spreco Alimentare
Foto di Jasmin Sessler
Mancano 5 anni al termine dell'Agenda 2030, ma l'obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare è ancora lontano, anzi alcuni dati dimostrano che tale spreco è in aumento. La Giornata di Prevenzione dello Spreco Alimentare diventa occasione di conoscenza e riflessione sul tema.
Il 5 febbraio di ogni anno viene celebrata la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, un momento significativo nella lotta contro uno dei problemi più gravi legati alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza alimentare: lo spreco di cibo. Si tratta di un’opportunità di sensibilizzare i cittadini, promuovere il cambiamento delle abitudini e raccogliere dati fondamentali per affrontare il problema, un fenomeno che non riguarda solo l'Italia, ma l'intero pianeta. Questa Giornata è stata istituita nel 2014 su iniziativa della Campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero, in collaborazione con l'Università di Bologna e il Ministero dell'Ambiente e di Andrea Segrè, fondatore e coordinatore del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare (PINPAS). Ogni anno vengono resi pubblici nuovi dati, a partire dall'Osservatorio Waste Watcher International, che monitorano l'andamento delle abitudini alimentari e di consumo nel nostro Paese e nel mondo, confrontandolo con l’obiettivo fissato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: dimezzare lo spreco alimentare pro-capite entro il 2030.
Ancora una volta sarà utile per tutti, in direzione del 2030, tracciare un monitoraggio sugli stili di vita e di alimentazioneper agire concretamente sui comportamenti di consumo e la prevenzione degli sprechi.
Andrea Segrè

Dati sullo Spreco Alimentare

Lo spreco alimentare è un problema di dimensioni globali che coinvolge ogni fase della catena alimentare, dalla produzione alla distribuzione, fino al consumo domestico. Si tende a pensare che la maggior parte dello spreco alimentare avvenga nella fase della distribuzione o produzione, in realtà il 50% avviene nel consumo domestico, evidenziando imprudenza nello stile di vita medio delle persone. È un fenomeno che coinvolge la maggior parte delle fasce economiche, anche se si concentra nella fascia medio-alta e nelle zone geografiche più calde. Infatti, il fenomeno è particolarmente grave nelle regioni più calde, dove le temperature rendono difficile conservare e gestire gli alimenti freschi, che tendono a deteriorarsi facilmente.
Nel 2022, secondo il Food Waste Index Report delle Nazioni Unite, il mondo ha sprecato circa 1,05 miliardi di tonnellate di cibo, pari al 19% di quello disponibile per i consumatori. Lo spreco include alimenti venduti al dettaglio, consumati nei ristoranti e quelli gettati via nelle case. In totale, sembra che ogni persona ha sprecato in media 79 kg di cibo all’anno, una cifra che corrisponde a circa un miliardo di pasti sprecati ogni giorno a livello globale.
Secondo l'ultimo rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher (2024), ogni settimana, in Italia, ogni individuo getta circa 683 grammi di cibo. Una stima che mostra un aumento rispetto ai dati rilevati nel 2023, segnalando un trend preoccupante. Tra gli alimenti più sprecati ci sono i prodotti fondamentali della dieta mediterranea, come frutta e verdura fresca, pane fresco, cipolle, aglio e tuberi.
Secondo l’analisi dei dati di Spreco Zero, il 42% delle persone (percentuali ottenute tramite interviste) individua la causa principale dello spreco familiare nel fatto che frutta e verdura vanno a male rapidamente, mente il 37% degli intervistati reputa i prodotti venduti di bassa qualità, poiché spesso sono già vecchi al momento dell’acquisto.
Dati risalenti al 2022 dal report Food Waste Index, Nazioni Unite

I modi per ridurre lo spreco

Il primo passo per combattere lo spreco alimentare è la consapevolezza. Ogni individuo deve comprendere che ogni volta che butta via del cibo, non solo sta sprecando risorse preziose, ma sta anche contribuendo al degrado ambientale, dato che la produzione di cibo ha un impatto considerevole sull'uso delle risorse naturali, sull'emissione di gas serra e sulla perdita di biodiversità. Combattere lo spreco alimentare, dunque, non riguarda solo il nostro portafoglio, ma la salute del nostro pianeta.
Secondo Spreco Zero, a livello domestico la pianificazione dei pasti è uno degli strumenti più efficaci. Solo il 23% pianifica i proprio pasti settimanale, ma pianificare con attenzione gli acquisti consente di ridurre il rischio di spreco. Inoltre, imparare i giusti metodi di conservazione è essenziale per aumentare il tempo prima del deterioramento. Un altro passo fondamentale è la creatività nell’uso degli avanzi. Sempre secondo Spreco Zero, il 75% delle persone non è disposto o non è capace di riutilizzare gli avanzi piuttosto che buttarli.
Metodi di riduzione dello spreco di cibo

Il Papa ricorda che è necessario intervento politico

Nonostante la consapevolezza, educazione ed impegno a livello individuale siano essenziali per ridurre lo spreco alimentare, tali iniziative vanno accompagnate da politiche pubbliche che incentivino la riduzione dello spreco e migliorino le catene di distribuzione, promuovendo la solidarietà alimentare. A questo proposito, alcuni mesi fa Papa Francesco ha inviato un messaggio al direttore generale dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) delle Nazioni Unite, incitando un cambi di rotta e un intervento immediato. La traduzione dell’Ansa riporta: «Non possiamo continuare a fare riferimento alla crescita della popolazione mondiale come causa dell'incapacità della terra di nutrire sufficientemente tutti, perché in realtà la vera ragione, dietro il proliferare della fame nel mondo, è la mancanza di una volontà politica concreta di ridistribuire i beni della terra, affinché tutti possano godere di ciò che la natura ci offre», Papa Francesco ricorda infatti l’urgenza con cui è necessario agire, per garantire rispetto e giustizia non solo verso i le persone povere e affamate, ma anche verso chi produce e distribuisce il nostro cibo.